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L' anello che non tiene e altri racconti
di Paolo Mazzocchini
Pubblicato su SITO
Anno
2007-
Prospettiva Editrice
Prezzo €
10-
103pp.
ISBN
9788874183661
Una recensione di
Cinzia Ceriani
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Votanti:
12606
Media
79.82%
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Una raccolta limpida e palese. Cinque racconti snocciolati sui ritmi sconnessi e disarticolati che imbastiscono gli eventi dominanti la vita dei protagonisti. Ognuno con il proprio scherzo del destino con cui scontrarsi; tutti accomunati da un senso d’impotenza e dalla conseguente presa di coscienza di sé, dei propri limiti e del proprio essere semplici e comuni uomini. Un libro, quello del professor Mazzocchini, docente di lingua e letteratura greca e latina, scritto con semplicità e franchezza, estrapolato dalla tipica quotidianità d’individui dediti allo studio e alla cultura, riflesso della personalità e dello stile di vita dell’autore. Opposto, ma comunque utile ai fini della narrazione e dei messaggi che l’autore vuole comunicare, è la figura del religioso, un frate che, forse per la prima volta, si trova a dover disobbedire agli insegnamenti ricevuti durante gli anni di seminario e ammettere, nero su bianco e senza remore, la verità di ciò che è diventata la comunità cristiana, attenta al superfluo, al denaro e ai preziosi beni materiali. Una comunità, in un certo qual modo, menzognera, intenta a nascondere vizi ed ipocrisie dietro una fitta corazza di perbenismo, anche in un luogo di culto, a dimostrazione di come essa si serva di Dio per servire se stessa. Uno stile lento ed equilibrato caratterizza i brani, all’apparenza ingenui scorci di un banale vissuto, carichi di profonde riflessioni sul significato ultimo dell’esistenza umana, dei suoi dei suoi dubbi, dei suoi valori, quelli veri, delle sue speranze e dei suoi obiettivi, in nome dei quali vale probabilmente la pena compiere delle rinunce ed accettare esili sentimentali, trasformati, negli anni, in malinconiche illusioni. Degno di menzione è, infine, lo scritto intitolato “ La morte di Lazzaro” proposto in chiave insolita attraverso un genere letterario spesso dimenticato dalla narrativa moderna, il genere teatrale. Il soggetto è di nuovo a sfondo religioso e racchiude in sé un’accusa, un profondo dolore dell’anima, costretta a soffrire due volte, come in una sorta di pena del contrappasso, determinato da uno dei miracoli più famosi e decantati dal Vangelo. E’ una lettura introspettiva e scrupolosa sugli effetti delle scelte umane che induce a mettere in discussione parte delle convinzioni insite nella mentalità delle persone e nel loro modo di percepire il mondo circostante. Esse vengono messe nelle condizioni di pensare e soffermare l’attenzione intorno a dei punti saldi, ad una bussola che indichi il giusto percorso da seguire. Un viaggio alla ricerca, pagina dopo pagina, tentativo dopo tentativo, del possibile parametro di equiparazione fra ciò che si desidera veramente e ciò che, invece, si è ottenuto.
Una recensione di Cinzia Ceriani
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