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Delitti & Diletti
di Patrizio Pacioni e Lorella De Bon
Pubblicato su SITO
Anno
2010-
Melino Nerella Edizioni
Prezzo €
12,00-
210pp.
ISBN
9788896311080
Una recensione
diSimonetta De Bartolo
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Se c’è una sezione dell’Inferno riservata ai letterati, quella raccontata dal sorprendente “Delitti & diletti”, compilation di sette racconti scritta a quattro mani da Patrizio Pacioni e Lorella De Bon ne è senz’altro un’intelligente, ironica e intrigante rappresentazione. In ossequio alla regola dantesca i dannati hanno nomi e cognomi eccellenti, quali Percy e Mary Shelley, Gilbert K. Chesterton, Agatha Cristie, Auguste Le Breton, Michey Spillane, Giorgio Scerbanenco e Edgar Allan Poe. Scrittori celeberrimi e presunti colpevoli di delitti d’ogni tipo, sospesi a metà tra una condanna senza appello e un blando determinismo pronto ad accordare perdono in nome dell’ineluttabile pressione esercitata su ciascun individuo (anche se ben attrezzato culturalmente) da tempi, ambiente e costumi. Personaggi di spessore, poliedrici, complessi, imprevedibili, che si caratterizzano per conflitti e contraddizioni interiori, appartenenti a un mondo elitario costretto suo malgrado a relazionarsi con ambienti spesso squallidi e mediocri. La tecnica narrativa della “storia nella storia” conferisce carne e anima a questi fantasmi eccellenti abilmente messi a nudo da parte degli autori in debolezze e vizi meno noti -per il grande pubblico- delle riconosciute qualità letterarie. È il commissario Cardona, il “Leone” della mitica Monteselva, che, mettendosi in gioco e senza timore di rivelarsi a sua volta, conduce le indagini con la consueta razionalità e l’implacabile volontà di arrivare comunque allo scioglimento di ogni mistero. I dialoghi serrati, essenziali ma al tempo stesso carichi di suggestione, costituiscono il principale grimaldello utilizzato dagli autori per scardinare le resistenze che inevitabilmente sorgono nel lettore in occasioni di simili operazioni di tipo ucronico, alternando ai frequenti spazi di disincantata ironia, spunti di profonda riflessione interiore. Parole rivelatrici, che erompono dalle labbra di scrittori noti attraverso le loro opere, mettendone in risalto insospettabili e squisitamente umane contraddizioni. La lettura, con la dovizia di appropriati riferimenti culturali, storici, geografici, è divertente ed interessante, e, per alcuni aspetti di carattere strutturale-narrativo di non difficile comparazione letteraria, per esempio, con “Lo spiedo” di Patrick McGrath in cui il protagonista dialoga con il fantasma di Freud. In “Delitti & diletti”, il passato diviene, sotto i nostri occhi, in un batter di ciglia, presente, realtà, venata di una drammaticità, che richiama la struggente melanconia dei “Versi tra le sbarre”, raccolta curata da William Navarrete. Ma subito dopo la fantasia torna a giocare abilmente il proprio ruolo, reclamando spazio per creare un mix di originalità e modernità narrativa, di riflessione e avventura. “In ogni mistero c’è anche una buona dose d’incanto.” riflette ad alta voce Edgar Allan Poe. “Ma quando l’arcano viene svelato, allora anche la malia svanisce.”, riportando l’attenzione del lettore più accorto al ritrovato “Diario. Ultimo giorno. Confessioni”, in cui Johan Wolfgang Goethe da narratore casuale diviene personaggio narrante, nell’indimenticabile “L’eterna notte dei Bosconero” di Flavio Santi. Gli scrittori protagonisti (loro malgrado, verrebbe da dire) delle storie narrate da Pacioni e De Bon, sapientemente scelti nel meglio della produzione mondiale del gotico, del giallo e del poliziesco dell’Ottocento e del Novecento, sono spesso sorpresi ad accompagnare le proprie parole con movimenti delle mani più consoni a maestri di solfeggio o a predicatori, che a virtuosi della narrazione. Aspiranti insegnanti di vita che, a sorpresa scoprono spesso e (mal)volentieri di avere più cose da apprendere di quante possano averne i loro potenziali discepoli: i lettori. Tutti loro, senza eccezione, restano impressi nella memoria del lettore, facendo emergere un substrato magmatico e misterioso, in cui si agitano sentimenti profondi, ma anche emozioni passeggere ed effimere, passioni travolgenti, turbamenti mutevoli e odii che inducono al sospetto del delitto.... “Gli omicidi più affascinanti, gli unici che tollero, sono quelli che restano confinati nelle pagine di un romanzo.” è la perentoria dichiarazione di Leonardo Cardona. E, conoscendolo quanto lo conosco, ormai, non potrei mai azzardarmi a contraddirlo.
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