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Solo quattro mura
di Gianluca Purgatorio
Pubblicato su SITO
Anno
2010 -
Editore Zerounoundici
Prezzo €
12,00 -
92 pp.
ISBN
9788863072556
Una recensione
di
Michela Zanarella
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Gianluca Purgatorio approda alla narrativa horror con il libro “Solo quattro mura”, 0111 Edizioni. Sei brevi racconti, apparentemente slegati tra loro, rivelano successivamente una serie di corrispondenze incisive, offrendo al tessuto espressivo fascino e mistero, tali da suscitare curiosità nel lettore. La morte s’infila nella silloge fino a prendere costante possesso della narrazione. Balza immediatamente all’occhio la citazione “dantesca”alle prime pagine del volume, che apre la produzione noir del giovane autore: “Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fecemi la divina potestate, la somma sapienza è il primo amore. Dinanzi a me non fur cose create se non eterne, e io eterna duro. Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.” (Inferno, canto III) Nel primo racconto “Il dottor K”, un uomo su un letto d’ospedale in ferro zincato, nudo, dal corpo martoriato, si ritrova in una stanza sconosciuta, senza sapere come ci è finito. In un incastro d’atmosfere e personaggi surreali, s’avverte quella suspence che smuove situazioni e linguaggi. La morte, il dolore, la sofferenza si fanno ossatura compatta nella complessità dell’animo umano, in quell’abisso di ciascuno e di tutti che circonda spazi e tempi con immediata drammaticità. “Una notte potremmo svegliarci e desiderare di non averlo mai fatto perché, scendendo dal letto, ci renderemmo conto che i nostri ricordi non esistono più, dimenticati; la nostra vita perduta inesorabilmente”. Cosa c’è di peggio della morte? E trovare dei numeri molto strani sotto la pianta del piede? Leggendo “Il misterioso caso del Signor Smith” si riapre il paradigma dell’esistenza, si arriva ad un rimando di dubbi e paure, tipici di una società che tentenna e spera in un antidoto sicuro alla morte. “Tutti sappiamo, in quanto uomini, di essere destinati a morire, di essere solo di passaggio, ma ce ne dimentichiamo.” Non manca nulla alle pagine di Gianluca Purgatorio per riuscire a mantenere solida e stabile l’impalcatura “dark”di “Solo quattro mura”. Il lessico è semplice e adatto ad una lettura immediata. La volontà di cogliere e concedere brividi è la prova di una scrittura che sa appassionare, tra sogno ed incubo, tra salvezza e dannazione.
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