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In Essemmesse di Patrizio Pacioni, un giallo italiano da incastonare nella migliore tradizione del genere, fin dalle prime pagine la personalità del commissario , il ricorso alla deduzione psicologica e alla descrizione comportamentale dei personaggi (per es. nei rapporti tra madre e figlia, ecc.), il procedere lento sì, ma coinvolgente, dell’indagine lasciano spazio all’immaginazione e alle supposizioni del lettore, ma, attenzione, "…quanti anni di galera rischia di beccarsi un colpevole di… “insinuazione”?". La consistenza dei dialoghi, inclini, a volte, all’ironia e al sorriso, che non attenuano molto la gravità del momento e del discorso, rende più snella e ancor più piacevole la narrazione e ci fa pensare a Pioggia nera di Dennis Lehane. Le qualità caratteriali, il modo di vivere l’amicizia e di espletare il lavoro del commissario Cardona e del suo subordinato meridionale Gargiulo, il modo di dialogare tra i due, spesso e volentieri divertente e divertito, ricordano il giovane detective Pat Kenzie e il suo tirapiedi Bubba, della stessa opera di Lehane.
Un libro e una biblioteca protagonisti in Essemmesse, in Ninna nanna, il fantasy di Chuck Palahniuk, e nel romanzo storico di Umberto Eco Il nome della rosa…
In Essemmesse c’è certamente la convinzione del commissario Cardona, così come la richiesta di Poirot di descrivere le mani del gioco in Carte in tavola , che il disegno delle mappe, richiesto ai sospettati, riveli situazioni, motivazioni psicologiche la cui interpretazione lo aiuterà a risolvere il caso.
E’ una partita quella che lo scrittore gioca contro il lettore.Patrizio Pacioni “lascia montare la tensione dell’attesa” dell’incontro di Diana e Cardona, “col suo sguardo penetrante” e un “ghigno assai poco rassicurante”, e dello smascheramento dell’assassino di Rocco Ridolfi, ma,in quest’ultimo caso, indubbiamente, il commissario ha più prove, che indizi, di quante ne abbiamo noi.
Re della foresta, il “Leone”, e, sicuramente, re della partita che i nostri personaggi sembrano giocare sul pavimento a scacchiera della Biblioteca Municipale di Monteselva, riportato nelle bellissime ed originali tavole illustrative, guarda caso in bianco e nero, di Fabio Fobia: Monteselva, teatrino di oscure vicende, “situata a mezza strada tra Parma e Piacenza nel più suggestivo sito del Paese delle Fantasie”, come si può apprendere dal blog;: http://www.patriziopacioni.com/cardona
Il nome Monteselva (Forse un’eco lontanissima della dantesca “selva oscura”?), il fitto manto di nebbia, “che si taglia col coltello”, in cui è ammantata durante l’inverno, già di per sé sanno di mistero, di intrigo… E inducono ad immaginare un “Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate” sulla porta del commissariato ove lavora il “Leone”!
Luoghi, fatti e personaggi, alcuni riferimenti storici e politici, in Essemmesse , assecondando l’esigenza del lettore di contestualizzare, rendono più credibili le vicende. Si ha, infatti, la sensazione che queste ultime siano realmente avvenute o che possano avvenire nel prossimo futuro. “Chissà quali sono i misteriosi meccanismi psicologici che regolano la scelta dei posti…”.
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