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di Maurizios Stefanelli
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Una volta ho sentito dire che si nasce e si muore da soli.

I momenti più importanti della vita di un uomo non possono essere condivisi, sono suoi, sono solo suoi e nessuno può entrarvi, né per amore, né per curiosità né per capriccio.

Non ricordo il momento in cui sono nato;, in un oscuro recesso della mia memoria qualcosa c’è ancora, un suono, un colore, una sensazione. So che è li, anche se non riesco a raggiungerlo.

Avevo paura?

Avevo pensieri miei? Tipo adesso che succede? Dove finisco? Chi sono? Cosa sono?

Non so.

Poi c’è stata la vita.

Gente, tanta gente che parla, che vuole essere ascoltata.

Cose futili, sciocche, talvolta importanti, ma un parlare mal costruito dove chi ha la parola disabilita l’udito

Parla, parla, parla.

Ora è diverso.

Non meglio, non peggio.

Diverso.

Una volta lessi che la morte è un passaggio verso una maggiore consapevolezza, un nuovo punto di partenza nell’evoluzione dell’essere e dico essere nella sua accezione più alta.

Mah…

Lasciai la terra come uomo non so quando e da allora sono qui’.(dove e soprattutto in cosa chi può dirlo)

Sono passati secondi?ore? anni ? secoli?

Non so.

Mi sento uguale a prima ma senza ansie, patemi, preoccupazioni,

Però sono solo.

Non è una solitudine fastidiosa, ma è pur sempre solitudine.

Ho ancora miei pensieri, i miei ricordi e la mia fantasia.

Penso ai miei affetti, ai miei figli, mia moglie, ma senza struggimento, malinconia.

Anche loro saranno in un posto come questo?

Avranno i miei stessi pensieri?

Come se la caverà mia madre in un luogo di contemplazione? lei abituata a sbacchettare ventiquattro ore al giorno sempre ad accudire mio padre come fosse un neonato…

E papà? Tra serate con gli amici del circolo, la caccia, le bocce….per lui sarà un disastro.

E Lucia, mia compagna, come te la passi ….quì non ci sono palestre, amiche a cui telefonare, muffin da sfornare….

Sento che sto sorridendo.

Il nulla mi avvolge, il vuoto mi circonda come una calda coperta che conforta.

Non riesco a pensare al futuro, nell’immutabile.

Eppure i miei pensieri si ripetono, cambiano, e questa temporalità, questa successione, indica in qualche modo un tempo trascorso.

E il tempo è evoluzione, cambiamento.

O forse è un’illusione.

Forse è una simultaneità che non riesco a gestire, ancora.

Avrò modo di pensare.

Ora.

© Maurizios Stefanelli





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