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Erano circa un miliardo e duecentocinquantatre milioni le persone che in quel momento, nel lato in ombra della Terra, tenevano un dito puntato contro il cielo. Era poco inferiore la quantità di persone, che non avendo la presenza di spirito neanche per fare quello, stavano semplicemente con la bocca spalancata. Molti, soprattutto tra gli anziani, erano quelli che avevano ben pensato che quello fosse il momento migliore per farsi prendere da un infarto, o lamentarsi dei vecchi tempi in cui queste cose non succedevano. Pressoché tutte le sette religiose e diverse tra le maggiori confessioni si attribuivano la paternità dell'evento che aveva sconvolto i miti cieli del pianeta Terra.
Immediate furono le accuse di ogni governo, verso il proprio avversario, di infrazione di trattati internazionali, e numerose furono le guerre che per quel motivo scoppiarono.
Intanto, nei sotterranei dei laboratori di ricerca in tutto il globo, ogni scienziato, anche chi, rispetto agli altri, fosse appena in grado di scrivere il proprio nome, fu chiamato a studiare quel fenomeno, anzi, come dicevano le istruzioni top secret, quella minaccia.
Migliaia furono le proposte e le idee espresse da questi uomini di scienza, poche decine furono quelle che superarono il controllo incrociato di centinaia di illustri colleghi. Una sola, in assoluto forse la più assurda, quella che fu scelta come soluzione del problema.
Con comunicati costanti inviati via etere, carta stampata, voce segnali di fumo e ogni mezzo conosciuto si rese noto a tutti quale fosse il comportamento che l'umanità avrebbe dovuto tenere e in quale preciso momento.
Fu così che, dopo immensi preparativi, alle ore 18:00 (secondo il meridiano di greenwich) il mondo intero compì il più grande inchino che la storia si ricordi, di fronte al cielo dove, luminosa e immensa, era apparsa la scritta:
FINE
©
Mario Laudonio
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