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D'odio, d'amore e di altro ancora
di Giorgio Marconi
Pubblicato su SITO
Anno
2006-
I Fiori di Campo
Prezzo €
7-
64pp.
(fuori collana) ISBN
8873502849
Una recensione di
Luisa Bolleri
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Votanti:
1101
Media
80.15%
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[Il volume si compone di 4 racconti scritti nell'arco temporale che va dal 2001 al 2005. I temi trattati sono l'Amore, L'Odio e tutte le sfumature di sentimenti comprese tra questi due Estremi. Estremi antitetici eppure inscindibili come facce di una stessa medaglia. In fondo, cos'è l'Odio se non la forma più pura, non mediata di Amore al negativo?]
Raccolta composta da quattro racconti, il volume “D’odio, d’amore e d’altro ancora” segna l’esordio di Giorgio Marconi. L’autore romano, appassionato di letteratura contemporanea e in particolare di narrativa thriller, è un amante dei viaggi e ha al suo attivo anche un romanzo successivo, “Il precario equilibrio della vita”.Tema del contesto narrativo di questa antologia sono i sentimenti umani: l’odio, l’amore, l’amicizia, il senso di rimpianto, ma anche la ricerca di come eravamo, in una comune aura malinconica. Così, in una sorta di leitmotiv, si torna ogni volta indietro agli anni trascorsi, quando il presente era felice, seppure inconsapevolmente, e si ignoravano i problemi che avrebbe riservato il futuro. Ciascun racconto è una storia compiuta che esprime emozioni diverse, da cui emergono varie tipologie di fragilità umana. L’autore riesce a ben condensare descrizioni e quanto possa apparire superfluo nel sintetico spazio del racconto, senza trascurare l’essenziale.Il primo racconto, “L’incarico”, è un thriller incentrato su un unico, cinico personaggio, un killer che ha alle spalle venti anni di onorata carriera. La sua peculiarità è una rabbia inestinguibile verso tutti che lo rode a ogni passo; rabbia che, a sorpresa, in conseguenza di alcune sue colorite espressioni scurrili, si trasforma in comicità. Negli ultimi tempi alcune sue mission non sono andate proprio come avrebbero dovuto e il complicato mandato appena ricevuto pare più un incarico da galoppini che altro; più il sicario si addentra nell’esecuzione e più si svelano alcuni punti oscuri che lo rendono inquieto e vigile. Ciò che lo attende a breve gli darà ragione.La sensibilità al tema dell’amore puro, quello adolescenziale, abita le pagine del secondo e del terzo racconto. Il secondo racconto, “La memoria del mare”, è un viaggio nel tempo, dentro una sola verità e alla ricerca della giustizia che non sempre è degli uomini. Il protagonista è infatti un uomo scarcerato dopo aver scontato trent’anni, dei trentasei di condanna subita, per l’omicidio mai commesso di una dodicenne. Il realtà l’uomo, che all’epoca impartiva ripetizioni di algebra e geometria alla vittima dodicenne, aveva sviluppato nei suoi confronti una bella e sana amicizia. Una volta libero, però, nessuno potrà restituirgli gli anni perduti.Il terzo racconto, “Figli delle stelle”, vede tre amici ritrovarsi per rispettare a distanza di venti anni una solenne promessa. C’è un posto dove ognuno di noi vorrebbe tornare. Un posto caro alla nostra infanzia. Non un luogo fisico, in senso stretto, piuttosto una condizione, un modo di percepire il proprio essere. Così comincia il viaggio intrapreso verso quel luogo che apparteneva all’infanzia, con i suoi ricordi ormai profanati dal tempo, e alla fine sarà come ritrovare un angolo di Paradiso.L’ultimo racconto, “La partita”, chiude l’antologia. Questo racconto dal retrogusto amaro è dedicato all’ineluttabilità della vita. Per alcuni il tempo scorre sempre nel medesimo modo. La ripetizione dell’esistenza crea vigorose catene mentali che soffocano facilmente gli anziani e coloro che hanno molto tempo da spendere. Questo ritmo ciclico nutre l’abitudine, che riempie i giorni, replicando se stessa all’infinito. Protagonista è un anziano giocatore di carte, rimasto solo a giocare la partita.Con una puntuale ricerca di termini, riuscendo abilmente a penetrare l’animo dei personaggi e a descrivere luoghi e tempi di ciascun racconto, Giorgio Marconi narra storie credibili e talvolta incredibili – con più di un’incursione nel paranormale – che spaziano dalla cruda e fredda rappresentazione della realtà alla commovente poetica delle cose semplici. Attraverso un ampio ventaglio di sentimenti e situazioni, non disdegnando momenti di godibile ironia, l’autore ci regala, attraverso una scrittura fluida e uno stile asciutto ma ricercato, emozioni palpabili e vivibili.
Una recensione di Luisa Bolleri
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