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Operazione Arca di Noè
di Andrea Coco
Pubblicato su PB17
Anno
2004-
Delosbooks
Prezzo €
20-
536pp.
Collana I Delfini ISBN
n/a
Una recensione
diCarlo Santulli
UN SOLO VOTO AMMESSO Riprova tra 24 ore
Votanti:
326 Media
80.12%
Visto da una moderna città del Nord Europa, il centro di Roma può sembrare immutato negli ultimi decenni, dico proprio nel senso geografico e topografico. Non che sia un male beninteso, ci sono ottime ragioni perché sia così, data la storia cittadina e l'importanza quasi di ogni pietra in certi punti del centro. Né sto consigliando di trasformare il Colosseo in un complesso di miniappartamenti in affitto.
Il punto secondo me è un altro, che Andrea Coco nel suo concitato e divertente libro di fantapolitica coglie: che conservando il centro si conserva anche certa periferia, che forse tanto bella non è. A meno che…
Non sono un cultore della fantapolitica, ma ricordo nitidamente come si parlasse tanti anni fa tra amici, di una delle zone della periferia capitolina che trovavamo più offensive per l'estetica e sconclusionate (nonché trafficate), la parte di viale Marconi di là dal Tevere, nota anche col toponimo di Prati del Papa. Qualcuno aveva proposto, con una punta di ironia, di azzerarla e di trasformarla in un castagneto. Al che ovviamente, c'era chi aveva obiettato, semplicemente, ma non senza logica (non ricordo precisamente chi, ma sono sicuro che fosse una ragazza): "E chi ci abita, a viale Marconi?"
Devo ammettere, non senza un certo superficiale rossore, che non ci avevamo pensato, né immaginavamo deportazioni di massa. Il problema è rimasto insoluto, ed anche viale Marconi, con buona pace dei condòmini di laggiù, è rimasto effettivamente al suo posto. E che non sia facile trasformare questa zona, lo prova il fatto che anche nel libro di Andrea Coco la Vox Populi Corporation, specializzata nel far ritornare gli ambienti allo stato pristino, che poi sarebbe quello pre-1950, deve arrendersi di fronte alla rivolta degli abitanti. Gente tosta, quella di viale Marconi…
Non che l'autore proponga cambiamenti solo per questa zona: ad Ostia il sempre rimpianto stabilimento Roma, nella realtà distrutto dai Tedeschi in ritirata nel '44, è qui mostrato in piena efficienza, mentre sul laghetto dell'Eur si erge il luminoso arco in duralluminio progettato da Adalberto Libera e mai realizzato.
Insomma, il Movimento per la Verità Immutabile (MoVIm), in collaborazione, ma in realtà in una diffidente competizione con la già citata Vox Populi, vuol spostare all'indietro le lancette, dopo l'era del Caos. Siamo nel 2297, ma c'è ancora il Festival di Sanremo. Questo mi consola un po', perché a me personalmente piace Sanremo (beh, quasi sempre). I testi delle canzoni sono sempre brutti, anzi sembrano esser tornati al livello del "Marchese di Castelfombrone" o "Aveva un bavero color zafferano". Anche questo mi piace: la banalità, checché se ne dica, può essere rilassante.
Far tornare la Terra com'era, significa anche risolvere il problema ecologico. La soluzione adottata non è nuova, affatto, il che non vuol dire che non sia efficace: si trasferisce tutto ciò che inquina, industrie ed attività varie, altrove (tipo i rifiuti tossici nel Terzo Mondo), onde garantire una vita tranquilla a chi rimane. Il posto dove si è trasferita la "monnezza" del nostro mondo si chiama Oversturia, è un pianeta extrasolare, della costellazione della Vergine per la precisione. Niente di speciale: ogni Windsor, per conservarsi intatta, pura ed ecologica, ha bisogno di aver vicino la propria Slough. Finché quelli di Slough non decidono che vogliono stare a Windsor pure loro, ma anche in questo caso, nessun problema, ci sono televisioni ed ipermercati per tenere la gente tranquilla (tranquilla, e nel posto che è stato loro assegnato, che sia Windsor o Slough).
Il MoVIm fa le cose sul serio, a cominciare dalla religione: dato che tutti i problemi sociali sono apparentemente risolti, non serve niente più che una scialba religione fintamente ecumenica, che non dice nulla a nessuno. Il papato sembrerebbe esser stato spazzato via, come in "Roma senza papa" di Guido Morselli, o forse semplicemente reso inoffensivo.
Tuttavia Oversturia, la Slough dello spazio, si ribella: e questo è il succo del romanzo, mentre Aner Sims, protagonista della vicenda, viene conteso tra le due organizzazioni, onde poter fornire all'una un pretesto per far fuori l'altra.
Non è un romanzo che vada raccontato, è, come dicevo, concitato e pieno di vicende anche complicate e di divagazioni divertenti (una è quella sul nuovo nome della via Cristoforo Colombo…). Su un piano più profondo, offre lo spunto per due considerazioni importanti, secondo me: la prima è che non è facile difendere l'ambiente senza bloccare lo sviluppo, o quello che noi definiamo tale, e la seconda è che la colonizzazione dello spazio sembra oggi molto meno risolutiva di quel che poteva parere alle passate generazioni, anche perché l'animo umano non cambia, ed all'ansia del viaggio si aggiungerà, chissà, un rimpianto per il paese (o il pianeta) natio, come con sottile ironia Coco propone.
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