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Anno
2003-
Edizioni Clandestine
Prezzo €
9-
118pp.
Narrativa Tascabile ISBN
N/A
Una recensione
diSalvatore Ciancitto
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Votanti:
382 Media
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In una Bologna tratteggiata come la classica città universitaria per eccellenza, si svolge questo bizzarra avventura incentrata su un giovane studente di agraria “fuori sede”.
Luca è il classico universitario dei nostri tempi, confuso e alla ricerca del qualcosa in più a cui rimanda il titolo spagnolo. Questa ricerca, come del resto ogni ricerca, letteraria o meno, è spesso irta di ostacoli e di problemi ed è attraverso di essa che il protagonista spesso cresce, matura o cambia. Nel caso di Luca, questo processo sembra avere esiti del tutto opposti: come egli stesso afferma “era senza dubbio il percorso di una fuga”. Una fuga che ha inizio a Bologna, prima dalla fidanzata di sempre, poi da una facoltà universitaria che Luca sente sempre più stretta in favore della sua passione “segreta”: la Filosofia. Ma nemmeno questi cambiamenti sembrano soddisfare il suo costante anelito verso qualcosa di nuovo, verso qualcosa che Luca sa essere di più di una vita ordinata, composta da un’eterna fidanzata ed una laurea, ma che però non sa identificare. Con questo stato d’animo, il nostro eroe si ritrova invischiato in un’avventura che si rivela più grande di lui, che lo porta ad una svolta e a compiere la fuga dal suo mondo, approdando a Cuba.
Fuggire sembra essere la parola d’ordine di questo giovane uomo, le cui decisioni non sembrano essere mai consapevoli, ma piuttosto conseguenze delle sue azioni. Un uomo che non prende in mano la sua vita, ma che invece si fa sbattere e disorientare dagli eventi, per perseguire il suo unico scopo: la fuga. Come ha modo di dire lo stesso protagonista, “fuggire (…) non è altro che affrontare i problemi nella direzione opposta”. Un romanzo dai tratti leggeri, il cui linguaggio strizza l’occhio al caso Brizzi di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, che racconta la rocambolesca fuga di Luca, a tratti divertente ma che in fondo lascia l’amaro in bocca.
Viene voglia di chiedersi se Luca non sia lo specchio di una generazione di giovani, gli attuali ventenni, che senza troppa convinzione si incanalano in un tipo di vita pre-ordinata (come era accaduto alle generazioni ribelli degli anni ’50, ’60 e ’70) che non vogliono responsabilità di nessun genere, ma che sentono di dover fare qualcosa di grande della propria vita. Spesso, però, non si pensa che modificare la propria esistenza e renderla qualcosa di speciale e di unico, significa assumersi delle responsabilità, farsi portavoce delle proprie idee e portarle avanti fino alla fine. Un atteggiamento che Luca non assume e che sarà il motore delle sue “fughe”, a questo punto, che, anche all’ultima pagina del libro, sembra non avranno fine.
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