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Anno
2005-
Feltrinelli
Prezzo €
12-
ISBN
9788807818318
Una recensione
di
Stefania Lo Sardo
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Votanti:
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Traduzione dal francese di Yasmina Melaouah
Sid Ali: ragazzo prodigio delle periferie parigine, giusta via di mezzo tra dandy e bohemien, colto e globalizzato, raffinato e dissipatore. Decide un giorno per caso di diventare una star e dà inizio alla brillante carriera del “Serial killer dei sacchetti di plastica”. La narrazione procede come una ricostruzione nella quale il protagonista, che si trova in un carcere di Lisbona, mette insieme i pezzi della storia che lo ha condotto fino all’arresto. Così inizia l’avventura del ragazzo dal QI 137, che riesce a imparare tutto a memoria in fretta e per sempre, che ama Rimbaud, le BMW, Paul Smail (del quale ha ovviamente letto tutti i romanzi) e i sacchetti di plastica; che prima si innamora della bella Djamila e poi finisce a fare il marchettaro col suo nuovo amore, il bel Rabah. Questo portentoso ragazzo, primo della classe senza sforzi, cultura personale superiore alla media, finisce per intessere un rapporto intellettual-platonico con la sua professoressa di letteratura, donna da lui ammirata e dalla quale viene sinceramente rispettato. Magnifica guida per il brillante Sid, compagna di bicchieri di vino da sorseggiare mentre le note di Mozart svolazzano intorno (come farà mai Mozart per regalarci ogni nota, ogni tocco, ogni sfumatura insieme al suo esatto contrario: scegliete!Vi lascio la vostra assoluta libertà di uditori, come a un fratello, a un amico, ma sì, ma sì…Mozart: massimo rispetto!), la prof. finisce per essere la sua prima, e mai scoperta, vittima. Il filo del discorso viene continuamente interrotto dalle digressioni di Sid Ali, che a volte hanno lo scopo di attaccare l’imbecillità che dilaga nella realtà, altre volte sono il puro fantasticare di un ragazzino che, tramite visioni iperboliche consone a un adolescente, può permettersi di salire la scalinata di Cannes con la sua attrice preferita e rivolgere alle telecamere il suo irriverente dito medio. Oppure può diventare il manager di Giovanni Paolo II (ti do del tu, eh, abbiamo Dio in comune) e fare di Papa GPII una star che sbanca col suo ultimo cd. È il racconto in prima persona di un ego esagerato, un racconto intelligente e frammentario, febbricitante ma preciso, dal quale viene fuori questo straordinario ribelle francese di origini algerine che nelle sue deliranti divagazioni contro la società moderna non risparmia nessuno: il governo francese, quello algerino, la società dei telegiornali e delle pubblicità prive di fantasia. L’intero assetto mondiale viene smantellato e deriso. Ma si salva la musica algerina (quella d’autore ovviamente!), la buona letteratura, l’amore sincero impersonato da due occhi celesti incontrati casualmente a Lisbona. E, soprattutto, si salvano quelli come lui, gli scellerati ai quali sorride la vita.
Come scrive l’amico Rimbaud, Arthur: Cris, tambour, danse danse, danse, danse! L’hai detto l’hai, Sid Ali! Non smetterò mai di stupirvi.
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