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La storia è intricata e complicata ma il lettore non ne esce malconcio, tuttaltro! Riccardo Merendi, anche in questo nuovo romanzo, ha saputo cavarsela egregiamente coniugando perfettamente all’intreccio giallo, il filone romantico, brevi digressioni erotiche ed un tocco di fantarcheologia tipo Indiana Jones. Non ne è venuto fuori un minestrone ma un piatto carico di aromi fragranti e prelibati, sicuramente indirizzato al fine palato di un buongustaio.
Il romanzo ha un ritmo iniziale altalenante, quasi musicale (con quel continuo andare e venire dal medioevo ai giorni nostri) e subdolamente incalzante, nel senso che il lettore si ritrova preso pur senza volerlo, ma non se ne rende conto finché non vorrebbe chiuderlo. Solo allora si accorge che non può riuscirci perchè è troppo forte l’attesa e la curiosità di conoscere cosa avverrà negli episodi successivi. L’inizio è accomodante e i vari personaggi entrano in scena sfilando quasi con timidezza e presentandosi ad uno ad uno come nel finale di una vecchia commedia: Fulgenzio il frate che vive ingenuo e felice nella fucina del suo convento, la bellissima e ricchissima miliardaria Donna Carson, moglie di quel Carson!, John Forrest il virile ex professore di Yale. Poi quasi in sordina altre piccole figure entrano e si agitano sulla scena e lentamente, ma inesorabilmente iniziano a danzare, ingrandendosi e colmandola. Quindi, in un crescendo di ritmi e di situazioni, scandite dalla pendola del tempo che il Merendi con sapienza e maestria ha saputo dare, tutto inizia a girare e a vorticare sempre più velocemente: Medioevo, giorni nostri, Italia, Usa, Umbria… e in un crepitare di mortaretti e fuochi d’artificio ecco il finale inatteso, sconcertante, originale ed eclatante. Il lettore catturato dalla sequenza ne rimane affascinato, ingoiato e tramortito, finché ebro di sensazioni, di colpi di scena e di emozioni contrastanti si trova, inaspettatamente e a malincuore, a voltare l’ultima pagina.
Ovviamente sorvolo sulle note strettamente tecniche e sul modo di scrivere di Riccardo Merendi, anche perché non ho proprio nulla da dire! È tutto perfetto e curato fin nel minimo particolare.
Ho, inoltre, apprezzato tanto le scene romantiche quanto quelle “trasgressive”, in quanto i passaggi erotici anche forti e drammatici sono stati trattati senza mai scadere nella volgarità o nel gusto del truce, ma mantenendo sempre un atteggiamento decoroso e quasi pudico, come nel sogno dello stupro. Con la solita pennellata da scrittore-pittore Merendi ha fermato tra le righe con esaltante nitidezza tanto i paesaggi ampi e naturali come quelli della campagna quanto i luoghi circoscritti o angusti come la fucina del convento o il bunker che custodisce la collezione di libri antichi in casa Carson.
Veramente un ottimo lavoro di cui Riccardo Merendi può andare fiero ed orgoglioso.
Recensione di
Cinzia Baldini
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