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L'Inquilino Abusivo.
di Elisabetta Giancontieri
Pubblicato su SITO


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Prologo: un’aspirante scrittrice nel centro di Verona.
Ricordo che era un pomeriggio di fine ottobre e che quella era stata una della giornate più terse di quell'autunno veneto: la nebbia permetteva quasi di vedere la casa di fronte al bar nel quale io, aspirante scrittrice in attesa di ispirazione, aspettavo di ispirarmi seduta davanti alla bevanda da sempre preferita dagli artisti maledetti (o aspiranti tali) come me: l'infuso di tiglio e calendula.
Ero lì davanti ai miei fogli bianchi, incerta se dare alla letteratura italiana un grande poema, o un grande romanzo, o un grande dramma teatrale, o magari tutti e tre. E intanto cercavo di tenermi informata sulle ultime novità del panorama intellettuale leggendo Donna Moderna e Novella 2000.
Ma ecco che ad un tratto sentii improvvisamente la tanto attesa ispirazione! Quale non fu il mio giubilo e la mia gioia davanti a questa sensazione! Ma quale non fu la mia costernazione nello scoprire che ciò che avevo sentito non era l'ispirazione ma lo squillo del mio telefonino che mi annunciava l'arrivo di un messaggio.
Superata velocemente l'infelicità causatami da questo malinteso, mi accinsi a leggere il mio messaggio e rimasi senza parole quando seppi cosa mi scriveva un amico venezuelano in vacanza nel colorito capoluogo lombardo: «Devi assolutamente visitare l'ossario di San Bernardino a Milano: é la chiesa del diavolo!»
La chiesa del diavolo? Come era possibile che quella fosse la chiesa del diavolo? Quella chiesa era mia! Dovevo assolutamente mandar via quell'inquilino abusivo!
Decisi quindi di mettere da parte i miei fogli bianchi e di prendere il primo treno per Milano: purtroppo a causa del diavolo la letteratura italiana avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno prima di avere il suo grande poema, o il suo grande romanzo, o il suo grande dramma teatrale o magari tutti e tre.
Il viaggio in treno fu molto piacevole e quando arrivai nella ridente Milano riuscii subito a trovare la mia chiesa.

