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di Lisa Deiuri
Pubblicato su PBSE2019


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E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento,
né affanno, perché le cose di prima sono passate.
(Apocalisse di Giovanni, 19-22)

 

21 dicembre 2012, ore 14.00

Myriam chiuse il quaderno e lo infilò nello zaino.

Uscì dal dipartimento, percorse pochi metri sullo stesso marciapiede fino al bar, già pieno di studenti affamati e si incuneò tra la massa di sciarpe, cappotti e berretti, puntando verso il bancone.

Mancavano quattro giorni a Natale e si ricordò di non aver ancora comprato il biglietto del treno.

Era in seconda fila quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla destra.

Oltre le lenti appannate degli occhiali le sembrò di vedere suo fratello.

“Adam?”

Il giovane alto e bruno che la sovrastava di abbondanti venti centimetri sorrise.

“Un panino al prosciutto cotto e una coca, grazie.”

Il ragazzo pagò e senza curarsi di lei andò verso il fondo del bar.

 


21 dicembre 2012, ore 14.00


Adam entrò nel locale pieno di studenti con una sigaretta spenta fra le labbra.

Erano passati esattamente cinque mesi dall’incidente e la mano destra aveva ripreso a funzionare quasi del tutto.

Con gli incubi notturni e le allucinazioni diurne, invece, non andava altrettanto bene.


“Adam.”


La voce di Myriam durava quanto un pensiero e lui aveva imparato a ignorarla per non impazzire.

“Un panino al prosciutto cotto e una coca, grazie.”

Pagò e tenendo sollevato il pasto sopra una cinquantina di teste cercò di raggiungere il fondo del bar.

 


21 dicembre 2012, ore 14.15


Myriam era di nuovo all’aperto. Aveva iniziato a piovere. Decise di rientrare in dipartimento e aspettare l’inizio della lezione pomeridiana. Risalì lo scalone fino al secondo piano e imboccò il lungo corridoio semibuio che portava all'aula.

Vicino alla bacheca incrociò Lili ma la sua amica tirò dritto.

“Lili! Ehi, Lili!”

La rincorse e quando fu a un palmo da lei, improvvisamente, si trovò di fronte Mirza.

Cosa ci faceva lì il suo ragazzo?


Fu colta da una strana nostalgia. Il sentimento scomparve di colpo appena vide Lili e Mirza unire le bocche in un bacio. Lo stupore mutò rapido in sgomento, poi avvertì qualcosa di molto più oscuro salire dallo stomaco alla gola. Come in quei sogni nei quali vorremmo tanto urlare e non riusciamo, così Myriam rimase a guardare il loro abbraccio dietro una lastra di silenzio.

 


21 dicembre 2012, ore 14.15


Lili si staccò da Mirza. La nausea le aveva serrato lo stomaco.

Dopo l'incidente, quando chiudeva gli occhi, capitava spesso che Myriam apparisse e Lili cercava di difendersi.


Se la sua amica fosse stata un po' più furba avrebbe capito con chi si era messa. Sedurre Mirza era stata la cosa più facile del mondo, ma non era servita a far ingelosire Adam.


Perché Myriam la perseguitava? Lili era già stata punita: Adam adesso la disprezzava e Mirza faceva leva sul suo senso di colpa per tenerla legata a sé.


“Usciamo di qui.” disse.

Mirza sbuffò ma la seguì. Con Lili si sentiva vivo. Che male c'era a godersela un po'?

 

21 dicembre 2012, ore 14.15


Myriam lasciò il dipartimento. Mentre saliva sull’autobus diretto alla stazione dei treni pensò che per lei il mondo era finito il giorno dell’incidente. Insieme a Adam, aveva perso tutto. Che Lili e Mirza facessero quello che volevano. Non le interessava più.


L'atrio della stazione era affollatissimo. Mancavano quattro giorni a Natale.

Il primo treno utile era quello delle quindici.

Desiderava solo tornare a casa.

Salì a bordo del treno, prese posto a sedere e si addormentò.

 

21 dicembre 2012, ore 14.15


Adam uscì dal bar con la sigaretta spenta fra le labbra.

“Adam ti ricordi quella volta che eravamo in campagna dai nonni?”


Adam rivide l’erba verde, gli alberi neri, i cerchi nell’acqua del lago dove andavano a caccia di ranocchie. Sentì sua sorella cantare e poi gridare: Adam, attento!


C'era mancato poco che finisse in tragedia: il tronco sul quale stava seduto si era spezzato. Adam era caduto nel lago e aveva rischiato di annegare.

Un tuffo nell'acqua nera e gelida, l'ultimo ricordo prima dello schianto e del lungo black out dal quale si era risvegliato con la certezza di aver perso tutto.

 

21 dicembre 2012, ore 15.00


Mirza afferrò Lili per un braccio.

“Fermati!”

La ragazza si divincolò.

“Lasciami in pace!”

Mirza allargò le braccia.

Lili gli lanciò un’occhiata carica di disprezzo.

“Mi fai schifo!”, urlò. Poi corse via, accompagnata dal rumore dei tacchi che battevano sull’asfalto.

 


21 dicembre 2012, ore 15.00


Myriam aprì gli occhi.

Oltre il finestrino, la campagna avvolta nella nebbia non le era mai sembrata così dolce.


Un uomo vestito di grigio si sedette di fronte a lei, la guardò per un attimo con simpatia, poi scomparve dietro al suo giornale.


Il Piccolo, 21 luglio 2012

Schianto in Costiera fra le quattordici e le quindici. Due ragazzi e due ragazze, delle quali una, M.D. purtroppo è morta in ambulanza, sono stati coinvolti in un terribile incidente causato dall’eccessiva velocità e, forse, da un malore del conducente.

I tre giovani superstiti, A.D, M.C e L.R., sono ricoverati in ospedale. Due sono feriti in modo lieve mentre il ragazzo che guidava l’auto e che pare fosse il fratello della vittima, si trova in coma farmacologico a causa dei gravi traumi riportati. -


L’uomo chiuse il giornale e lo ripiegò con cura. Sollevò il polsino della camicia e, dopo aver controllato il cronografo, disse: “Si è fatto tardi, sono le tre, Myriam, è ora di andare”.

 

21 dicembre 2012, ore 15.00


Adam aprì le labbra e lasciò cadere la sigaretta.

Mancavano quattro giorni a Natale e lui non aveva comprato un regalo per la sua ragazza.

Aveva conosciuto Eva durante la degenza ospedaliera. Lei veniva a trovare la madre. Eva era quanto di più lontano dalle sue coetanee avesse mai incontrato.

© Lisa Deiuri





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