Confessione di un Ateo Buddhista è l’ultimo libro di Stephen Batchelor, edito da Ubaldini.
Stephen Batchelor è un autore, scrittore ed esperto di buddhismo, nato in Scozia nel 1953, che è andato in India nel 1971, diventando monaco buddhista nel 1974 e contribuendo, da allora, per dieci anni, alla diffusione in Europa del Buddhismo tibetano e coreano. Nel 1985 lascia l’abito e inizia un percorso di approfondimento e di studio sul Canone Pali, nel tentativo di ritrovare le radici più autentiche del Buddhismo, lontano dalle differenti interpretazioni che le diverse tradizioni ne hanno dato.
In questo libro Batchelor mette in gioco direttamente la propria esperienza personale, la propria vita di giovane monaco Buddhista occidentale che, nel suo progredire nello studio dei testi canonici della tradizione tibetana, si vede assalire da dubbi, da perplessità, da timori che tutto ciò che gli veniva indicato come esser liberazione da pensieri e preoccupazioni altro non fossero, in realtà che precetti di una differente gerarchia ecclesiastica rispetto alle altre, non la reale, diretta trasmissione dei precetti del Buddha uomo, Siddharta Gotama.
Già nel suo libro Buddhism Without Beliefs Batchelor si dichiarava come un agnostico, ma adesso compie un ulteriore passo avanti nel suo cammino di ricerca, definendosi un Ateo Buddhista. Per lui, ateo non vuol dire solamente non credere in entità trascendenti, ma ritenere che tutte le sovrastrutture aggiunte al Buddhismo originale siano inutili.
Batchelor tenta di dar vita ad un Buddhismo occidentale e contesta alle radici i concetti di karma e di rinascita, considerandoli come espressioni di tipiche credenze indiane, che sono state aggiunte al pensiero di Siddharta Gotama che, secondo l’autore, era verosimilmente indifferente a tali questioni, basandosi sullo studio del personaggio storico, prima della sua “divinizzazione”.
A giudizio di Batchelor l’uomo Siddharta, fallibile, pieno di dubbi e contraddizioni, aveva in realtà posto l’accento della propria ricerca in 4 direzioni:
1. Natura condizionata dell’esistenza umana.
2. Consapevolezza e presenza mentale in ciò che viviamo e facciamo fisicamente, mentalmente, affettivamente.
3. Studio delle 4 nobili verità e dell’ottuplice sentiero come realtà pragmatiche e non dogmatiche.
4. Autosufficienza degli uomini nel loro cammino spirituale: ognuno deve sperimentare personalmente ciò che crede, non affidarsi ad esso attraverso atti fideistici o dottrinali.
Batchelor afferma che leggendo il Canone Pali lo stesso Gotama viene presentato come un ateo ironico, secondo cui il rifiuto di un Dio non è un elemento fondante dell’insegnamento, né un motivo di particolare preoccupazione dottrinale. In questo senso Gotama non era un “anti-teista”, quanto piuttosto un non teista. Era quindi ateo nel senso letterale del termine. L’attenzione principale di Gotama era posta sulla condizionalità, sull’origine condizionata dell’esistenza, della coscienza. Secondo questa visione, quindi, sono le azioni a definire gli esseri umani, e la divinità è inutile, perché non può fornire guida e assistenza. Per quanto si invochi la sponda di un fiume affinché si avvicini a noi, questa non si avvicinerà e quindi le nostre preghiere, le invocazioni, i voti saranno inutili.
Già da queste prime considerazioni si intuisce che questo libro favorirà la nascita di discussioni, soprattutto nelle tradizioni Buddhiste più inclini alla pratica religiosa.
Traspare in ogni pagina del libro l’interpretazione personale, passionale e appassionata di Batchelor del Canone Pali, del Buddhismo, della pratica. Batchelor stesso fornisce, in sostanza, un’interpretazione degli scritti di Gotama e cerca di rendere la sua interpretazione funzionale ad un’analisi che permetta di smitizzare la figura di Gotama per ricondurla alla sua reale umanità, al suo reale impatto nella società indiana di allora. La necessità di attualizzare il Buddhismo, di renderlo moderno, di renderlo aperto alle conoscenze scientifiche, culturali, sociali di oggi è evidente nel libro di Batchelor, che, di fatto si chiede se la conoscenza occidentale stia mutando il Buddhismo tradizionale e se, di contro, il Buddhismo tradizionale stia mutando con i tempi.
E’ un libro affascinante e divertente, profondo ma comprensibile.
Un atto di reverenza verso un pensiero, una cultura, ma soprattutto verso un uomo, Gotama, che ha cercato una via personale per cambiare l’esistenza umana, per alleviare la sofferenza dell’essere umano, per permettere a ogni individuo di essere presente nella propria vita, nella propria esistenza, nel proprio tessuto sociale.