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Black Rose
di Debora Gatelli
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Caro Babbo Natale,
ti sto scrivendo anche se so che non esisti, perché ora che sono grande ho capito che certe cose sono graziose anche se sono inventate. Purtroppo ci sono tante altre cose per niente graziose che invece sono fin troppo reali e a quelle bisogna crederci per forza.
Sfortunatamente alcuni "regali" si ricevono in ogni periodo dell'anno, non solo a Natale, e non c'è nemmeno bisogno di spedire la letterina a te perché arrivano da soli. Così oggi ho deciso di scriverti, se non altro per vedere se sono in grado di capire che cosa mi piacerebbe ricevere in dono. Spesso non sono contenta e non riesco nemmeno a spiegarmi il perché; se qualcuno mi chiedesse cosa mi manca per essere felice non saprei rispondergli, forse sono già felice e non me ne accorgo da quanto sono impegnata a lamentarmi.
Ti confesso che non so nemmeno bene come si stenda una lettera per Babbo Natale, questa è la prima che scrivo. Immagino che come preambolo sia auspicabile cercare di convincerti che durante l'anno sono stata brava o almeno bravina; sì insomma, abbastanza da meritarmi qualche regalo e non il carbone. Poi? Ah, se non sbaglio qualcuna delle mie amiche (di quelle con i genitori che si travestivano uno da Babbo Natale e l'altro da renna con slitta al seguito) aggiungeva anche un paragrafo dove elencava i buoni propositi per l'anno nuovo: promesse di buona condotta atte a integrare eventuali carenze riscontrate nell'anno appena trascorso. Fatto ciò, scattava la lista di richieste con tanto di alternative nel caso qualcuna delle voci dell'elenco risultasse momentaneamente esaurita nei grandi magazzini del mega consumismo natalizio.
Beh, credo che ti risparmierò la premessa e anche i buoni propositi. Come dicevo, è già tanto se riuscirò a fare una lista di ciò che veramente mi piacerebbe avere.

Ogni tanto ci penso sai? Anche se non sono più una bambina, non fisicamente almeno, mi capita di fantasticare su quali desideri esprimerei se avessi la possibilità di farmeli realizzare da qualcuno. Non è facile perché alcune cose che sembrano appetibili, analizzate meglio risultano più negative che positive.
Ad esempio, una delle prime richieste che penserei di farti sarebbe quella di darmi il dono di leggere nel pensiero. Ma credo che non te lo chiederò; dopotutto è meglio non sapere quello che pensano gli altri, sarebbe un vero disastro. Non potrei sopportare di assistere a tutte le frecciate, gli accidenti e le cattiverie che ogni giorno s’incrociano correndo tra noi tutti, amici, parenti, serpenti e compagnia bella. Io stessa non vorrei mai che gli altri avessero libero accesso ai miei pensieri; chiunque ne rimarrebbe offeso, comprese le persone che più amo a questo mondo perché ci sono momenti in cui il nervoso, la stizza e l'insofferenza non guardano in faccia a nessuno. Non è un caso se non si può leggere nel pensiero, e ottenere tale potere sarebbe una condanna e non un vantaggio. La facoltà di interpretare i pensieri altrui dipende dal grado di affinità che ci lega agli altri; imparando a svilupparla si può creare una complicità positiva tra le persone, ma per far questo non occorre un incantesimo e nemmeno il tuo aiuto, caro Babbo Natale. Basta volersi bene.
Un'altra cosa che d'istinto chiederei sarebbe la possibilità di diventare invisibile. Ma ripensandoci meglio credo che rinuncerò anche a questo. Se fossi invisibile non farei altro che procurarmi dei dispiaceri, assistendo a scene alle quali non era previsto che assistessi (già mi bastano e avanzano quelle previste). Se fossi invisibile violerei la privacy di chiunque, metterei in dubbio la parola altrui andando a controllare che ciò che mi viene detto sia effettivamente vero. Se fossi invisibile ne approfitterei per fare cose che non si possono fare e con ogni probabilità diventerei una persona peggiore. Voler diventare invisibili è segno di insicurezza. No grazie, lascia stare.
Che ti chiedo allora? L'eterna giovinezza? Carino, ma quando tutti gli amici saranno invecchiati, compreso mio marito quando mi sposerò, non saprò che farmene della mia giovinezza. E mi sentirò sola più che mai, perché i giovani veri non avranno più niente in comune con me.
A dire il vero le cose che voglio o le ho già, o comunque mi sto impegnando per ottenerle; quasi quasi mi toglieresti la soddisfazione se me le recapitassi tu, tutte in una volta, buttandomele giù dal camino (che nemmeno ho) nella notte di Natale.
L'unica cosa che potrei chiederti, sarebbe di fare in modo che queste "cose" io non le perda mai. Ma so che non puoi farlo, nemmeno tu.
Caro Babbo Natale, siccome quest'anno non sono stata poi così brava e probabilmente non lo sarò nemmeno l'anno prossimo, portami solo uno dei tuoi sacchi pieni di carbone fatto di zucchero. E' buonissimo, e durante l'anno non lo vendono quasi da nessuna parte; mi piacerebbe averne una scorta da sgranocchiare la sera quando non devo uscire e ho carenza d'affetto perché mi manca il mio amoruccio. Anzi, portane un sacco anche a lui, sono sicura che sarà contento. Portagli anche una rosa di quelle che non sfioriscono mai; so che tu, caro Babbo Natale, ne hai sempre in serbo qualcuna per le persone veramente speciali.

Ti ringrazio moltissimo,
Debora

© Debora Gatelli





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