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Post-punk (1978-1984)
di Simon Reynolds
Pubblicato su SITO
Anno
2006-
Editore Isbn Edizioni
Prezzo €
35-
715pp.
ISBN
9788876380457
Una recensione di
Patrizia Cau
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Media
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Quale posto date alla musica nella vostra vita?
Quale che sia la vostra preferita: classica, popolare o etnica, black music, jazz, metal, pop, rock, punk, dark/gothic, new age, elettronic dance music, ska, etcc: per la lettura di questo libro serve una buona dosa di passione per la musica, e una doppia dose di altrettanta curiosità ......musicale,
punto e basta.
Vi assicuro che vi serviranno tutte e due per leggere ed apprezzare queste 715 pagine ed anche per affrontare il prezzo, in effetti un po' esoso : 35 Euro.
Ma sarà un acquisto esente da rimorsi.
Il titolo originale in inglese è : “Rip it up and start again”, ovvero “Straccia tutto e rincomincia”, ritornello famoso di una canzone degli Orange Juice, gruppo degli anni 80.
Si parte da: 1975-1976 Anno Zero: nasce il punk. Sapete dove è nato il punk (New York o Londra?) e quale era il suo messaggio? Conoscete i Sex Pistols? E Johnny Rotten? Quello che cantava : “Fuck this and fuck that /Fuck it all and fuck her fucking brat” (Fanculo questo e fanculo quello, fanculo tutto e fanculo il suo marmocchio del cazzo), con quella sua voce stridula, sguardo allampanato, ghigno satanico, più i famosi sputi verdognoli....Bene...E poi?
Sapete che neanche due anni dopo i Sex Pistols erano già morti? Già....Era il 1978
Questo libro parte proprio dal 1978 definito come “l'anno della morte del punk” , che coincide con lo scioglimento e l'abbandono di Johnny Lydon dai Sex Pistols, ed arriva fino al 1984.
La mole di lavoro, affrontata da Simon Reynolds, considerato il più grande critico musicale vivente, è veramente encomiabile, la quantità di dati è oltremodo impressionante, ma galvanizzante........
Anedotti, testimonianze, risvolti sociali, accurate nozioni musicali, foto (anche se in bianco e nero) e tanto altro.
Questi sette anni corrispondono al periodo Post – punk, 1978 – 1984.
Una vera esplorazione e un tuffo in un passato, dove al No future dei Sex Pistols, rispose la New Wave: la musica non poteva cambiare il mondo? Poteva almeno cambiare le persone ed influenzarne i costumi, i linguaggi, e allora gruppi come i Cabaret Voltaire, Human League, Throbbing Gristle, Scritti Politti, ma anche Gang of Four, The Fall, Joy Division, PiL, Talking Heads, Slits, Devo, Wire, e i tantissimi altri ......tutti si buttano ....Ognuno a proprio modo.
E così la musica è in pieno fermento, si cercano nuovi suoni, si fondono sonorità differenti, il tutto supportato dalla nuova parola d'ordine: cambiamento!
In questi sette anni la musica si ciberà in mille modi anche di arte e letteratura, ovvero la musica interpreta il modernismo. Molti gruppi furono ispirati dai dadaisti, altri da J. G. Ballard o Philip K. Dike, altri da Brecht, Burroughs.
Marcel Duchamp fu il santo patrono della New Wave.
Tutti i gruppi post - punk volevano reinventare la musica, aprire nuove strade al rock, perché c'era un futuro da reinventare.
Ed allora il consiglio è leggerlo ma non solo, andate a scoprire gruppi come i Television con il loro
bellissimo Marquee Moon, ascoltate il dopo di Johnny (Lydon) Rotten con i PiL con Metal Box, fatte la conoscenza dei Wire, Gang of Four, Buzzocks, ascoltate i Fall, le mitiche Slitz, riascoltate i Joy Division, e i tanti tanti altri.......il materiale ed i riferimenti non mancano!..
Buttatevi nella lettura di questi sette anni, dove passione, coraggio, ma anche spregiudicatezza, erano pane quotidiano, e la vita e la musica avevano lo stesso ritmo.
Una recensione di Patrizia Cau
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