L’Inquilino, ovvero il Diavolo nel centro di Milano.
Era una tranquilla mattina di fine ottobre nella ridente Milano e dopo aver finalmente finito di terminare il trasloco nella mia nuova dimora abusiva, e aver sistemato in modo artistico la mia collezione di teschi e tibie sulle apposite mensole, cominciai a dedicarmi al mio hobby preferito: il Punto Croce Astratto. Stavo infilando l’ago quando suonarono al portone dell’ossario. Andai subito ad aprire convinto che fosse un gentile vicino di casa, venuto a portarmi una crostata ai mirtilli per darmi il benvenuto.
Ma purtroppo mi sbagliai!
Lei è il signor Lucifero, vero? Mi chiese il visitatore, e senza darmi nemmeno il tempo di rispondere mi disse che era un venditore di enciclopedie. Cominciò a dirmi quanto fosse importante la cultura e quanto fosse quindi utile avere sempre un’enciclopedia a portata di mano. Per esempio, come si poteva pensare di essere al passo con i tempi se non si sapeva distinguere un esemplare di solanum tuberosum da uno di cucumis sativus? Cominciai a spiegargli che l’unica cosa che mi interessava veramente era vivere tranquillo nella mia nuova casa, per dedicarmi esclusivamente alla realizzazioni di centrini a Punto Croce Astratto, ma lui non mi prestava la benché minima attenzione, dal momento che continuava a spiegarmi che non potevo certo ritenermi al passo con i tempi se non sapevo distinguere un columba livia da un passer domesticus. Nemmeno quando iniziai a illustrargli l’importanza storica del Punto Croce Astratto in quanto ricamo diretto precursore dell’Arazzo Informale, cominciò a prestarmi ascolto, era infatti troppo impegnato a spiegarmi che non potevo ritenermi al passo con i tempi se non sapevo distinguere un buglossineum luteum da un gadus morhua. Convintomi finalmente che l’unico mezzo in mio potere per mandar via l’omino e dedicarmi al mio Punto Croce Astratto era comprare tutti i volumi dell’enciclopedia, consegnai all’importuno venditore un assegno con l’importo desiderato e ne ricevetti in cambio l’opera editoriale. Appena finii di mettere in bell’ordine tutti volumi nella mia libreria, tornai tutto festoso al mio ricamo, ma stavo infilando l’ago quando suonarono di nuovo al portone dell’ossario. Andai subito ad aprire convinto che fosse un gentile vicino di casa venuto a portarmi una crostata ai mirtilli per darmi il benvenuto.
Ma purtroppo mi sbagliai!
Lei è il signor Lucifero, vero? Mi chiese il visitatore, e senza darmi nemmeno il tempo di rispondere mi disse che era un venditore di libri di cucina. Cominciò a dirmi quanto fosse importante la gastronomia e quanto fosse quindi utile avere sempre un libro di cucina a portata di mano. Per esempio, come si poteva pensare di essere al passo con i tempi se non si sapeva cucinare un potage aux haricots? Cominciai a spiegare anche a lui che l’unica cosa che mi interessava veramente era vivere tranquillo nella mia nuova casa, per dedicarmi esclusivamente alla realizzazione di centrini a Punto Croce Astratto, ma lui non mi prestava la benché minima attenzione, dal momento che continuava a spiegarmi che non potevo certo ritenermi al passo con i tempi se non sapevo cucinare un’omelette aux oignons. Nemmeno quando cominciai a illustrargli l’importanza storica del Punto Croce Astratto in quanto ricamo direttamente evolutosi dall’Uncinetto Cubista, cominciò a prestarmi ascolto, era infatti troppo impegnato a spiegarmi che non potevo ritenermi al passo con i tempi se non sapevo cucinare un œuf bouilli. Convintomi anche questa volta che l’unico mezzo in mio potere per mandare via l’omino e dedicarmi al mio Punto Croce Astratto era comprare tutti i tomi del ricettario, consegnai all’importuno venditore un assegno con l’importo desiderato e ne ricevetti in cambio l’opera editoriale.
Appena finii di mettere in bell’ordine tutti i volumi nella mia libreria, tornai tutto festoso al mio ricamo, ma stavo infilando l’ago quando suonarono di nuovo al portone dell’ossario. Qualcosa dentro di me mi induceva a credere che non fosse un gentile vicino di casa venuto a portarmi una crostata ai mirtilli per darmi il benvenuto…
E purtroppo non mi sbagliai!
Lei è il signor Lucifero, vero? Mi chiese il visitatore, e senza darmi nemmeno il tempo di rispondere mi disse che era un venditore di enciclopedie mediche. Cominciò a dirmi quanto fosse importante la medicina e quanto fosse quindi utile avere sempre una enciclopedia medica a portata di mano. Per esempio, come si poteva pensare di essere al passo con i tempi se non si sapeva individuare un raffreddore fin dai primi sintomi? Cominciai a spiegare anche a lui che l’unica cosa che mi interessava veramente era vivere tranquillo nella mia nuova casa, per dedicarmi esclusivamente alla realizzazione di centrini a Punto Croce Astratto, ma lui non mi prestava la benché minima attenzione, dal momento che continuava a spiegarmi che non potevo considerarmi al passo con i tempi se non sapevo riconoscere un mal di gola fin dai primi sintomi. Nemmeno quando cominciai a illustrargli l’importanza storica del Punto Croce Astratto, in quanto ricamo ontologicamente affine al Macramè Surrealista, cominciò a prestarmi ascolto, era infatti troppo impegnato a spiegarmi che non potevo ritenermi al passo con i tempi se non sapevo riconoscere un mal di testa fin dai primi sintomi. Convintomi anche questa volta che l’unico mezzo in mio potere per mandare via l’omino e dedicarmi al mio Punto Croce Astratto era comprare tutti i volumi dell’enciclopedia, consegnai all’importuno venditore un assegno con l’importo desiderato e ne ricevetti in cambio l’opera editoriale.
Appena finii di mettere in bell’ordine tutti i volumi nella mia libreria, tornai tutto festoso al mio ricamo, ma mentre infilavo l’ago cominciai a pensare a quanto era cara la vita a Milano! Decisi quindi che mai più avrei dato retta ai venditori importuni! Avevo appena finito di prendere questa importante decisione quando bussarono alla porta.
Lei è il signor Lucifero, vero? Mi chiese la visitatrice, e senza nemmeno darmi il tempo di rispondere mi disse che era un’aspirante grande scrittrice, incerta se dare alla letteratura italiana un grande poema, o un grande romanzo, o un grande dramma teatrale, o magari tutti e tre. Ma questa volta fui io a non lasciarla finire di parlare! Fortemente indignato per la scarsa ospitalità dei miei vicini, che non mi avevano ancora portato nessuna crostata ai mirtilli, e per la scarsa educazione dei venditori, che disturbavano la gente intenta a far centrini a Punto Croce Astratto, mi precipitai a far le valigie deciso ad abbandonare quell’ossario e a non farvi mai più ritorno!

Epilogo: un’aspirante scrittrice nel centro di Milano.
Col mio sguardo severo e con la mia intransigenza riuscii subito a scacciare l’inquilino abusivo dalla mia chiesa milanese. Infatti, fin dal primo istante in cui il Diavolo mi vide, riconobbe la mia autorità e fuggì a gambe levate terrorizzato dalle possibili conseguenze che sarebbero potute derivare se fosse rimasto anche un solo secondo in più in quell’ossario.
Anche questa piccola grande impresa era compiuta! Adesso potevo tornare a Verona e rimettermi a lavoro per dare alla letteratura italiana un grande poema, o un grande romanzo, o un grande dramma teatrale, o magari tutti e tre.

Glossario:
solanum tuberosum: patata
cucumis sativus: zucchina
columba livia: piccione
passer domesticus: passerotto
buglossineum luteum: sogliola
gadus morhua: merluzzo
potage aux haricots: zuppa di fagioli
omelette aux oignons: frittata di cipolle
œuf bouilli: uovo sodo





© Elisabetta Giancontieri





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(3) Il Deserto e la Città. di Elisabetta Giancontieri - RACCONTO
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