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“Alle radici del nulla/ riandai con passo sudato/ per sola ansia di raggiungermi/ ricongiungermi/ e per poi ritornare/ nello spazio possibile/ (in cui il sole mi guarda) slegata da me stessa (Radici di vento)". E’ una voce intensa, profonda, penetrante, quella che emerge dalla poesia di questa giovane autrice lucana alle sua prima esperienza editoriale con la pubblicazione “Radici di vento”. Una scrittura già piena, vigorosa e consapevole, che ha il coraggio di mettere a nudo emozioni, solitudini drammi, percorsi esistenziali di una generazione ancora in viaggio, alla ricerca di sentimenti e di valori, oltre il determinismo e la casualità. La raccolta della Iannotti, è un percorso di ricerca interiore, che partendo da premesse filosofiche, sintetizza quel “male di vivere” montaliano in una sorta di fedeltà agli oggetti e alle presenze fisiche, nel tentativo di trovare/capire il significato nascosto dei gesti e degli avvenimenti, che accadono in lei e oltre di lei “Corrente ascolto /divelta e reale/ i miei sentieri…” (Antitesi). Ciò che l’autrice descrive è un’esperienza di vita che trova sempre fondamento nell’eredità di ciò che si è ricevuto, nella consapevolezza che il ricordo e la memoria con-tengono semi vitali che continueranno a germogliare e a generare, pur trascinando con sè detriti pesanti e talvolta soffocanti. Ma non c’è sterile conservazione del passato, nè immobilismo, nè atteggiamento nostalgico. Aleggia nella raccolta l’energia e il fremito giovane della vita e della storia, che continua ad andare avanti, a proiettarsi verso il futuro a dischiudere scenari sempre nuovi. Dapprima attraverso le “uscite lente e incomprese”, il camminare “malcelata”, il tremare come “goccia incerta/ nell’incavo giallo di una foglia”, poi nella pienezza della “ luce oltre l’immenso di un portone” nel tentativo di scoprire varchi, verità sottese, orizzonti “a volte brevi”, che ci pongono nell’icertezza, ma comunque orizzonti di “mani sempre in viaggio”. Nella poesia della Iannotti, come direbbe il filosofo polacco Leszek Kolakowski, vive e convive spirito di fedeltà e di novità. Essa è tutta tesa e protesa alla ricerca di un’armonia di vita impercettibile, un conforto e un ordine sostenuto da “simboli”, che intervengono ad alimentare l’illusione di un possibile accordo. Ricerca di vita evocata significativamente già nel titolo, attraverso due elementi fortemente emblematici “le radici” e “il vento”. Credo che la novità più significativa di questa raccolta, vada ricercata proprio in questa carica allusiva e simbolica della parola, nella capacità narrativa e di apertura del verso, spoglio da rime, facili assonanze o soluzioni, che, forse, a tratti avrebbero ammorbidito il “passo” di un raccontare, che si muove su un livello sintattico tagliente, incisivo, ma sempre consapevole e coerente, fatto di immagini originali e di intuizioni fulminee. Un lavoro, dunque, tutto fortemente centrato nel processo di “razionalizzazione” dell’esperienza, e tutto teso alla ricerca di questo difficile equilibrio “percorro sentieri liberi/ restando avvinghiata ai piedi delle radici”, affinché non ci si avvii verso il relativismo, la banalità e l’annientamento dei valori. Esperienza oggi non facile, se non si vuole cadere nella gelida fissità o nella frenesia confusa. Una voce giovane e promettente quella di Maria Luigia Iannotti, fatta di sintesi estrema, ma anche di espansione, che sotto il segno della poesia trasuda rigore creativo e amore per la vita.
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