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Dopo aver ritirato le foto dal fotografo vi è mai capitato di dare uno sguardo anche ai negativi? Avete mai osservato le immagini impresse sulla pellicola? Simone Olla in “Fotogrammi da masticare”, una raccolta di cinque racconti, la prima pubblicazione per il giovane scrittore sardo, guarda la società contemporanea e attraverso la descrizione sottile e l’osservazione ironica ne offre dei fotogrammi. Difficile definirli dei racconti quelli di Olla, sembrano piuttosto cinque quadretti che colpiscono per la polpa del colore sulla tela, degli spaccati di vita che scorrono davanti agli occhi del lettore offrendo un’immagine in contro luce della società di oggi. Il ritmo della narrazione è veloce, i cambi di quadro sono continui, talvolta le immagini, sparate come dei flash, sembrano non concatenarsi tra loro. Fotogrammi. I temi sono quelli della critica alla società, di quelli che valgono in ogni tempo: l’ostentazione della ricchezza, gli amori inautentici, il desiderio di essere famosi, il falso perbenismo, ma quello che colpisce è l’originalità con cui ci vengono proposti. “Avanzi di un sabato d’estate”, il lavoro trainante della raccolta, è il racconto di uno sguardo. Pino, affacciato alla finestra, osserva i personaggi che sfilano lungo la strada intenti a raggiungere la rinomata località cagliaritana di Villa Simius. In un ritmo da carillon, sfilano “a passo d’uomo” personaggi famosi e ragazzi qualunque accomunati non solo dalla medesima meta ma dal fatto di essere sottoposti, ignari, allo sguardo di un osservatore che in modo dissacrante strucca le loro maschere, denudandoli e uguagliandoli. Pino descrive due situazioni, quella che si svolge davanti a lui e quella alla sue spalle, dentro la sua casa: una pizza tra amici. Ma non interagisce con esse. Dunque, a metà tra due distinte, scene vive la sua condizione di solitudine e di “estraniato”. Ed è proprio il trovarsi in una “zona limite” dell’esistenza che avvicina i protagonisti dei cinque racconti. In “Una donna d’altri tempi” infatti Olla narra la vicenda di un ragazzo che assiste alla reazione di amici e parenti che lo credono, erroneamente, morto. E, non a caso, nel racconto si fa riferimento ad una partita a scacchi. Niente di più simbolico: dalla scelta di una sola mossa può cambiare l’intera partita. Oppure niente di più pirandelliano: come non vedere nel giovane ragazzo un’eco di Mattia Pascal. Ma cambia il finale: nella dimensione circolare del racconto tutto torna al suo posto, “tutto è rimasto com’era, ci mancherebbe!”. Perché? Perchè dalla realtà non possono scappare i burattini di Simone Olla. Anche Giorgia Casti, protagonista del racconto “Indigesta stanza” vorrebbe fuggire da una vita coniugale che la disgusta e da un marito al quale ha detto troppi e noiosi sì, ma non vi riesce. Nella critica alla società moderna c’è spazio anche per i drammatici eventi contemporanei, e qui il gioco letterario si fa ancora più sottile. In “Diversamente uguali” un professore legge tra i quotidiani tre titoli diversi dell’attentato dell’11 settembre, offrendone tre diverse interpretazioni. Per concludere, il racconto più criptico, “Rimane solo cenere” che in apparenza sembra narrare la storia di un abbandono ma che in realtà rivela molto di più. Lo si legge Olla, ma non tutto d’un fiato. Lo si legge e lo si rilegge e si cerca di capire. Ciò che sorprende è che il giovane scrittore ci costringe in questo modo a ritornare sui temi e sulle polemiche da lui affrontate quasi in una sorta di sfida, come se non ci si potesse permettere di abbandonarlo. Ma questo lo si scopre alla seconda o terza rilettura.
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