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Il piano di Dorothy Canfield
traduzione di Tania Ianni
Pubblicato su SITO


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I
Era caratteristico della autoanalisi incessantemente viva di Frederika che uno dei più intollerabili elementi della sua miseria fosse la banalità della situazione. Seguendo ogni passo del'irritantemente familiare pellegrinaggio mentale venne la convizione della totale mancanza di novità nella sua sensazione. Era come se la'ridità della sua vita esteriore penetrasse al centro del suo essere, e lei non poteva persino soffrire tranne che in un modo logoro e liso.
La vera ambientazione della scena era banalmente appropriata, rifletteva lei, mentre guardava intorno la piccola stanza, spoglia tranne che per il grande piano, e notò che il fuoco ai piedi di suo marito si era consumato in ceneri bianche. Il suo viso magro, bello non si muoveva dalla sua espresione di stanchezza quando questo dettaglio richiamò la sua attenzione, sebbene il suo commento non pronuciato fu acre:" Proprio la cosa che un romanziere francese di secondo grado inserirebbe come una parte economica e triviale di simbolismo."
I suoi occhi rimasero a lungo su suo marito dopo di questo, in una avversatamente minuta indagine della sua figura, rilassata sulla sua poltrona, il collo che sporge allo esterno in un rosso panino nonostante il colletto non allentato della sua uniforme.Lei notò come le linee dritte, severe della sua giacca da ufficiale evidenziassero le linee brutte di una vita troppo larga, e lei ricordava, ancora con nessun cambiamento esteriore nel suo viso senza spirito, che dieci anni prima aveva pensato una uniforme un capo di abbigliamento diventante, che dava colore e carattere alal vita militare, solo in una epoca commerciale.
E finora lei non era stata una giovane ragazza, ignorante e inesperta, quando si sposò. Aveva pensato che riconosceva inoconfondibilmente la chiamata dello amore come più forte dei diritti della sua arte, che la umanità in lei era più vitale della musica. Aveva avuto voglia di conoscere la vita e che poteva pesare quello a cui stava per rinunciare,definitivamente, contro quello che stava ottenendo. Lo aspetto asciutto, commerciale della sua frase improvvisamente venne a lei, e il uso inesorabile sendo di giustizia, persoino a se stessa, la fece ritrattare. Era non solo quello che lei era a ricevere da Dick che la aveva influenzata, era quello che poteva dare al gigante ruvido, silenzioso; era il grande e gioioso sacrificio di una carriera musicale brillante ai suoi interessi; era la possibilità rara e romantica di mostrare se stessa degna di un amore potente e capace di ricambiarlo rinunciando a tutto quello che il popolo più avaro considerava prezioso- agio, varietà, denaro, reputazione,successo, il suo nome dorato per tutte le anime amanti della musica. Lei aveva pensato tutto questo di poco invano accanto al fuoco inestinguibile della affezione e devozione che nutriva dentro se stessa per Richard Farrington. A ciò per la prima volta la sua bocca si attorcigliò in un sorriso beffardo, e guardò di nuovo al mucchio di bianco e grigio tra i andirons.
E quanto ugualmente insignificante era lo estinguersi del fuoco allo uomo dormiente! Un altro, anche se dormiva, si sarebbe svegliato, tremando, e sentirebbe la desolazione fredda della stanza e del suo cuore, ma Dick si alzerebbe solo per andare a letto così che possa essere fresco per la sveglia del mattino, quella odiosa chiamata alla azione nella chiara luce della alba che era diventata così insopportabile per lei. Ed in seguito rimarrebbe fuori tutto il giorno sul terreno-trapano, protestando paternamente sulle sue reclute, e riempiendo i momenti liberi di resoconti infantilmente dettagliati di ogni respiro tirato sul piccolo remoto posto occidentale che il governo a Washington eseguì e Dick si lietava di fare. E di sera tornerebbe ai quartieri mal costruiti degli ufficiali, mangerebbe la cena con una robusta mancanza di considerazione per quello che era,si farebbe cadere pesantemente nella sua poltrona di fronte al fuoco, chiederebbe doverosamente a sua moglie di giocare con lui, e si assopirebbe come aveva fatto stasera, non notando che lei era seduta in silenzio.
