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WUNDERVAFFE
di Vittorio Baccelli
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Tutto iniziò con poco clamore, poi l’onda virale si sparse per il pianeta. In fretta, e tutto è cambiato. Ho voluto essere un po’ il cronista del fatto anche perché sembra che la cosa – il descrivere - non interessi più a nessuno. Annoto così i miei pensieri e l’accaduto su questo quaderno che lascerò nella biblioteca della mia città. Oggi la biblioteca è sempre deserta e sono l’unico che la utilizza, ma un domani, forse qualcuno leggerà queste mie righe e riuscirà a capire cosa sia successo in questi anni. Per la verità avevo un blog da tempo e su questo annotavo i fatti, ma adesso anche quello è cancellato, forse il server sarà rimasto senza energia o forse qualcuno avrà pulito tutto. Quando c’era la linea e riuscivo a navigare in rete, sempre meno erano i siti raggiungibili, anche le trasmissioni radio erano cessate e la TRI-TV mandava schermate di pixel colorati che si rincorrevano. Allora cosa è successo tre anni fa? Ve lo spiego con quel poco di notizie che ho a disposizione. Sempre ammesso e non concesso che siano veritiere. Perché oltre all’ipotesi che vi racconterò, ce n’è un’altra simile a quella, mai confermata e sempre confutata, che l’AIDS, il suo retrovirus, se ne sia scappato da un qualche laboratorio di ricerca clandestina d’armi biologiche. Ecco comunque l’ipotesi che al momento del disastro fu la più accreditata: in molte località orientali nei posti ove si coltivava il riso, lasciavano nelle risaie libere le anatre che mangiavano le erbe infestanti e non toccavano le pianticelle di riso. Quando poi il riso era giunto a maturazione, le risaie venivano prosciugate, le anatre erano richiuse nei propri alloggiamenti e nelle risaie prosciugate venivano mandati i maiali che nutrendosi dei chicchi di riso rimasti sul terreno, s’ingrassavano ben bene ed erano così pronti per la macellazione. Anatre e maiali se ne stavano così a stretto contatto nei loro stalli. Una buona rotazione agro-zoologica, molto ecologica e naturista che evita l’uso di fitofarmaci direte voi, e così si diceva anche in quei giorni. Ma c’era un problema: il virus influenzale dei polli colpì pure le anatre e da queste modificandosi passò ai maiali. Dai maiali all’uomo con un’ulteriore piccola mutazione, nella quale i virus sono maestri, il passo fu breve e inevitabile. Così questo nuovo virus inaspettato – inaspettato soprattutto dalle difese immunitarie umane che si dimostrarono inadeguate – cominciò a diffondersi trai nostri simili. Non risultò fortunatamente mortale, almeno nella stragrande maggioranza dei casi e anche per questo fu all’inizio sottovalutato. Dopo una settimana dei soliti consueti sintomi influenzali, i colpiti ormai apparentemente guariti cadevano vittime di disturbi neurologici. Avevano delle allucinazioni, nella maggior parte dei casi mistiche, e poi sembrava davvero che fossero definitivamente guariti. Ma non fu così, qualcosa in loro era cambiato. Tutti hanno cominciato a manifestare una religiosità esagerata accompagnata da forme di misticismo allucinatorio. Io non sono stato colpito da questa ventata influenzale, ne sono immune, chissà perché. Sicuramente ce ne saranno anche altri che non l’hanno presa. Ma non ne ho ancora incontrato nessuno. Chi era cattolico lo è divenuto in modo fervente, chi era ateo ha sviluppato un misticismo simile a quello buddhista, chi era musulmano praticamente non smette mai di pregare rivolto nella direzione de La Mecca.Che fine abbiano fatto gli ebrei proprio non lo so. Non ne ho più visto alcuno. Che si siano tutti trasferiti in Israele? Ci sono stati all’inizio degli aspetti assai positivi, le guerre sono cessate di colpo e anche il terrorismo è scomparso. Gli