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Compolenimenti -di sogno d'amore e d'anarchia
di Ruggero Lazzari
Pubblicato su PBSR2006
RACCOLTA DI POESIE Stampato in proprio 2002
71 pp.
ISBN
Una recensione
di
Francesca Lagomarsini
UN SOLO VOTO AMMESSO Riprova tra 24 ore
Votanti:
141 Media
78.58 %
Una raccolta di poesie che incuriosisce, a partire dal titolo, che indubbiamente è intrigante e predispone al confronto con qualcosa di nuovo, di diverso.
Ad una prima lettura, invece, le poesie di Lazzari purtroppo deludono su due fronti. La promessa d’anarchia del titolo è, secondo chi scrive, semplicemente un rivestimento, con tutti i migliori intenti dell’autore. Eppure il desiderio di non convenzionalità è evidente, anche quando Lazzari decide di parlare d’amore, di sentimenti. C’è ironia nel descrivere il sonno della donna amata, della compagna nella semplice sonora emissione del “russare” (in “Russi” appunto), è forse un voler rompere gli schemi ma purtroppo non sempre l’operazione, secondo chi scrive, riesce con eleganza.
La stessa cosa vale per “Stitica” oppure per “Ficamicapoco-micapocofica”, che, ben lungi dallo scandalizzarsi per i contenuti irriverenti, fanno pensare ad un progetto riuscito a metà.
Il contenuto sociale e d’impegno è presente quasi ovunque come retroterra d’idealismo e sotto forma di cenni d’ecologismo ma non è tanto questo elemento che stona, è il non amalgamarsi al tutto, il non riuscire a costituire messaggio concreto. In alcuni punti, come in “Buena vista social club” si riesce a respirare perlomeno un atmosfera, ad essere coinvolti come anche in “Roxana”, che presenta squarci di realtà dipinti con linguaggio suggestivo che risultano così particolarmente riuscite.
Sarebbe forse nei momenti di riflessione più intimi, più personali la vera forza della poesia di Lazzari che sembra quasi aver timore della parola, delle suggestioni che può creare.
In “Nascosto per il momento solo mi accosto” c’è un verso iniziale abbagliante per intensità che poi purtroppo si perde, che non abbiamo il tempo di gustare, quasi che l’autore si facesse lo scrupolo di risultare poco dissacrante e che fa sfumare così la paventata delicatezza; il tutto, è necessario dirlo, con una scelta ottima di metrica e distribuzione dei versi, che solo in pochi casi cede alla banalità della rima.
Potrebbe essere l’occasione per una riflessione sulla maturità adeguata da infondere ai versi, per non far si che la forza del messaggio si perda, si vanifichi nella rincorsa ad un’anticonformismo che spesso costituisce una trappola, che sovente è una gabbia per la creatività.
Ruggero Lazzari è nato a Venezia il 14 Aprile 1960, si è laureato in storia a Ca'Foscari nell'Ottobre del 1986, da allora ha fatto il supplente di italiano, storia, geografia in molte scuole della Provincia di Venezia. Ha tentato inutilmente di raggiungere una cattedra, sfuggitagli per ragioni di cuore e per propria oggettiva responsabilità. Dal Luglio 91 lavora per il COmune di Venezia e si diletta di Teatro.
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