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Pietre lunari, intrighi e prebende
di Gian Paolo Guerini
Pubblicato su SITO
RACCOLTA DI POESIE Foglia su Foglio 2004
32 pp.
(fuori collana) ISBN
N/A Una recensione
di
Alessandro Canzian
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“Pietre lunari, intrighi e prebende, è una sorta di preview di Pietre miliari, intrighi e prebende, una pièce teatrale di 1412 pagine, la maggior parte invisibili, e una sorta di postview di Pietre biliari, intrighi e prebende,” sono queste le parole, di pugno dell'autore, che introducono quest'opera tanto breve quanto densa di giochi e arrovellamenti lessicali. Per un'esigenza tutta italiana si tenderebbe a cercarvi delle assonanze con certa letteratura neobarocca, o con certo teatro sperimentale, senza per questo riuscire a trovare punti cardinali adeguatamente saldi per muoversi all'interno del volumetto. “Perchè se in un libro non ci si perde, in senso drammatico, quasi teologicom allora è probabile che quel libro non esista nemmeno” si legge in citazione da Giorgio Manganelli in luogo di prefazione. E parole non potrebbero essere più adatte a questo dialogo tra figure quasi metafisicamente identificate da nomi quali g e k che nell'economia della raccolta divengono g sancta sanctorum, k omnia munda mundis, g torna con le pive nel sacco, k nodo gordiano, g la dà a bere, k ciurla nel manico, e via dicendo, inframezzati talvolta nel loro dialogo assurdo e convincente da un coro (sottovoce) di rara potenza dialogica. Dove l'unico punto fermo pare essere proprio la metaletteratura di quella virgola a chiusa del titolo: Pietre lunari, intrighi e prebende, . Storie, riflessioni, macerazioni intellettuali per un atto teatrale ma non solo che inizia con “Pietre lunari, intrighi e prebende, spessori che spezzano l'umido e inacidiscono i flutti” per concludersi con “(intuendo che è inutile qualsiasi discussione) L'equinozio. Ti resta quel cavallo fannullone dell'equinozio.”
Recensione di
Alessandro Canzian
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