integralisti islamici non hanno avuto più il tempo per preparare gli attentati presi com’erano a pregare dalla mattina alla sera. Ma tutto questo fervore mistico, all’economia globale non è che abbia fatto un gran bene. Le fabbriche sono state chiuse, i servizi pubblici hanno smesso d’esistere, le scuole sono divenute centri di preghiera, i pazienti sono fuggiti dagli ospedali. Nessuno si recò più al lavoro e soprattutto trai giovani verificarono situazioni inquietanti. All’inizio si limitarono a lievitare, a camminare sulle acque, a trasformare l’acqua in vino, a moltiplicare il pane e i pesci, a resuscitare i morti e così via. Anche gli storpi sono stati risanati, ma ormai questa categoria s’è esaurita da tempo. Quando si saranno stancati di ripetere i miracoli così detti canonici, cosa escogiteranno? Alcuni meditano ancora per quaranta giorni sotto gli ulivi, altri sotto le palme, c’è chi s’è arrampicato sopra una colonna e su questa vive, chi ha trasformato grosse botti in abitazioni. I fenomeni decisamente macabri delle crocifissioni si sono verificati un po’ dovunque e il povero cristo che s’è fatto inchiodare puntualmente a tempo debito risorge e sparisce svolazzando nel cielo. Dove andranno a finire tutti questi poveri cristi risorti e svolazzanti proprio non lo so. A un certo punto finiranno fuori dell’atmosfera? O precipiteranno nel Sole o sulla Terra? Anche il problema del traffico si è risolto alla radice: tutti hanno abbandonato i mezzi di locomozione e se ne vanno a piedi. Gli animali sono trattati con rispetto, nessuno va più a caccia, nessuno mangia più carne. Questo però non è del tutto vero, molti agnelli vengono ancora sacrificati ritualmente e poi mangiati e anche i pesci presi con le reti a mano, vengono prima moltiplicati e poi arrostiti. Ho smesso di cercare una logica in tutto questo, quando mai il misticismo è stato logico? Comunque mi sono ben attrezzato. Abito in una casa in campagna che ho trovato libera e a un chilometro circa da me c’è una fattoria che è stata trasformata in lamaseria. Monaci di ambi i sessi hanno rispolverato le tradizioni tibetane e vivono in un misticismo ateo soffuso, illuminati dalla figura del Buddha e da quella del Dalai Lama. Io che ho sempre avuto idee vicine a queste, anche se non sono misticamente flippato, sono contento della loro vicinanza e spesso mi reco da loro. Coltivano varie piante commestibili nelle loro serre e hanno una cucina vegetariana assai buona. Forse è perché ci sono i lama che ho scelto d’abitare in questo posto. Ove adesso risiedo ho però un pollaio con tante galline, uno stazzo con una coppia di maiali, alberi da frutta e verdure. Così qualche sfizio in più al palato me lo levo. Ho anche un angolo ove cresce della buona maria. Il tabacco non è problema, non lo coltivo perché non saprei come fermentarlo, ma ne ho fatto una buona scorta. Sembra che tutti abbiano smesso di fumare, così me ne sono andato in giro nelle tabaccherie abbandonate e ho fatto una buona raccolta: sigarette, sigari, tabacco in scatola, cartine e qualche pipa. Giro in auto e che gli altri se ne vadano pure a piedi. La benzina non mi manca di certo, mi sono fatto un marchingegno che la pompa direttamente dai distributori. Ho una ferrari, un porsche, due fuoristrada e anche un Harley Davison: tutti questi mezzi li ho scelti trai tanti abbandonati nelle strade. Tra non molto penso che potrò utilizzare solo la moto o i fuoristrada, le vie infatti sono sempre più malmesse, questo un po’ mi dispiace. Mi sto comunque attrezzando e in questa nuova situazione mi trovo a mio agio. Sapete come ho risolto il problema del riscaldamento in casa? Ho staccato dei rami da un roveto perennemente ardente e li ho sistemati nel camino e nelle due stufe a legna che possiedo in casa. Un riscaldamento