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Vittorio Baccelli è garanzia di qualità. Come sa chi ha già letto altri suoi testi, la sua è una letteratura d‘“entertainment“ che non scade mai nel banale. Dotato evidentemente di erudizione enciclopedica, la centellina con perizia nelle sue narrazioni, riuscendo a non essere mai pedante. Sia i temi che affronta, sia la maniera in cui “costruisce“ i racconti, contribuiscono a mantenere sempre vivo l’interesse del lettore. Con Quando il Cronodrome implose torna ad affidarsi alla fantascienza, usando questo genere non solo come tavolozza per un possibile futuro, ma anche come veicolo di satira sociale. La silloge ci presenta universi che interferiscono tra di loro e con il ‘passato‘, mondi che ci sono vagamente familiari per certe affinità con l’oggi (i personaggi di Baccelli usano tessere di credito e godono di “moduli abitativi“: ci ricorda qualcosa?) o perché li abbiamo già attraversati grazie alle opere di Philip K. Dick e William Gibson. Lo stesso autore non ha scrupoli ad ammettere la sua ammirazione per i due maestri del cyberpunk (sottogenere di cui a Dick spetta sicuramente la vera paternità), senza comunque pretendere di voler porsi al loro livello. Eppure, le sue visioni futuristiche brillano per originalità e ironia tutta italiana; è quello che si potrebbe definire “il marchio Baccelli“. Specificatamente nei racconti di questa raccolta vengono esplorate le possibilità multiple dell’Intelligenza Artificiale. Programmi di hacker che si rendono indipendenti fino a diventare identità umane a tutti gli effetti - solo senza il fastidio di essere carne-vincolati; ‘io‘ che si trasferiscono completamente in rete oppure nel corpo (magari dell’altro sesso) di una persona defunta; atti sessuali magnificati, nel momento culminante, dall’uccisione del soggetto “riproduttore“... Alcune delle storie vivono di un‘esultante comicità: è il caso di “Farfalla tatuata“ e di “Zeitgeist“, dove l’impaziente editore interloquisce con l’autore, un po‘ rimproverandogli di essere uno... scioperato. Ma, soprattutto, colpisce l’abilità di Baccelli a tracciare un arco tra le ipotesi di un avvenire totalmente cibernizzato (e neppure troppo remoto) e la realtà attuale. SF come critica del presente... “... chi si è opposto al nuovo ordine globale è stato praticamente fatto a fettine coi fili monomolecolari.“
Recensione di
Peter Patti
Recensioni ed articoli relativi a
Vittorio Baccelli
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