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Una pioggia di stelle
d’asfalto
gronda sulla specie
umana,
pece nera,
di una notte abrasiva,
con silenzio sgretolato
riempie le fosse
della carne essiccata,
l’uomo dai tanti bottoni
fischia echi
d’amore,
ipocrita sazio di sguardi,
verso il prossimo
tende la mano sanguinante
corrosiva
l’acida morte
gira folle su supporti cromati
di memoria,
tra tendini stanchi e saturi
si stende un’arsa distesa
proprio là,
dove non resteranno che scarpette annerite,
di bimbo,
roventi ricordi
nel fumo acre dell’involuzione.
©
Francesco Canino
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