perfetto, divino ed economico. Quando il freddo cesserà riporterò i rami al roveto ardente e li riprenderò in autunno. Per avere l’energia elettrica fissa e costante, poiché non ho più voglia di usare il generatore che va a gasolio ma puzza e fa rumore, sto lavorando ad una piccola turbina a vapore. Il calore è sempre quello dei rami del roveto. D'altronde di cespugli con fiamme eterne ne sono spuntati diversi qui nei campi. Un tempo avevo moglie e un figlio. La moglie si trova ora in un convento di suore e ha fatto voto di castità, ogni tanto vado a trovarla e passeggiamo assieme nei chiostri del suo convento. Afferma che non si è mai sentita così felice. A me fa un po’ impressione vederla ridotta in questo modo, devota a Maria, a lei che della religione non n’è mai fregato niente, o comunque così mi sembrava. Mio figlio che ora ha diciotto anni vive in riva ad un lago in una comunità di sciamani. Passeggiano a giornate sulle acque mentre i pesci saltano felici davanti a loro. Non li ho mai visti mangiare, bevono solo acqua di fonte, ma mi sembrano tutti in ottima salute. Sono sempre tutti nudi e non soffrono né il freddo né il caldo. Sono una quarantina, metà di loro sono donne. Dormono sopra tavole irte di chiodi, come quelle dei fachiri, ci faranno anche l’amore sopra? Ogni tanto lo vado a trovare, lo saluto con la mano e lui risponde e mi sorride, qualcuno m’offre sempre una tazza d’acqua limpida, che accetto e bevo. Hanno fatto tutti il voto del silenzio. Non sentirò più la voce di mio figlio. Questo mi rattrista, ma lui è felice. Problemi di sesso non ne ho: in città è stato aperto un tempio dedicato ad una divinità femminile della quale non so il nome. Le sacerdotesse iniziano i postulanti come me, ai misteri del sesso e dell’amore. È il tempio della divinità creatrice femminile, della fecondità. L’unico neo è che le sacerdotesse e le adepte parlano un’antica lingua incomprensibile e poi… un po’ rimpiango la lingerie del ventunesimo secolo. Un eremita che staziona nei boschi che sorgono vicino alla mia abitazione, dalla parte opposta della lamaseria, fa miracoli e resuscita i morti. Avevo un amico d’infanzia deceduto in un incidente stradale un anno prima che il virus colpisse. Gli ho chiesto se poteva resuscitarlo. Ha acconsentito. Con la ferrari siamo andati al cimitero e lui s’è messo a pregare inginocchiato sulla tomba. Dopo mezz’ora la lastra sepolcrale è schizzata via. Dal terreno uscivano fasci di luce e folate di nebbia, tra le brume ho visto il mio amico con indosso una tunica bianca, venire verso di me. Ci siamo abbracciati, era come lo ricordavo, atletico e sorridente. L’ho portato nella mia casa, speravo d’aver trovato finalmente una persona normale, anche se resuscitata, con la quale vivere. Lui si comportava come un tempo, fumava anche. Mi subissò di domande. Volle sapere tutto quello che era successo nella sua assenza, volle che lo portassi in giro per la città e assaporò più volte l’ospitalità calda del tempio dell’amore. Sembrava che tutto procedesse per il meglio, ma una mattina non lo trovai più in casa. Lo attesi un paio di giorni, poi mi misi a cercarlo nei dintorni. Lo ritrovai la settimana dopo: era presso una tribù d’extracomunitari musulmani. Assieme a loro pregava tutto il giorno, anche lui era perso. In internet più non si navigava, i canali della TRI-TV non trasmettevano, i cellulari non avevano campo e le e-mail non svolazzavano più. Una sera scarrellai senza speranza e con mia sorpresa trovai un notiziario. Rimasi stupito. C’era forse qualcun altro che non era stato colpito dal virus? Ma le trasmissioni che continuavo a seguire erano strane, avevano un che d’alieno. Continuamente si parlava d’una incomprensibile religione che sosteneva che il dio manifesto era tra le sinapsi umane e tra quelle dei