Per se stessa, come in un congegno ingegnoso di molti specchi multiangolari, lei vedeva la sua figura affloscantesi in ogni luogo che guardava, sedendo come faceva ora, dinanzi ad un freddo focolare,con le lunga dita da musicista inattive nel suo grembo e i suoi pensieri auto-sprezzanti occupati dietro il suo viso impassibile. Si diceva impazientemente che invidiava donne irragionevoli che potevano ottenere una perversa soddisfazione dalle condizioni responsabili per quello per cui loro stesse erano responsabili. Questo sarebbe una variazione dalla vista chiaramente senza speranza che volgeva i suoi pensieri inesorabilmente su se stessa.
Non poteva biasimare Dick per essere quello che era. Quando lo sposò, lui le aveva detto costantemente e onestamente che era un ruvido, inerte, incompleta creatura, tutto soldato e mezzo uomo, il suo cuore uscente in un ricorrente impulso ad uno dopo l'altro dei gruppi di animali zuppi,sfuggenti che gli erano affidati per farne soldati. Lei ricordava come lui era stato mosso a paura cieca dalla sua passione e la grandezza del suo sacrificio di sposarlo, e si era sforzato inarticolativamente per dirle che lei si era sbagliata su di lui; che, sebbene il suo amore per lei era tutto la sua personalità al di fuori della professione, ancora non era degno del suo amore per lui-- il suo amore era costituito di tale sottile, sottile comprensione e chiara, vivace fiducia.
II
Lei si muoveva nervosamente nella sua sedia, punta dal suo apatico disgusto con se stessa ed il mondo da uno improvviso tentativo di mortificazione. Quanto scioccamente avevano parlato quando erano fidanzati! Non poteva dire come era accaduto. Sembrava come un fantstico sogno; e come era sveglia e sbadigliante in una noia mortale ed eterna, e Dick----Lei lo guardò di nuovo. La sua testa pendeva più pesantemente verso la sua spalla di prima, e il suo respiro era più forte. Ad ogni respiro verso lo esterno le sue labbra soffiavano con un vago, antipatico suono di fischio. In circa cinque minuti avrebbe iniziato a russare. Lo avrebbe svegliato, lui avrebbe sollevato lo sguardo, annuito, forse dato un buffetto alla mano di lei, e si sarebbe sistemato in una nuova posizione per russare di nuovo. Nè lei poteva biasimarlo per questo. Un giorno di esercizio attivo fuori porta in quel vento sempre radicale—cosa poteva lei aspettare?
Questo non era il punto. Cosa si era aspettato lei? Cosa poteva aspettarsi? Con uno scrupolo di auto-sospetto lei si chiedeva se era così irrisorio come essere delusa perchè Dick era un ufficiale troppo buono con le recrute e i soldati semplici mai da essere avanzato a più spettacolari posizioni.
Aveva sognato lei di essere la moglie di un generale, di avere il rango sociale e il prestigio in qualche società metropolitana? Ricordando la sua ammirazione fuori luogo da scolaretta per la uniforme di Dick, cercava nella sua mente le tracce di una altra vena di cattiveri nel suo malcontento. C'era persino una cessazione del dolore noioso di sconforto quando lei guidava questa nuova richiesta a casa alla più intima velocità del suo cuore; ma in un momento lei faceva un lungo respiro e nuovamente cambiava la sua posizione.
No, lei non era così bassa per questo. Non c'era un tale positivo elemento come la ambizione delusa nella piatta negazione della sua depressione. Aveva sposato Dick perchè lo amava, e perchè quello amore significava per lei più della sua arte; ed ora lei non lo amava, e la sua arte era perduta per lei. Sollevò la mano per proteggere gli occhi dalla lampada, e notò quanto costantemente rimaneva drtta quando ammetteva che lei non amava più suo marito. Il più terrificante cataclisma della vita di una donna era su di lei, lo ammetteva a se stessa così languidamente che la sua mano non tremava.
Non c'erano, infatti, aspetti positivi della sua condizione da farla tremare. Disse seccamente a se stessa che in un aspetto almeno lei differiva dalla eroina antipatica e familiare del liso romanzo francese. Lei non smaniava dalla voglia di un alro amore, avendo perso il suo primo. Lei aveva perso non solo il suo amore per suo marito, ma il suo amore per lo amore. Lei tremò al pensiero di collocarsi sempre di nuovo in quel labirinto di auto-illusione, di sentire sempre nuovamente quella insanità febbrile di emozione. Era curata una volta per tutte--" un bambino bruciato".
