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“Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, osserva.” dal Libro dei Consigli
Una coda di macchine è ferma al semaforo. I pedoni attraversano la strada. E' il loro turno. Scatta il verde per le vetture. Partono, ma non tutte. Un automobilista è fermo, intralcia la fila di mezzo.
I clacson in coro ne sollecitano la partenza. Ma niente. Lui non parte. Guasto al motore? Distrazione? Alcuni volenterosi sono anche disposti a spingere la macchina là, dove non blocchi il traffico. Picchiano al finestrino dell'automobilista. Questo, si vede che dice e ripete un sola parola. Finalmente qualcuno apre la portiera e il guidatore dirà: “Sono cieco!”
Come è possibile? Innanzitutto non lo si direbbe, e poi un attimo prima non era alla guida come tutti quelli che, normalmente vedenti, fanno?
Inizia così quello che sembra essere uno scherzo, di cattivo gusto senza dubbio, ma uno scherzo. Purtroppo sarà solo l'inizio di quella che si rivelerà una temibile e sconosciuta malattia, altamente contagiosa, che porterà alla cecità una intera città, non meglio precisata, di un non meglio precisato stato. La malattia verrà definita: “un mal bianco” in quanto essa avvolge la sua vittima in un candore luminoso, simile a un mare di latte. Ma quel che è peggio è il proseguo. Sarà una epidemia. Tutti i ciechi verranno rinchiusi in un ex manicomio, e costretti a vivere nel più bieco abbrutimento, da chi non è stato ancora contagiato.
Josè Saramago, scrittore, commediografo e giornalista, è nato nel 1922 ad Azinhaga nel Ribatejo portoghese. A causa della povertà famigliare dovete abbandonare gli studi. Esercitò durante il periodo della dittatura salazarista in Portogallo, varie professioni, fra cui quella di direttore di una casa editrice.
Nel 1975 subito dopo la rivoluzione del 25 aprile 1974, fu co direttore del Diario de Noticias di Lisbona. Esordio letterario con il romanzo Terra do pecado (1947) e poetico nel 1966 con i Poemi possibili. Il salto di qualità e fortuna presso il pubblico portoghese prima, ed internazionale poi, avverrà con Levantado do Chao (Una terra chiamata Alentejo) del 1980, che racconta l' epopea di una famiglia contadina nell'arco di un centenario, come parallelismo della storia dell'uomo e del suo rapporto con la terra.
Il successo arriverà con la pubblicazione di Memoriale del convento del 1982, seguito da L'anno della Morte di Ricardo Reis (1984) e da La zattera di pietra (1986), aumentando l'interesse del pubblico e gli apprezzamenti della critica.
Ma il grande balzo arriverà con il meraviglioso libro Storia dell'assedio di Lisbona (1989), considerato una delle più belle storie d'amore mai scritte.
Farà scalpore e arricciare il naso a molti l'uscita del Il Vangelo secondo Gesù (1991), un racconto storico, che descrive la nascita e la morte di Cristo, visto come un uomo comune e normale, giovane e fragile, alle prese con le sue paure, le sue ansie e la propria inesperienza nella vita. La figura di Dio appare, forte e cattiva. Esiste un conflitto tra padre e figlio. Quest'ultimo è visto come uno strumento inconsapevole ed ingenuo, nelle mani di un padre, quasi spietato, che lo usa per i suoi oscuri progetti. Sotto questa luce Gesù accetterà come fine inevitabile la propria morte.
Riceve una laurea honoris causa dalla Università di Torino e Siviglia. Ha vinto prestigiosi premi.
In Italia gli sono stati assegnati il Grinzane Cavour, il Flaiano e il Mondello 1992.
Il grande successo arriverà con Cecità (1995) considerato il suo grande capolavoro.
Nel 1998 arriva il Nobel per la Letteratura.
Seguiranno: Tutti i nomi (1997), La caverna (2001), L'uomo duplicato (2002), Saggio sulla lucidità (2004), e nel 2005 Le intermittenze della morte ed anche II.
La forte personalità di Saramago, le sue nette posizioni politiche, la sua dichiarata laicità anche ostile verso la chiesa, il suo impegno con temi sociali molto forti, come la petizione per l'ambiente firmata con altri noti scienziati e letterati di tutto il mondo, sono un esempio della sua passione, e del suo interesse per l'uomo. Le sue prese di posizione e le critiche nei confronti del conflitto israelo-palestinese, hanno suscitato molto scandalo e gli è stato affibbiato l'appellativo di antisemitismo. (vedere: Berger, Chomsky, Pinter, Saramago in " Lettere sul Conflitto Esraele-Palestina".
In italia è presidente onorario dal 2002 dell'associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica.
In Cecità, lo stile di Saramago, si riconferma. Tempi lunghi, punteggiatura che langue, paragrafi lunghissimi, frasi e dialoghi, quasi da decifrare, insomma una vera fatica per certi versi, ma questo è Saramago, questo è il suo mondo senza mezze misure, senza compromessi. La vita può essere surreale, nel suo reale quotidiano. Tutto è come dovrebbe essere, ma anche come non dovrebbe essere. Egli parte col raccontare una storia, basata su un insolito e surreale evento, che è decisamente inaspettato, ma che potrebbe forse anche essere possibile, in un contesto o in un non meglio identificato momento storico, o perfino umano e, con grande maestria, con grande coraggio e visione dell'attività dell'uomo, costruisce una storia autenticamente vera, dove visiona con dolore e sofferenza dove può arrivare la natura umana. In questo romanzo, tutti i personaggi, nessuno escluso, toccherà a suo modo il fondo, ognuno dei personaggi vedrà il buio delle proprie azioni, conoscerà quell'angolo della propria mente dove può nascere la violenza e la cattiveria allo stato puro, e fini a sé stesse. Nessuno è escluso, non ci sono eroi, non ci sono buoni o cattivi, esiste solo l'uomo. E' l'uomo è piccolo e meschino; ha bisogno di certezze, ha bisogno della normalità, e quando un evento così inaspettato rompe questo equilibrio, allora si è disposti a tutto, per la sopravvivenza, per allontanare la paura, la fame, la sete, in una parola per la propria vita.
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