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Aleph
di Cristian Bonomi
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Sembra la sera moneta lanciata
a decidere un cercarti
dai sandali rotti.
Eri un’ombra sul muro del sonno
e la destra che tendo non vista.
Sul mondo che mi rubi
non voglio più occhi,
inchiodo l’abbraccio
a legni d’assenza.
Non la scure ma il pugnale
disa(r)mò il segreto
su prati d’attesa.
Soffiatore di parole,
ti condanni il tempo
a diventare me.
Avvolgo questa fune
di cari oblii futuri
perché sciolsi le vele alla fiducia.
Su quelle tue mani distanti
resti la cenere dei miei sguardi:
cagna ogni mia parola
allontana te che insegue.
©
Cristian Bonomi
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