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Cuba magica - Dialogo con un santero
di Gordiano Lupi
Pubblicato su SITO
Anno
2003 -
Editore Mursia (Gruppo Editoriale)
Prezzo €
15 -
161 pp.
Una recensione
di
Simonetta De Bartolo
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Votanti:
11437 Media
80.06 %
Per poter comprendere al meglio CUBA MAGICA è molto importante tener presente l’ampia e puntuale introduzione dell’autore, Gordiano Lupi, che lega insieme storia, cosmologia, religione, riti e folklore della civiltà cubana; una premessa intelligente che documenta, scientificamente, ciò che sarà trattato nel libro, ovvero la “santeria”, e che mentre rende più realistico l’argomento, evitando al lettore sospetti di capricciosa immaginazione, allo stesso tempo gli fornisce anticipazioni dettagliate, risposte ad ogni possibile domanda e un quadro completo e significativo di un assunto, a molti, sconosciuto. Ne “Il linguaggio magico della <>” lo scrittore sottolinea, innanzitutto, la predominanza a Cuba della religione cattolica, impostata, inizialmente, dai conquistatori spagnoli, e la presenza minoritaria di alcune sette spiritiste nordamericane. Si sofferma, di più e più a lungo, sul sincretismo, afro-cubano, di cattolicesimo e naturalismo animistico, la religione più diffusa in quel paese laico. A tal proposito lo stesso Lupi commenta: <<…Come si vede la commistione tra fede cattolica e “santeria” è sempre frequente. Una cosa pagana come l’adorazione alla luna nuova convive con la recita di un rosario…>> e ancora: <>.
Focalizzando e approfondendo il tema della “santeria” o “Regla de ocha”, l’autore, in uno stile disadorno ma chiaro e concitato, in forma impersonale, astenendosi dal fare commenti, ci introduce elegantemente nel mondo magico di Cuba.
Alquanto sorprendente è la scelta del romanzo, come genere letterario, in cui la narrazione realistica e vivace si dispiega su due linee parallele: da un lato apprendiamo, in modo progressivo e con dovizia di particolari, tutte le caratteristiche della santeria e dall’altro scopriamo aspetti interessanti della vita di G.Lupi e del suo pensiero, <>, e della sua famiglia. E’ proprio lo scrittore a raccontarci, in prima persona, uno dei suoi tanti viaggi a Cuba; questa volta però il viaggio ha uno scopo ben preciso: soddisfare la sua curiosità riguardo il mondo magico dell’isola e scriverci un libro, descrivendo, nei minimi particolari e con stile colorito, le credenze, i riti, le usanze sia dal punto di vista religioso che folclorico (accennando ai rituali, accompagnati a volte da musica e danze) e lasciando intravedere il suo giudizio su superstizioni (<>) e comportamenti ormai da tempo superati dalla moderna e razionalistica civiltà occidentale.
Con linguaggio, al tempo stesso, filosofico e corrente, l’autore sembra dirci tutto intervenendo, a volte, con un pizzico di ironia ma riprendendo, con velocità fulminea e con tono serio e naturale, il discorso, <>, perché, non si dimentichi, di magia nera si parla!
In particolare, con un linguaggio figurato e rustico, scrive del simbolismo di una religione politeista (fantocci, piante, erbe, animali) e idolatra, fornendoci spiegazioni sociologiche, etnologiche, antropologiche insieme a cenni storici, politici e a richiami alla quotidianità dell’isola caraibica. L’uso dei vocaboli spagnoli avvicina ancor di più il lettore ai particolari significati e messaggi di quella civiltà; inoltre <<…l’espressione cubana è troppo bella per essere tradotta…>>, in alcuni casi.
I personaggi appartengono quasi tutti al mondo familiare dello scrittore e sono tutti poco caratterizzati sia esteriormente che interiormente. Il personaggio principale sembra, comunque, essere proprio lui, G.Lupi, e, subito dopo di lui, Armando, il santéro.
In ultima analisi, la santeria, come ogni altra religione, risulta essere un tentativo di spiegare il mondo e i suoi fenomeni, con la funzione specifica, nei riguardi della comunità, di proporre ed imporre continuamente delle regole di comportamento.
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