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ROMANZO Edizioni Clandestine 2006
Prezzo €
10 -
168 pp.
(collana Narrativa tascabile) ISBN
9788889383582 Una recensione
di
Dario Alfieri
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Votanti:
107 Media
77.01 %
Nemmeno Dio non è il solito romanzo giallo: quello che all'inizio si presenta come una classica caccia al serial killer, si trasforma poi in una storia di ingerenze interplanetarie. È la seconda volta che Progetto Babele si interessa di Claudio Gianini. Abbiamo già avuto modo di apprezzare la sua perizia tecnica; in Black Out (2004) s'è potuto riscontrare di già come la mente avvezza all'”aridità” delle formule che-dicono-tipica di un ingegnere, quando opportunamente indirizzata, sapesse dare vita a frutti di qualità. Nemmeno Dio non è da meno. Il romanzo cattura l'attenzione del lettore grazie al susseguirsi di una serie di delitti misteriosi: al cadavere viene spiccata la testa dal corpo, ed è probabile venga anche trapanata. Quale uomo sarebbe capace di tale spregiudicata efferatezza? Le vittime sono tutte persone importanti. In mezzo alla scena giganteggia la figura del colonnello Trevis (“Ho quarantacinque anni e da oltre venti faccio lo sbirro”): la faccia dura, una vita difficile alle spalle, tante donne tutte tragici ricordi, tante fitte che affondano nei precordi. Ogni pagina del libro trasuda la pesantezza di un vivere senza sollievo. L'esistenza di un commissario alle prese con un (o forse più) assassino seriale può essere molto difficile, specie se tormentato da una fastidiosissima insonnia, da un amore che non è quello che si vorrebbe, che non è quello che si è perso, specie se circondato da figure grigie, da gelidi cattedratici, da fantasmi irriducibili, da bande di giovani, tanto sicuri di essere in possesso della chiave giusta per decodificare il mondo circostante, da sembrare inquietanti tanto quanto una serie di delitti inspiegabili. E se poi fossi sfiorato dal dubbio di aver vissuto una vita che non ti appartiene? Se venissi a sapere che forse sei altro rispetto a ciò che credevi? Forse è un sogno, o forse è Matrix. Insomma, il libro si lascia leggere, centra il bersaglio cui mira, rispetta i canoni, è ben scritto e ben ideato; tuttavia, secondo il modesto parere di chi l'ha letto, ci sono delle parti criticabili, compendiabili in questo: il protagonista ricorda troppo da vicino il Rick Deckard di bladerunneriana memoria, e poi il finale, a sorpresa sì, ma forse svilito dal troppo evidente tentativo di voler sorprendere.
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