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Il mercante di eresie
di Moneti Andrea
Pubblicato su SITO
Anno
2007-
Editore Nuovi Equilibri
Prezzo €
13-
222pp.
ISBN
9788872269893
Una recensione di
Simonetta De Bartolo
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79.1%
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Con Il mercante di eresie, Andrea Moneti si assume il difficile compito di condurre il lettore attraverso un complesso periodo del Medioevo, tra il Duecento e il Trecento. Fin dalle prime pagine, l’autore conquista l’interesse del lettore. La materia si presta: contraddizioni estreme della cultura e della spiritualità, utopie, profezie, lotte per la conquista di una libertà e di un’autonomia di giudizio del cristiano contro l’autoritarismo e il dogmatismo della Chiesa, allegre brigate giovanili, fervore culturale degli Studi, avventurosa epopea del mondo dei mercanti, spesso privi di scrupoli, a tal punto da vendere come schiavi dei cristiani, ma che si pentono in fin di vita, convinti di salvarsi l’anima dando tutto ai poveri, degrado morale estremo ed esempi di santità tra i più alti, ecc.
E’ un mondo che Andrea Moneti, innamorato della sua varietà, della sua tensione continua al cambiamento, attratto dal vorticoso incalzare degli avvenimenti, ha indagato con passione e serietà di studioso, necessaria ad un romanzo in cui storia ed invenzione si sposano con naturalezza, perizia artistica ed equilibrio, in cui avventure e disavventure, materiali e spirituali, di singoli personaggi risultano fatalmente legate a fenomeni di vasta portata storica, come la corruzione e l’ingerenza nella politica italiana da parte della Chiesa, sempre più lontana dall’originario messaggio di Cristo, la disumana “opera salvifica!” dell’Inquisizione, le congiure, le lotte nelle e fra le città della turbolenta ed inquieta Toscana; pagine tra le più nere della storia medioevale, come la crociata contro gli Albigesi, s’intrecciano a pagine di glorie italiane difficilmente ripetibili nella letteratura, nelle arti figurative, nelle stupende, innumerevoli realizzazioni architettoniche, nella cultura in generale, dando luogo a chiaroscuri, in cui l’elemento luce dei tempi nuovi lotta contro le tenaci resistenze dell’oscurantismo medioevale.
Stragi, battaglie, ciclo carestie-fame-peste, fetide prigioni, torture, mutilazioni, roghi sono rappresentati con crudo realismo; la descrizione dei loro effetti sull’animo umano rivela capacità introspettive ed espressive di un’arte matura.
Sullo sfondo delle tragiche vicende, pietosa e silente spettatrice o, in alcune circostanze, giudice severa della bestialità umana, la natura, ora nella sua spirituale bellezza primaverile, ora algida con le sue nevi eterne, ora misteriosa nella bassa foschia del primo mattino: poche forti e veloci pennellate che suscitano sentimenti forti e indefiniti. In mezzo alle vicende storiche, in concorso con i personaggi storici, tra prelati dediti alla violenza delle armi, in un mondo di senza Dio, di prostitute, di venditori di false reliquie, di passioni, di saccheggi e vendette, ma anche tra montanari generosi, gentili, dediti ad un cristianesimo essenziale, tra uomini desiderosi di pace e protesi verso un mondo migliore, si svolgono le vicende umane dei personaggi principali; si realizza l’umanità eroica di Giovanni, con le sue crisi interiori, la sua estrema crudeltà, una volta in preda ai morsi del freddo e della fame, la sua tenace lealtà verso gli amici, il suo amore per la libertà gridato tra le fiamme del rogo. Liricamente delineata la figura di Jacopo nella dolcezza del ricordo di Chiara e dei monti innevati e nebbiosi, nella malinconia del suo tramonto. Personaggi aderenti all’umano, vivi e veri, artisticamente riusciti, come le figure femminili, protagoniste di storia, di Eleonora, più adatta agli studi e alle discussioni, curiosa, amante della libertà e legata per sempre al suo unico amore, e di Chiara, il cui corpo emana una fragranza selvatica, che sperimenta la nostalgia della sua terra, le invincibili angosce e la sua grande passione vissuta in libertà e gioia estreme, che armonizza nella sua anima Dio e la Grande Madre, che guarisce attraverso lei, “la strega”. Andrea Moneti si rivela fine conoscitore dell’animo femminile, ne illumina le pieghe più riposte con rispetto, ne rappresenta la pienezza e la forza del sentire.
In linea con una tendenza affiorante qua e là nel panorama letterario mondiale, spesso con risultati prestigiosi, convinto della validità culturale del romanzo storico e della sua modernità, in mezzo a tanta produzione in cui il prevalere di fantasie estremamente libere e capricciose, che disorienta senza nulla lasciare nella mente e nell’animo del lettore, Andrea Moneti offre, ancora una volta, dopo 1527-I lanzichenecchi a Roma, pubblicato, nel 2005, per Stampa Alternativa, un’opera che soddisfa l’esigenza del bello e del diletto della lettura e, cosa che non guasta nei nostri tempi, induce alla riflessione e alla commozione.
Una recensione di Simonetta De Bartolo
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