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Caffè valeriana vomito sigaretta
di Elisabetta Bilei
Pubblicato su SITO
ROMANZO Editore Ass. Culturale Il Foglio 2005
Prezzo €
5 -
60 pp.
Collana Autori contemporanei ISBN
8876060642 Una recensione
di
Angelo Angellotti
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Caffè, valeriana, vomito, sigaretta, come acqua, aria, terra e fuoco, elementi dell’ adolescenza comune a molte delle nostre vite.
Un titolo duro, apatico, quello del breve racconto di Elisabetta Bilei, che non potrà certo definirsi un “romanzo d’esordio” ma è sicuramente un buon inizio per la giovane scrittrice veneta.
Un romanzo quasi epistolare, poiché la finzione letteraria dell’autrice ci regala un testamento, a parti invertite, donato al padre, nell’ estremo, allegorico tentativo di restituirgli una vita persa e lacerata.
Vicende crude e metropolitane, annacquate da esperienze giovanili, dal mal di vivere, da una nausea che si mischia con le prime esperienze e difficoltà di un età in cui è troppo presto per essere adulti e troppo tardi per essere ancora bambini.
Confessioni a voce alta di chi s’affaccia per un istante, che durerà per tutta la vita, sul mondo dei grandi.
Cinquanta pagine che ci narrano la vicenda umana dagli occhi di un’ età indefinita, in cui il rifiuto di se stessi è il prezzo che si paga per accettare le violenze altrui.
Scrive bene la Bilei, immagini pennellate sapientemente, non superficialmente, parole non scelte a caso.
Le scene si susseguono rapide come in un corto cinematografico ed appesantiscono il lettore trasmettendo la stesso “schifo” provato dai protagonisti.
Un universo di contraddizioni in cui v’è l’esaltazione magnifica ed “incazzata” della donna, con i suoi traumi, le sue velleitarie rinunce.
Pochi cambi d’ambiente, il racconto segue un percorso ben definito anche se a tratti eccessivamente statico e, per questo, scontato.
Un buon inizio, purchè sia soltanto l’inizio, perché il talento dell’autrice maturi e segua evoluzioni che il primo racconto sicuramente non può dare.
La giovane età tradisce infatti un’ amore per la vita molto grande, quella stessa vita, protagonista della narrazione che, invece, ella tenta di rifuggire.
Ma il trucco, è facilmente scoperto dal lettore attento e smaliziato.
La trama, per le tematiche che la caratterizzano, andava alimentata di esasperato cinismo.
Ma tant’è e siamo felici di tale imperfezione, perché a vent’anni non si può essere cinici e, anche nelle notti più buie, la vita va sempre e comunque amata come dea e madre , come donna.
Recensione di
Angelo Angellotti
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