Ricordò senza un tremore, così non commossa la lasciava, lo improvviso scoppiao della passione di un giovane luogotenente nel posto in cui per la ultima volta erano stazionati, e ricordavano con un mezzo sorriso come il suo fervore era stato congelato in una sorta di terrore del suo isolamento impossibile. Nemmeno la sua improvvisa vergogna lo aveva fatto sbagliare la sua attitudine per la virtù cosciente. Lui la aveva chiamata inumana—un epiteto, rifletteva lei, che era più vero della maggior parte di quelli di gioventù amorosa e delusa, e probabilmente molto più vero di quanto lui affatto realizzasse. Il suo ardente, impudente fare lo amore non la aveva commossa. Lei sistemò un anello su un lungo, forte dito con la riflessione che nulla poteva muoverla.
Ed adesso la successiva raffica di vento portò un improvviso picchiettio di pioggia autunnale sul tetto di stagno, lei si mosse ai suoi piedi, e corse per la stanza come una ragazza, per chiudere la finestra sul piano, passando una mano ansiosa sulla superficie impeccabile per rilevare la umidità. c'era qualcosa che poteva commuoverla, e lei diede un piccolo sussulto di ringraziamento per sentire il suo cuore battere forte. Era ancora viva, sebbene imprigionata in una tomba. Ma la cosa la teneva viva era una emozioen per sempre insoddisfatta. Guardò il grande piano, tentacolando il suo grosso nonguadagnatemente attraverso la maggior parte della stanza piccolissima, con devozione non ragionate, semi-isterica. Aveva salvsato la vita della sua anima, pensava tra sè, e un nodo le venne in gola al tocco freddo, liscio dei tasti. I mucchi di musica sul piccolo tavolo accanto di fianco erano come tante lingue, chiamandola quella bellezza ancora viva nel mondo. Ma essi anche gridavano che era persa per questo, e questo per lei.
Nell'appassionato lamento sulla sua realizzazione che stava sentendo la mancanza di tutto quello che la vita significava per lei , si esonerava orgogliosamente da molta vanità personale e disappunto egoistico. Non pensava al futuro brillante che i suoi insegnanti le avevano promesso, alla reputazione internazionale che era stato dentro il suo comprensione. Non era un essere così povero da rimpiangere il suo nome a larghe letter sui poster. Quello che affittava con intollerabile senso di ribellione contrro il destino era il pensiero di tutto il bel regno di gioia che avrebbe potuto fare per se stessa e migliaia di ascoltatori; la consapevolezza ispirante della attualità, il potere, le invincibili forze di bellezza che potrebbe aver dato loro.
Ed era ancora sua, nei momenti benedetti, grazie al brutto mostro nero dinanzi a lei. Persino nella sua emozione aumentante dava un onesto pensiero all'uomo dinanzi al focolare—come aveva sempre lavorato sodo e inventato e padroneggiato la circostanza così che poteva aver il suo genio con lei; e sempre con una incapacità così vacante e di buona natura fa comprendere un pezzettino di quello che significasse per lei, che il suo sacrificio non era invano—era persino odioso a lei-- una profanazione!
Sedeva dinanzi al piano, tremando con una preveggenza di emozione da venire, e depose le mani caramente sui tasti. Appena scivolò nel primo movimento della sonata di Beethoven in F minore, avvertì la sua apatica stanchezza rompersi e dissolversi. Lo ultimo movimento cioca di esso, che per un momento la accecò al glorioso etere in cui la musica spazzò lei, era il riflesso sardonico che il solo valore esteriore del suo talento ora era che risvegliava il marito, così che potesse spostarsi ad una posizione più facile, col fragore delle corde invece di una mano sulla spalla.
E allora, mentre la sonata durava, era trasfigurata-- tradotta da una felice magia in mondo tutto gioia, dove ogni dolore è bello. Come una colonna senza vista la musica saliva solennemente e la chiudeva in una torre fatata di salvezza da se stessa.
Lo ultimo movimento finì, la ultima corda fu colpita, lo ultimo eco si estinse, e giù da intorno a lei si sciolsero i baluardi di sfuggita della sua anima.
Era seduta tremante sullo sgabello, aspettando la ammirazione cafone, allegra,che mai difetta di suo marito. Lei non lo guardò, ma sapeva precisamente lo aspetto del suo viso, vacua di stanchezza e vagamente coloratre di un interesse assente e consapevole nella sua arte. Lui non parlava. Lei si voltò acutamen te intorno per avere lo incidente sopra con, e lo vide seduto come lei ho aveva notato, ma con la testa completamente pendente sulla sua spalla.Lo faceva sembrare un uomo che è stato appeso.
