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Diario antologico semiserio…così recita il sottotitolo di questo piccolo libro che si fa leggere simpaticamente.Stefano Pelloni, venti anni dopo, rievoca i momenti salienti della sua classe di scuola superiore, la “mitica” VA. Ne viene fuori un divertente quadro tipico, in cui non vengono risparmiati lazzi e sberleffi in direzione di compagni, professori e preside, con accenni poetici demenziali e chiaramente dissacratori.
Un contenuto che sembra inizialmente soltanto demenziale si rivela in realtà mezzo di un messaggio più forte, il tentativo, sotto forma di quasi diario, di aprire il sipario su un mondo niente affatto inconsistente quale è quello delle invettive di alunni che vogliono dissacrare la “cultura” e i suoi seriosi portatori sani attraverso la forma della non cultura... apparente…almeno si spera! E questo è un modo attraverso il quale l'autore riesce a lambire con sarcasmo diversi aspetti del vivere sociale, che per il protagonista quasi quarantenne sono in caduta libera. Il limite del libro è nella sua autoreferenzialità , nel senso che le prodezze descritte hanno un grande valore per i protagonisti di quella avventura scolastica, ma non assumono quel senso di universalità che le renderebbe cosa graditissima a tutti i quarantenni che volgono indietro lo sguardo nostalgico a rivedere, risentire, rivivere momenti indimenticabili e ahimé!... irripetibili.
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