Elio Gioanola in Leopardi e la malinconia, dice: “che la malinconia è dolce rimpianto di cose perdute, commozione del cuore di fronte al venire del tempo e della vita, ozio contemplativo, coscienza della vanità dell’uomo, accidiosa disperazione, mancanza di un orizzonte, assenza di futuro, tristezza senza conforti, stupore catatonico”, pensiero condivisibile che apre le porte a un mondo letterario e artistico che ha fatto della malinconia musa di grandi ispirazioni.
Doppio ritratto, romanzo (Edizione Creativa) di Alberto Carollo racchiude in toto il pensiero di Giannola: il triste distino umano, la brevità della vita, il senso di inutilità, la percezione di vuoto, l’assenza di ogni prospettiva di futuro che spinge l’uomo a mettere in discussione l’utilità del costruire e del creare, l’immagine della notte e dell’ombra che avvolge ogni cosa, sono le riflessioni che il protagonista, Alfredo, ci induce a percorrere, inevitabilmente, costruendo un viaggio personale nel quale il lettore si vede catapultare; sfido chiunque – trovandosi immerso tra le righe di Doppio ritratto – a non riconoscersi, in qualche modo, nell’avventura/vita del protagonista!
Un romanzo introspettivo sui moti dell’anima, dove l’amore occupa un posto fondamentale, e il desiderio di esso rimane fino alla fine, nonostante le difficoltà, dove la presenza di amicizia da consolazione e dove l’accettazione della solitudine e certezza di una compagna di viaggio.
Alfredo, è uno scrittore o tale vuol essere ma nel momento di crisi esistenziale si vede proiettato in quella solitudine/malinconica che ha caratterizzato gran parte dei suoi studi.
“La letteratura, spiaceva constatarlo, era votata interamente alla solitudine. La scrittura non ammette partecipazione; si diffonde trasversalmente a un numero più o meno rilevante di lettori, ma si fa fruire individualmente. La scrittura cerca un rapporto privilegiato, esclusivo. Non annulla le differenze. Non c’è maggior egoista e egocentrico , tra gli egoisti e gli egocentrici, dello scrittore. Agli scrittori non va affatto di leggere le opere di altri scrittori, specie se questi sono alla loro stessa portata e non condividono con loro la stessa idea di letteratura. Gli scrittori leggono solo opere degli scrittori che eleggono a loro modelli e dei quali vogliono seguire l’esempio. …”
Carollo affronta, inoltre, il tema del doppio come cammino verso il profondo individuale, attraverso il coscio e l’inconscio, il bene e il male, la luce e le ombre, lo stesso gioco di luci e ombre che Giorgione dipinge in Doppio ritratto opera dal quale il Carollo prende il titolo per il suo romanzo, ripercorrendo in esso, la letteratura, l’arte e la riflessione novecentesca.
Non lasciatevi influenzare dalle prime pagine di Doppio ritratto, che un po’ lasciano disorientati, perché il romanzo prosegue con enfasi raccogliendo man mano consenso nel lettore, avvolgendolo in una scrittura semplice e scorrevole e carica di riflessioni.
Malinconico, triste, angosciante, perfetto.