"Dick!" chiamò lei perentoriamente.
Lui non si mosse. Qualcosa dello aspetto della sua mano, caduta dalla sedia—braccio e pendente pesantemente. Lei teneva il respiro,e udiva sussulti stertorei che le causavano svenimento. Lei si scagliò verso la sedia, e cadde indietro sconvolta alla maschera dalle labbra blu di orrore che pendeva sulle spalle di suo marito.
III
Dopo la ultimo disperato espediete era stato provato, sembrava a Frederika che una ora di suspence agonizzata passò prima che il dottore sollevasse la sua bianca testa dal petto dello uomo malato. In risposta alla sciupata richiesta nei suoi occhi lui annuì e fece un lungo respiro.
" Lui ce la farà—questa volta! Probabilmente sarà cosciente tra pochi minuti. Giri fa questo lato. Vuole vedervi prima".
Ancora con gli occhi piegati sul viso dello uomo abbattuto dal dolore, con una mano sul cuore e una sul polso, luo continuò:" Ho avuto paura di qualcosa di questo genere fin fa quando venne al posto. Lo ho avvertito del suo cuore solo pochi mesi fa, e gli ho detto di stare calmo quanto potesse,ma lui---"
La donna lo interruppe, con una viva punta di apprensione nella voce. " Oh, dottore, non significherà il suo dover rinunciare e tornare a Washington o New York? Gli spezzerebbe il cuore rinunciare alla sua vita attiva! E' totalmente soldato,lo sa!".
Lei parlava con un accento di orgoglio che divenne uno struggente tremolio mentre continuava:" Ma, oh, cosa importa ora che è vivo! Ora che io ho di nuovo lui! Oh, dottore, non lo faccia morire! E' tutto quello che ho al mondo"
Questo alla fine disse in tono di tale semplice e sentita convinzione che il dottore non trovò alcuna risposta da porre, e sedettero in silenzio, ciascuno su ogni lato nello uomo malato.
Il fuoco ardente alto ai suoi piedi gettava uan forte tremolante luce in ogni angolo della disordinata stanza, piena di apparecchi da stanza crudele assemblati nella più frenetica fretta. Il piano, come quasi il solo articolo di arredo accando alle sedie, era carico di una strana collezione. Lavandini di acqua caldo con vestiti pendenti a lato, un mucchio di ghiaccio rotto, una bottiglia rovesciata dalla cui bocca aperta un denso liqudo nero stava gocciolando lentamente sui tasti, una pila di stracci bagnati di flanella ancora mandanti vaghi fili di vapore, e un rotto termos di ammonia, i cui contenuti avevano lasciato bianche tracce sul legno pulito.
I capelli di Frederika pendevano in un dedalo disordinato attorno alle spalle. Le sue mani, gonfie e rosse per il manipolare vestiti caldi,erano chiuse attorno al suo petto come per mantenere il suo cuore nel suo petto, e i suoi occhi profondi mai per un momento lasciarono il viso di suo marito.
La sfuamtura bluastra stava gradualmente affievolendosi dalle labbra di lui. Appena la sua approvazione rilassata in linee di pace lei si chinò su di lui in una frenesia di attenzione , ma quando lui aprì gli occhi e guardò lei in maniera riconoscibile, lei iniziò a piangere silenziosamente, come un bambino.
Lui mise fuori la sua mano debolmente, essendo il suo primo impulso di confortala.
" Non piangere, Freddie, cara", sussurrò lui. " Non lo farò se a te non piace avermi----"
Lui si fermò, la sua voce fallendogli, improvvisamente realizzando la sua situazione, e cercando inutilmente di sollevare la testa. Sua moglie recuperò la sua mano e la tenne alle sue labbra, quando il dottore venne velocemente alla spiegazione.
" Non muoverti, vecchio uomo. Abbiamo avuto abbastanza guai con te come è. Hai avuto uno di quegli attacchi che ti ho profetizzato.E'venuto, ma tu non hai avuto brutte conseguenze per questo, grazie alle circa due ore più difficili che io abbia mai inserito-- ma per lo più grazie a tua moglie. Ha mancato alla sua vocazione. Sarebbe stata una infermiera addestrata."
Lo uomo malato sorrise, le sue labbra gonfie attorcigliantesi in un grottesca e patetica smorfia.
