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Inserito il 14 Novembre 2018

Sogni e altiforni - Piombino Trani senza ritorno

di Gordiano Lupi e Cristina De Vita


Acar - Milano 2018
Prezzo 330 euro Pagine 15



Sfogliando questo libro sembra quasi di sentirlo il profumo del tempo passato, l′odore della nostalgia, di quella sana, dolce nostalgia che fa bene al cuore. Quella che libera le menti verso i tempi andati e costruisce un gigantesco dribbling fra tanti amori perduti che in fondo non lo sono mai del tutto. Sono l′amore per una donna e quello per il calcio. Il protagonista è lo stesso di un altro fortunato libro di Gordiano Lupi, Calcio e acciaio, vincitore di diversi premi e segnalato anche al premio Strega, ambientato tra Piombino una cittadina della provincia toscana la cui vocazione è stata sempre legata agli altiforni e al declino dell′industria dell′acciaio e Trani, sul mar Adriatico, in Puglia a vocazione prettamente marittima. Una grande storia che si chiama vita, di un passato che ritorna senza in realtà mai essersene andato. C′era tanto amore in quel primo romanzo e ce n′è tanto anche in questo che Gordiano Lupi ha scritto a quattro mani con Cristina de Vita, regalandoci anche l′altra faccia di una medaglia ricca di passione e di nostalgia, l′altra faccia dell′amore. È una storia a tratti anche molto amara, con passaggi fatti di delusioni, di tristezze e di abulie che rendono ancora più vero tutto il vissuto che si respira pagina dopo pagina. Una bella storia, per niente scontata, che ha due punti di vista, che in qualche modo combaciano, rendono giustizia a un amore perduto che perduto non lo è mai stato fino in fondo. Ci sono tutte queste tensioni che si intrecciano una dopo l′altra e spesso anche tutte insieme in pagine che fanno sentire l′odore dei ricordi e anche il sapore della nostalgia, senza mai restarne ingabbiati. Una lettura intensa ed appassionante perché racconta emozioni senza invaderle e le fa vivere da dentro anche a chi si affaccia a questa storia, pagina dopo pagina. Gli autori restano sempre un passo indietro, con quel pizzico di pudore che finisce con il dare a ogni lettore lo spazio per una personale visione. La bellezza del romanzo che comincerete a leggere va oltre la storia che racconta: è la nostalgia che fa battere forte il cuore senza mai restare prigionieri del passato. Ed è l′atto d′amore più grande di questo romanzo. (tracce dalla introduzione di Stefano Tamburini)

Il protagonista è un ex grande calciatore, partito da una piccola cittadina di provincia per poi rientrarci a giocare, ad allenare e soprattutto a vivere con il suo carico di noia e di rimpianti. Rimpianti mai del tutto confessati, neanche a se stesso, completamente incapace come è di amare come vorrebbe. E sullo sfondo restano anche le contraddizioni di un′epoca difficile, quella dei nostri giorni, in tante realtà come Piombino. A un certo punto della narrazione troverete una frase stupenda: Non potete togliermi il profumo del tempo passato. A me ha colpito perché è quel profumo che molti della mia generazione continuano a sentire pur sapendo che ormai quell′odore è andato perduto ma sono felici di trovare il modo di rinfrescarlo, perché aiuta a capire meglio anche gli odori nuovi, quelli che ammantano il non sapere come sarà il domani. Di ognuno nel particolare e nel complesso di tante comunità come quella rappresentata da Piombino e anche da Trani, dove ci sono l′altro stadio e l′altro scenario d′amore che si intreccia nella doppia narrazione di questo romanzo. A un certo punto Gordiano Lupi lo scrive chiaramente:Basterebbe poco, forse. Ma quel poco è troppo, per chi rimpiange un passato d′acciaio, per chi s′illude d′un presente di perduto acciaio, per chi ricerca un futuro che riporti in vita l′acciaio. Sostituite la parola acciaio con quel che nei tempi andati ha offerto lo slancio alla vita e alla crescita, economica e civile, di molte comunità e troverete lo sfondo su cui far rivivere anche tante altre storie mai scritte. (Stefano Tamburini,introduzione).

Gordiano Lupi (Piombino, 1960). Collabora con Futuro Europa, Inkroci,Valdicornia News e altre riviste. Dirige le Edizioni Il Foglio Letterario. Traduce molti scrittori cubani. Tra i suoi lavori ricordiamo: Nero Tropicale, Cuba Magica, Quasi quasi faccio anch′io un corso di scrittura, Almeno il pane Fidel, Fellini - A cinema greatmaster, Fame - Una terribile eredità, Storia del cinema horror italiano in cinque volumi, Soprassediamo! - Franco & Ciccio Story, Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione, Tutto Avati - Il cinema di Pupi Avati. Ha tradotto La ninfa incostante di Guillermo Cabrera Infante (Sur, 2012). I suoi ultimi romanzi -Calcio e acciaio - Dimenticare Piombino (2014) e Miracolo a Piombino - Storia di Marco e di un gabbiano (2016) - sono stati presentati al Premio Strega. Blog di cinema: La Cineteca di Caino (https://cinetecadicaino.blogspot.it/). Blog di cultura cubana e letteratura: Ser Cultos para ser libres (https://gordianol.blogspot.it/). Pagine web: www.infol.it/lupi. E-mail per contatti: lupi@infol.it

Cristina de Vita. Nata e cresciuta a Statte in provincia di Taranto, vive a Bari con la figlia Annalaura, dove si è laureata in Lettere e Filosofia con una tesi in Antropologia Sociale, amante dei libri e delle buone maniere ha partecipato e vinto in diversi concorsi di poesia nazionali ed esteri. Annovera diverse collaborazioni in ambito turistico/culturale per la promozione della Puglia: ha collaborato con Lucio Dalla per la realizzazione del Festival Il mare e le stelle alle isole Tremiti, nell′ambito del Festival Itinerante della Letteratura Spiagge d′autore ha curato gli incontri con Carlos Albert Montaner, Gordiano Lupi e Abbas Kiarostami. Impegnata come ideatrice e curatrice di una serie di incontri su Fernando Pessoa, ha curato il giro di presentazioni di Juan Martin Guevara con il suo libro Il Che, mio fratello. Da sempre attenta ai fenomeni sociologici e antropologici collabora attivamente con testate giornalistiche e associazioni del territorio.


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