Maestosa ed invadente la tua assenza nei miei giorni,
mi consuma come un cancro che ha fame di vita.
Vivido e silente il ricordo di te si afferra a me come un cieco al suo bastone,
lui il padrone ed io la sua umile serva;
ed il costante frastuono dei tuoi silenzi culla le mie notti nella sua stonata ninna nanna.
La folle speranza di udire ancora il fragore della tua risata è un amante ingannevole
che mi seduce e mi abbandona tra le braccia della gelida consapevolezza del tuo non esserci,
in questa perenne ed intima agonia,
instancabile narratrice di te.
Annego nella tua assenza e nel mio dolore vigile.
Sola in questa cupa stanza,
respiro,
ignorando il domani.
Perfino il buio ha il tuo sapore.