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Anno
2003-
Halley Editrice
Prezzo €
9-
293pp.
ISBN
9788875890681
Una recensione
diCinzia Baldini
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Votanti:
5920 Media
79.17%
Un romanzo avvincente che riesce ad accalappiarti e a farti scorrere tra le dita le sue pagine una dietro l’altra senza avere voglia di chiuderlo. Diciamo che l’ho divorato e quando l’ho finito mi sono domandata di già? Pur essendo un romanzo storico ambientato nell’antichità, la trama rende quest’opera simile a quelle di autori come W.Smith e C.Cussler, ma il merito del Merendi sta nell’essere riuscito a differenziarsi, senza sfigurare, da entrambi. La sua penna, infatti, è priva di quell’ostentazione eccessiva del macabro che contraddistingue Smith. La sua esposizione, pur non difettando di elencare particolari raccapriccianti è “raffinata”, risultando in tal modo più “sopportabile” al lettore. La diversità con Cussler invece, è riscontrabile nella trama. Aspides, infatti, è un romanzo di fantasia che non scade nell’”assurdo”, anzi è poggiata su solide basi culturali. Si sente lo spessore della preparazione dell'autore e, secondo me, il grande lavoro di ricerca e di documentazione che è stato fatto prima di mettere giù il lavoro. Una piccola chicca è, inoltre, costituita dalle citazioni latine che ho molto apprezzato.
Che altro dire? Che mi sono arrabbiata con l’ingenuità che rasenta la stupidità del giovane pastore della Pannonia Warfen. Ho sognato, immaginando il corpo statuario e virile dell’ex generale Fabius e avrei volentieri tirato il collo ai due delinquenti Gnaeus e Junius. Ho avuto il piacere di riscoprire la figura di una imperatrice di cui poco si parla nei libri di storia: Galla Placidia. Stupenda la descrizione che ne fa il Merendi, specie quando la immagina rosicchiarsi l’unghia del dito. Mi ha fatto un certo effetto, piacevole sicuramente, vedere scritto al posto di Roma, cui la storia e gli altri autori ci avevano abituato, Ravenna. Anche le figure della barbara Ildico, dello Stilita e del nobile suo accompagnatore sono piccoli ceselli di bravura caratterizzati psicologicamente e caratterialmente in modo perfetto. Le descrizioni dei paesaggi sono vivide e reali, tanto che mentre leggevo riuscivo a sentire il gocciolare dell’acqua, il soffio del vento e lo stormire delle fronde. I ritmi della narrazione sono cadenzati in modo da accompagnare il racconto, quasi a costituire la colonna sonora del libro. Essi scandiscono perfettamente e con puntualità il trascorrere del tempo e rendono incisive e più avvincenti le scene descritte. I dialoghi dei personaggi, anche di quelli non protagonisti sono opportuni e senza sbavature, non scadono mai nella noia e nella banalità. Le frasi sono costruite con scioltezza di penna ed ottima proprietà di linguaggio. I periodi che ne derivano sono, quindi, corretti, semplici e diretti, senza arzigogoli che ne potrebbero ingolfare la lettura. Insomma il romanzo l’ho sentito e l’ho vissuto e il mio giudizio non può che essere estremamente positivo.
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