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Una stagione INattesa
di Raffaele Turturro
Pubblicato su SITO
Anno
2007 -
Editore Gingko
Prezzo €
7 -
132 pp.
ISBN
9788895288017
Una recensione
di
Alberto Accorsi
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Votanti:
9590 Media
79.32 %
Confesso che l’ambiguità del titolo ,o meglio, della sua grafia ,mi ha non poco incuriosito:si tratterà di una stagione trascorsa in attesa di qualcosa,di qualcuno,magari inutilmente? Oppure si avrà a che fare con una stagione inaspettata ,sorprendente? Innanzittutto ho dovuto rilevare l’eterogeneità degli scritti che compongono il volume:si tratta di racconti brevi da una parte e di riflessioni su alcuni temi di per sè assai impegnativi come per esempio il tempo ,la libertà,dall’altra. Ebbene ,a me pare che le aspettative suscitate dal titolo non vengano granchè soddisfatte ;forse un certo comun denominatore potrebbe trovarsi nei racconti ,in una certa propensione per i finali sorprendenti ,davvero,a volte,inattesi.Forse si potrebbe in alcuni casi parlare di uno “scacco esistenziale” e dell’angoscia che ne consegue.L’atmosfera dei racconti ,dato lo smarrimento in cui si muove il protagonista fin dal primo scritto, si potrebbe dire”kafkiana”,e vagamente onirica .La scrittura appare ,purtroppo,superficiale e viziata da una estrema genericità ;non mancano neppure improprietà di linguaggio e veri e propri errori grammaticali. Per il resto l’autore spazia un pò a ruota libera testimoniando sicuramente un forte disagio in tema di rapporti con il prossimo;si avverte spesso una acuta sofferenza che si traduce in diffidenza assai pronunciata verso colleghi,”amici”,conoscenti. Predomina una certa sentenziosità, a volte ispirata ad una volontà di demistificazione dal sapore vagamente nicciano. In particolare l’autore,quando esprime le sue considerazioni sui cosiddetti “intellettuali,” si abbandona ad una serie di lamentele infondate e a volte perfino strampalate ,arrivando a censurare l’uso ,la correttezza, delle citazioni ,rivelando un forte senso d’inferiorità,più o meno giustificato. Molto buona l’introduzione di Daniela Marro.Troppo.
Una recensione di
Alberto Accorsi
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