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Libertà è quando uno non ha più niente da perdere: è questa la perla di saggezza che ci deriva dalla cultura pop. Lasciarsi tutto alle spalle, infilarsi dentro una Golf e veleggiare verso i litorali mediterranei (che, nel mito nord- e mitteleuropeo, sono sempre ‚dorati‘): è quanto fanno i due protagonisti di Die schwangere Madonna, dell‘austriaco Peter Henisch.
Josef (Giuseppe) e Maria: così si chiamano i due. Lui è sui cinquanta e in piena crisi esistenziale, lei è giovane, visibilmente gravida e si trova per puro caso - o forse no - dentro l’automobile che Josef (collaboratore fallito di emittenti radiofoniche) ha rubato in un eccesso di tedio ed esasperazione.
La particolarità di questa opera narrativa è il miscuglio di elementi pop con altri biblici. Il viaggio che conduce i due stravaganti personaggi attraverso l‘Italia intera si rivelerà un fiasco (come in ogni road movie che si rispetti). Henisch ci trasporta a Venezia, a Firenze, sul Lago di Bolsena, a Todi e a Spoleto, per finire in crescendo con un periplo della Sicilia fin sul promontorio dove „l‘Europa finisce“.
Il nostro Paese viene descritto come un luogo dicotomico dove cattolicesimo e machismo si danno la mano. La coppia si ferma in bar che recano nomi come „Paradiso Perduto“ e, durante l’odissea, ascolta cassette di... Madonna. Inutile dire che il personale di alberghi e pensioni, nell’appurare lo stato in cui si trova Maria, è pieno di attenzioni per la giovane donna...
Interessante è la presenza - solo in aere - del terzo personaggio, ovvero del proprietario della Golf. Arriveremo a conoscerlo attraverso i vari accenni che Maria fa di lui così come attraverso i dialoghi telefonici (la ragazza possiede ovviamente un telefonino), dialoghi cui partecipa anche Josef, che - lo ricordiamo - è il ladro dell’auto.
L’ironia di Henisch non manca mai il bersaglio. Le pagine di questo suo romanzo sono pregne di incenso, tanto da infondere quasi il capogiro, e l’impressione di una religiosità dura a morire viene accentuata dalla scritta con lo spray „Dio c’è“ che, lungo il tragitto, la coppia legge un po‘ dovunque. A un certo punto, viene coinvolta anche la Madonna del Parto, celebre dipinto di Piero della Francesca, e Josef viene addirittura accusato di tramare contro lo Stato italiano, dedicandosi a oscure attività sovversive.
E‘ proprio il suo tentativo di discolparsi dall’accusa di terrorismo, insieme al racconto del viaggio che lui fa per le orecchie del commissario, a costituire la cornice narrativa del romanzo.
L‘AUTORE
Peter Henisch è nato a Vienna nel 1943. Oltre all’attività di scrittore, si dedica al giornalismo ed è inoltre un cantautore socialmente impegnato. In Italia è tuttora sconosciuto, sebbene molti suoi libri abbiano ottenuto vasta risonanza in Austria, Svizzera e Germania. Ecco alcuni titoli in ordine di rilevanza: Schwarzer Peter (2000), Der Mai ist vorbei (1978), Steins Paranoia (1988), Bali oder Swoboda steigt aus (1981).
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