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La scienza vestita di fiaba
di Giuseppe Sermonti
Pubblicato su PB15
ALTRO Di Renzo Editore 2004
Prezzo €
12 -
96 pp.
Collana Ragazzi ISBN
8883230914 Una recensione
di
Carlo Santulli
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Personalmente sono convinto che una buona parte delle conoscenze scientifiche possano essere presentate semplicemente, se non addirittura narrate, specialmente perché un’infinità di concetti e di regole scientifiche sono in mezzo a noi, e non possiamo chiamarcene fuori, perché nel bene o nel male, ma più spesso nella loro indifferenza, influenzano il nostro vivere di ogni giorno.
E’ chiaro che sono di parte nel recensire questo libro di Giuseppe Sermonti, “La scienza vestita di fiaba”. Sermonti è un biologo di fama mondiale, e si dedica, direi come passatempo, alla scrittura di “commedie da tavolo”, un genere che non richiede necessariamente scenari e costumi. Bastano tre persone attorno ad un tavolo ed un libro, e la magia prende subito, insomma è un genere ideale per le lunghe sere invernali, e senz’altro meglio della TV. Meglio specialmente perché l’autore non manca di abilità nello scrivere i dialoghi, cercando di far tirare fuori a Biancaneve, Cenerentola e Cappuccetto Rosso la loro vera storia, o meglio, con una sottile ironia, cercando di convincere questi personaggi da favola di quello che sono realmente, per cui, se tutti e tre i personaggi sono fasi lunari, nell’eterna lotta del nostro satellite con la preponderante luce del sole, essi sono anche metalli, che diversamente si liberano dalla materia prima: così Biancaneve è l’argento, Cenerentola lo zolfo, e Cappuccetto Rosso il mercurio.
Non mancano intoppi, il primo tra i quali è il rischio di una lettura psicoanalitica delle favole, che ci ha abituato a vederle come favole sessuali: Sermonti non nasconde che questa lettura ci possa essere, ma vuole che i bambini di oggi possano andare in profondità nel capire queste bellissime ed eterne storie, senza esserne turbati, ma arricchiti. Il libro si conclude infatti con due lunghi indovinelli, sempre in forma di commedia, sul nano Tremotino che nasconde il suo nome, in un ritmo incalzante un po’ perso tra Gianni Rodari ed il principe della Turandot, e sulla favola di Hansel e Gretel, dove la strega si rivela una pasticcera tedesca particolarmente abile col pan pepato e perciò invidiata e non sorprendentemente, data l’epoca, processata per stregoneria. Su quest’ultima Sermonti rivela con chiarezza il suo scopo: è abbastanza chiaro che le fiabe nascono spesso per sublimazione della vita di tutti i giorni, se non addirittura dalla realtà sessuale o da fatti di “cronaca nera”. Tuttavia, le fiabe sono state anche utilizzate in tempi antichi, oltre che per divertire, per istruire in modo comprensibile e non pedante. Questo è ancora attuale e specialmente efficace, ma richiede al narratore di svelare i suoi segreti, perché oggi nemmeno i bambini accettano che una bella storia abbia dei lati inesplorati e non chiari: oggi pensiamo di poter convivere col mistero, e vogliamo venirci a patti.
Dette queste parole, mi rendo conto di aver trascurato la cosa più importante alla fin fine: questo libro è non solo istruttivo, lasciando un po’ di conoscenza scientifica al lettore, ma è anche una lettura divertente, specie per gli scettici, come me, che pensavano che le vecchie fiabe avessero fatto il loro tempo.
Recensione di
Carlo Santulli
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