computer quantici. Passi per gli umani, “il dio in te” è stato patrimonio di molte religioni, ma da quando i computer quantici hanno le sinapsi? Solo dopo aver visto diecine d’ore di trasmissione di quest’unico canale funzionante, compresi che tutti i personaggi erano virtuali e che l’emittente era gestita da un’IA in piena crisi mistica. Che il virus avesse colpito anche i computer? Questo più che strano mi sembrava impossibile, o forse questa IA aveva dei moduli d’adattamento al comportamento umano, e poiché questo è divenuto demenzial-mistico, lei s’era adattata all’andazzo. Comunque dai notiziari seppi dei miracoli più portentosi che avvenivano nel mondo: in migliaia erano lievitati a La Mecca, c’era stata una traversata atlantica camminando sulle acque, erano stati moltiplicate tonnellate di pane e pesci per sfamare intere popolazioni, la pioggia cadeva sui deserti, dischi volanti atterravano a Stonehenge e a Rapa Nui e così via ma ormai queste cose erano all’ordine del giorno e per me non facevano più notizia. Miracoli, uguale banalità: lo dicevano anche molti saggi buddisti. Sempre da quel canale seppi che era apparsa una pianta aliena, una specie di cactus all’apparenza, che duplicava ogni oggetto che fosse portato al suo cospetto. Sarà vero o sarà tutto un vaneggiamento da IA con le “sinapsi” misticamente fuse? Non so, la IA la chiamava “duplo”; io di queste piante non ne ho mai viste. Spesso con la ferrari, che amo particolarmente, me ne vado in giro di notte per le strade che sono ancora transitabili. Incrocio processioni e cerimonie d’ogni tipo. Le apparizioni delle madonne con le vesti azzurre e bianche che s’incontrano ai lati delle vie, ormai più non si contano. Le madonne appaiono a mezz’aria solo la notte ed emettono fasci di luce roteanti. Anche le apparizioni di Padre Pio sono frequenti, ma queste non galleggiano per aria e non mandano raggi luminosi. Padre Pio è più riservato, passeggia pensieroso nel bel mezzo delle strade col suo saio e di notte è solo moderatamente luminescente, è profumato, questo sì. Una sera manca poco n’arroto uno. Alcuni Santa Claus, vestiti di rosso coca-cola o di verde, girano coi sacchi pieni di doni alla ricerca di bambini che solo raramente trovano. L’altra notte sono rimasto sbalordito, credevo che niente potesse ormai più meravigliarmi: c’era un gigantesco Topolino luminescente sospeso a mezz’aria. Sì, avete capito bene, il Topolino della Walt Disney: che sia nata un’altra nuova religione? Tre giorni fa una giovane ragazza niente male, vestita di un solo maglione che le lasciava scoperto il sesso e il culetto mi s’è avvicinata e da una borsa che portava a tracolla ha preso un libro e me l’ha porto. Era un piccolo libro in formato tascabile. Ho guardato il titolo “La cavalletta non si alzerà più”. Ho subito valutato che questo non l’avevo ancora letto. L’ho ringraziata e me lo sono messo in tasca. Giunto a casa l’ho aperto e ho cominciato a sfogliarlo. Non vi dico la mia delusione, l’interno era scritto in cirillico! Che strano però: il titolo in italiano e manca pure il nome dell’autore. E il contenuto in cirillico. Se mai troverò un russo me lo farò leggere. Stavo per mettere il libro tra i tanti altri che ho accatastato in una stanza della casa trasformata quasi in uno studio, quando dal libro è caduto un segnalibro rettangolare. L’ho raccolto, c’era un disegno in alto che raffigurava le rovine di un’antica dimora dell’età classica e sotto una citazione, in italiano, di Erodoto: “Sono le case più sontuose e gli alberi più alti che gli dèi abbattono con tuoni e fulmini: perché gli dèi amano distruggere tutto ciò che esce dalla mediocrità. Non tollerano l’orgoglio in nessuno, tranne che in loro stessi.”


© Vittorio Baccelli





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