Il titolo “Nel Silenzio dei Rumori”, è una poesia. Al suo interno, tuttavia, questo ricco volume, racchiude ben di più: attraverso diversi mezzi espressivi, l’Autore, Gavino, si racconta, parla di sé della sua vita, dei suoi pensieri, delle sue speranze. Alcuni particolari restano indefiniti, come i contorni di un quadro impressionista, ed è giusto che sia così. Sembra quasi che Gavino abbia scritto lasciandosi semplicemente trasportare dal suo desiderio di fissare un evento, un’impressioni, per non correre il rischio di scordarli; totalmente indifferente ad una possibile futura lettura altrui. Più tardi, ha deciso di lasciarci entrare nei suoi pensieri, nelle sue emozioni: come lettrice, e amica, non posso che essergliene grata. E’ chiaro che la Speranza, per Gavino, sono i bambini, come viene espresso nella dedica iniziale. I bambini rappresentano il Futuro, ma quante volte la loro esistenza viene minacciata, violata! Questo tema domina le prime due sezioni del libro, apparentemente molto diverse tra loro. In “Litanie di Guerra e di Speranza”, Gavino non teme di affrontare esplicitamente temi d’attualità molto duri e scottanti, usando i versi sciolti per raccontare, denunciare; non c’è dolcezza o struggimento, nessuna concessione alla delicatezza del poetare, in questa forma espressiva che trovo assolutamente originale. In “Giro Giro Tondo”, si parla di bambini e ai bambini: talvolta amati e felici, talvolta dimenticati, e qui esce tutto l’amore e il sentimento più profondo, regalandoci pagine molto intense. Stupende le fiabe, raccontate in maniera molto personale. Le sezioni successive, “Nel Silenzio dei Rumori” e “Invito all’Ascolto”, abbandonano i temi generali per diventare più personali, ricche di riflessioni interiori, rese con spontanea vivezza sia in versi sia in prosa. Si parla del passato, del futuro, del presente; della nostalgia che avvolge i ricordi, della necessità di superarli. Non può mancare una parentesi dedicata all’amore, “La musica dell’Amore”, che non esito a definire “lirica”, malgrado sappia che questo termine sia un po’ consunto. Estremamente innovativa e personale l’ultima sezione, “Silenzio in chiave di Violino”, in cui Gavino di parla della musica, delle sensazioni che può suscitare, di come lui la “sente”. Non avevo mai trovato pagine così significative dedicate a quest’argomento: peccato che siano poche. La capacità di rendere a parole ciò che la musica, o la visione di uno strumento, portano dentro di noi è, a mio parere, assai rara. Ho lasciato per ultime le sezioni centrali, in cui Gavino parla della natura, della sua terra: “La musica dell’Acqua” e “Nel Silenzio del Paesaggio”. Questo perché la Poesia che osserva e ridipinge la Natura è in assoluto quella che preferisco. Qui si parla di luoghi e paesaggi assai diversi da quelli cui sono abituata: mare, sole, siccità; spesso la natura non è quell’amica benigna che tanto piace ai sentimentalismo facile; può essere aspra, dura, anche poco piacevole da osservare. Gavino riesce a darci sempre immagini meritevoli, piega la sua poesia adattandola al sentimento che prova e che intende comunicare. Si nota in questo una ricerca costante su diversi mezzi espressivi, per interiorizzare e poi far scivolare all’esterno una “verità”, un sentimento autentico, non mediato. Io non ho le competenze per esprimere giudizi sulla poetica di Gavino, né su quella di altri. Sono semplicemente una lettrice, con la convinzione che la poesia sia un genere totalmente soggettivo, poco adatto a farsi piegare ad interpretazioni troppo dotte. Piace, oppure no. Ci parla, o resta muta. “Nel Silenzio dei Rumori” ogni riga parla, racconta, non sempre in modo accattivante, preferendo l’impietosa sincerità. A me piace questo modo di comunicare, in prosa, o in poesia diretta, immediata, che non vuol nascondersi dietro frasi importanti, ma gridare ad alta voce il suo messaggio. Questo è un libro completo, con prefazione, postfazioni, dediche, spiegazioni, e immagini che sposano splendidamente le parole. Un libro che mi ha fatto piacere leggere, e che rileggerò, studierò, poco alla volta. Per ora ho scelto, tra tante, una poesia delicata e piena di speranza: Il Paradiso, dov’è? Il Paradiso m’è apparso, in quella pozzanghera d’acqua pulita sotto al monte. Era un cielo terso di una giornata strana e non aveva né figure né figuranti. Che bello! Da menzionare un postilla in retro copertina: “L’autore devolverà il ricavato delle vendite di questo libro all’UNICEF”. In quest’ultimo pensiero, ecco, c’è Gavino.