"Non c'è nulla che sappia fare, dottore." E poi con un improvviso accento di orrore, " Oh, Freddie, cara, cosa hai fatto al tuo piano? Sarà rovinato!"
Provò ad alzarsi, una ansietà distratta nella sa voce.
Il fuoco ardeva alto e in un salto tremolante condusse la selvaggia confusione dello strumento vicino a loro. La musicista lo sorvegliò per un momento con occhi non visti—bianco e disattento. Poi si voltò impazientemente a suo marito, mise le braccia attorno a lui, e ancora singhiozzando un pò, mise la testa sulle sue spalle. Un momento più tardi cercò ciecamente le sue labbra e lo baciò la febbrilmente bocca gonfia di lui con un fervore così profondo che mandò via il dottore.
" Venga, Mrs Farrington" disse quando lui tornò al focolare, " piacevoli emozioni non faranno male al nostro paziente,ma non dobbiamo farlo preoccupare. Il piano sta bene, capitano; ed ora, mia cara signora, se posso avere un bicchiere di limpiada acqua fredda garantisco di renderlo pronto per il letto in mezza ora. Questi attacchi passano tanto velocemente come arrivano."
La donna si alzò all'erta dalle sue ginocchia e andò alla porta. Mentre oltrepassò il piano la sua gonna si impigliò su un secchio di acqua che era vicino allo sgabello, e chinandosi per liberarsi lei sfiorò una mano contro i tasti. Al tocco si mise improvvisamente eretta, elettrizzata, guardando il piano come se lo vedesse per la prima volta.
"Oh!", disse in tono basso, con un respiro acuto, e lo fissò con fiera attenzione. La sua voce salì di una ottava."Oh!"gridò con una intonazione enigmatica, e voltandosi, fissò i suoi occhi su suo marito con una strana e ambigua espressione di stupore. Guardò di nuovo il piano, e poi andando rapidamente al fuoco, lei si inginocchiò accanto allo uomo malato e prendendo la sua larga mano quadrata nella sua la baciò.
Il dottore la seguì fuori dalla stanza con gli occhi." Capitano Farrington, fallimento del cuore o no, io vi invidio. Con tutta la eccitazione delle ultime due ore il pensiero che è stato in cima nella mia mente è stato che lei è un uomo molto fortunato. E' crudeltà positiva mostrare un vecchio scapolo senza cuore tali profondità di affetto! Mi fa sentire come se stessi morendo di freddo in vista di un fuoco ardente."
Il soldato sorrise umilmente." Cosa mai ha visto in me---"
" Non è solo quello che lei ha visto in lei, è quello cheh lei continua a vedere in voi ora. Lei non inizi a meritarlo-- ed ora in qualche modo deve! Non oserei mai sposare una donna così. Sarei sicuro che non riuscirei a mantenere un tale affetto.Buon Dio! Veder lei guardarla quando stavi arrivando---dopo dieci anni di vita matrimoniale!"
Il capitano Farrington parlò conuna solennità grave e da regazzo." Non puoi sapere cosa sia—nessun uomo che non sia sposato può!Non è solo la passione di un momento di ansietà. E' la qualità mai vacillante, mai esitante dello amore di una vera donna. Un uomo cheh è sposato ad una buona donna che lo ama è in una oasi di pace che il paradiso non può migliorare.La sicurezza di questo—la certezza benedetta!".
Il dottore si alzò ai suoi piedi ed iniziò a calare le bottiglie nella sua sacca da medicina ai loro portalampade.
" Si, io so", citò sentenziosamente col tono di un che proferisce una verità assiomatica auto-evidente." L'amore di un uomo è una cosa a parte nella vita di un uomo; è la intera esistenza di una donna!".

Dorothy Canfield Fisher (1879 – 1958) scrittrice statunitense popolare all'inizio degli anni '20. Attivista sociale ed educatrice (portò il metodo Montessori negli stati uniti e patrocinò estensive campagne per l'educazione degli adulti) fu elencata da Eleanor Roosevelt fra le dieci donne più influenti negli Stati Uniti.
Il suo lavoro più noto è probabilmente "Understood Betsy", un libro per bambini la cui protagonista è una piccola orfana che viene mandata a vivere dai cugini nel Vermount.  (Fonte WIKIPEDIA)

© Dorothy Canfield
Traduzione a cura di Tania Ianni







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