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L’uovo del gallo
di Muhammad Zefzaf
Pubblicato su SITO
Anno
2000-
Mesogea
Prezzo €
11-
120pp.
ISBN
9788846920119
Una recensione di
Stefania Lo Sardo
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Cura, postfazione e traduzione dall’arabo di Elisabetta Bartuli
Leggere L’uovo del gallo vuol dire trascorrere due o tre ore in compagnia di un’allegra comitiva di prostitute, mantenuti, ubriaconi che filosofeggiano, a modo loro, sulla vita. Significa vivere con loro in un condominio nei bassifondi di Casablanca, passare di piano in piano, aprire le porte degli appartamenti e immergersi nei frammenti di esistenza di chi vive in una società dove vige una legge ben precisa. “Turlupinare te stesso o gli altri, questa è Casablanca. In caso contrario non riesci a vivere”. Parola di Rahal, il quasi filosofo dello stabile, che ha letto due o tre libri (tra cui Tolstoj e Marx, del quale però crede di non aver capito molto) e che per Jijy “Anche se non è medico né avvocato, né giudice, né commissario…è migliore di tutti loro e parla meglio di loro”. Jijy fa la prostituta da quando, per prendere la sufficienza in grammatica, è andata a letto col professore di arabo. Da allora chiude gli occhi e lascia che facciano di lei quello che vogliono. È il suo lavoro, se l’è scelto lei. Così come ha scelto di amare Rahal. Jiji e Rahal formano solo una delle bizzarre coppie di questo racconto corale, sono solo due dei tanti personaggi ben disegnati dalla penna di Zefzaf. La Hagga, proprietaria dello stabile nonché madre-amante di Omar, molto più giovane di lei, scappato da Marrakech perché accusato di aver violentato la sua ragazza. Con tutti loro costruiamo un ritratto limpido e ironico di ciò che può voler dire vivere a Casablanca, avere a che fare con le mazzette da pagare ai vari Sovrintendenti, Prefetti e Procuratori. Non c’è giudizio nella penna di Zefzaf. Non si può fare del moralismo in un mondo in cui i valori condivisi vanno al di là dell’etica corrente e nel quale perfino l’amore, pur essendo contaminato da uno squallido mondo esterno che incombe, sembra, con modalità del tutto originali, mantenersi puro, quasi ingenuo.Non si può che stare dalla parte di chi si trova a vivere queste storie e sorridere, con un sorriso per niente amaro, di un mondo che sembra uscire dalla colorata esistenza di un cartone animato per rivelarsi reale come la vita.
Una recensione di Stefania Lo Sardo
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