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Albergo Belvedere
di Michela Fassone
Pubblicato su PB14
ROMANZO Il foglio 2004
Prezzo €
8 -
80 pp.
Collana Giallo e nero ISBN
78 Una recensione
di
Annamaria Trevale
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Votanti:
135 Media
79.33 %
Questo primo, breve romanzo di Michela Fassone, classificatosi secondo al Premio Giallo Estate a Roma nel 2001, contiene tutti gli elementi del “giallo” classico cari ai più celebri autori del passato, quelli che gli amanti del genere sanno di poter trovare, ad esempio, nelle storie più avvincenti di Agatha Christie.
La vicenda si svolge infatti, secondo uno degli schemi fondamentali del “giallo”, in un luogo circoscritto, in questo caso un vecchio albergo in stile liberty situato in un piccolo ed imprecisato villaggio di montagna, dove il protagonista, un anziano medico ormai in pensione, si trova a trascorrere un periodo di vacanza durante l’inverno: il ritrovamento da parte del suo cane, nel corso dell’abituale passeggiata mattutina, di un cadavere riverso nella neve, lo trasforma improvvisamente in aiutante del giovane ufficiale dei carabinieri incaricato delle prime indagini.
Il medico sembra assumere questo ruolo quasi controvoglia, tuttavia ciò lo porta ad instaurare un rapporto di simpatia e stima reciproca con l’ufficiale, che sembra spronarlo a farsi parte sempre più attiva accanto a lui nella difficile ricerca della verità.
Tutto il personale e gli ospiti dell’albergo assumono quindi, inevitabilmente, il ruolo di possibili assassini, o almeno di persone in qualche modo coinvolte in una vicenda che tende a farsi da una pagina all’altra sempre più complessa: furti e delitti si aggiungono al primo ritrovamento, in un crescendo di tensione, fino ad arrivare ad un ben congegnato colpo di scena finale, che forse giungerà non del tutto inatteso ad un lettore che abbia registrato quegli indizi abilmente disseminati nel corso della vicenda dall’autrice, com’è del resto doveroso da parte di chi scriva romanzi “gialli”.
Il libro è senza dubbio piacevole: l’ambientazione è molto tradizionale ma precisa, e i ritratti dei personaggi, per quanto convenzionali, appaiono plausibili, così che tutta la vicenda risulta ben congegnata, tuttavia lo stile a volte cade un po’ di tono, e non mancano qua e là piccole imprecisioni e qualche trascuratezza, che forse si sarebbero potute evitare semplicemente con una revisione più accurata del manoscritto prima della pubblicazione.
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