Sulla copertina di questo romanzo si dovrebbero mettere alcune avvertenze: Attenzione! "fortemente sconsigliato agli over 75, ai malati di cuore e agli ipertesi" . Io vi ho avvisati… ma per chi se la sente, questo è un libro da leggere tutto in una notte. Sì, di notte, per aggiungere brivido a brivido (di tensione, non di freddo!) Confesso di aver iniziato il nuovo libro di Sandro Orlandi con qualche perplessità: io non leggo thriller, però li guardo in Tv. Mi piacciono molto i telefilm polizieschi, compreso il famoso “criminal minds”, che la figlia quattordicenne NON vede, data la crudezza delle storie. Amo anche i film con effetti speciali, scene d’azione, pallottole che volano, inseguimenti e attori super. Nei serial poi, agli attori ti affezioni quasi fossero amici. I libri invece mi annoiano. Li trovo realizzati soltanto con la solita trama, assassinii, parolacce, violenza, e sesso infilato anche quando non serve, giusto per dare un tocco di modernismo. I protagonisti poi sono vuoti, cliché ormai consolidati, “tipi”. Li chiamo “libri da spiaggia”: da leggere mentre ci si abbronza, per non annoiarsi troppo. Invece, Una Rossa Rosa Bianca mi ha letteralmente catturata. E’ difficile con le parole dar vita a ciò che invece in video si ha direttamente sotto gli occhi. Per Sandro Orlandi non è un problema. Ho subito notato il suo stile personale, la sua capacità di padroneggiare gli eventi e la trama; e poi... che personaggi! Davvero unici. L’autore riesce a costruire la storia basandosi soprattutto sui suoi protagonisti, anziché sulla mera azione, e a ricreare la nostra "italietta" partendo da piccoli particolari. I carabinieri (noi non abbiamo i superdetectives americani) sono come li vediamo ogni giorno. Non essendo all’altezza della situazione, e oltretutto con recenti tagli di personale, per risolvere un caso che non è proprio da tutti i giorni, sono costretti a richiamare, con pretesti vari, Vincenzo, ex-maresciallo dell’esercito, e ora investigatore privato, bravo, ma squinternato, con pochi mezzi e pochi soldi. Il merito spesso finisce così. Senza possibilità di scelta si ritrova per le mani un caso scottante, la classica patata bollente: l’improvvisa ricomparsa, dopo anni di quiescenza, di un serial killer. La trama non ha grandissimi colpi di scena. Fin dall'inizio si sa che il copione è già scritto, il serial killer non può fare diversamente. Sono i particolari a contorno che rendono tutto avvolto di mistero, personaggi e riflessioni apparentemente casuali, ma che avranno un ruolo determinante nella vicenda. C’è anche una storia parallela, un pedofilo che agisce nell’ombra. Questa vicenda deve essere connessa a quella principale, il come e il perché si scopriranno poco a poco. E c’è un “protagonista” che nessuno vede, ma esiste, ed è molto forte: la Coscienza. La Coscienza del serial killer che si manifesta, parla, sprona all’azione, incita al male, è il diavolo in corpo. E’ Lei la Malvagia. La Coscienza del Pedofilo che lo agguanta, lo pone di fronte ai suoi peccati, cerca di farlo tornare un essere umano. Ci riuscirà? Non è solo una domanda retorica. Tra i tanti personaggi che ruotano intorno a Vincenzo e al gruppo di carabinieri coinvolti nell’indagine, mi ha colpita Ulisse, un ragazzo un po’ “lento”, con un leggero handicap mentale insomma, che si trasforma da semplice ritardato a personaggio mediatico, un eroe, e riuscirà anche a guadagnare bene girando di TV in TV per le interviste sul caso. La vittima del delitto senza dubbio più raccapricciante è una dottoressa ricca e interessata solo alla carriera. Risulta un personaggio antipatico, il che mitiga per il lettore la crudezza dell’omicidio. Anche questo è un bel tipo: un medico per cui guarire le persone è l’ultimo dei suoi problemi. L’esatto contrario del povero Ulisse. Questi sono solo alcuni esempi: non posso citare tutti i personaggi, né le loro azioni, perché farei perdere il gusto della lettura, che è proprio qui, nella perfetta e caratteristica definizione di ogni singolo attore, dai principali fino alle semplici comparse. Attori, si, come in TV. Sono perfetti, descritti e disegnati a fondo. Anche se sono loro riservate poche righe, si riesce a intuirne carattere, vita, ambizioni. Proprio da questa particolare attenzione riservata alla persona si capisce che Sandro è uno scrittore veramente capace. In questo libro abbiamo avventura, mistero (creato psicologicamente), vivacità, ritmo, e persone vere, con pregi e difetti, ciascuna col proprio bagaglio di esperienze e le proprie simpatie. Cito i carabinieri, tanto spesso maltrattati dal linguaggio comune e dalle barzellette, che davanti a un cadavere straziato hanno reazioni umanissime: svengono, piangono, vomitano. Sono esseri umani, non macchiette, né tantomeno automi da inserire perché la trama fili via. Il romanzo, un thriller ad alta tensione, si legge proprio come si vedrebbe un film: le scene scorrono veloci, gli attori recitano alla perfezione, il racconto scivola via senza un intoppo. E ci si affeziona a tutti quanti, persino al killer e al pedofilo, finalmente scoperti, perché Sandro ce li ha fatti conoscere a fondo, con le loro debolezze, le loro piccole vanità, i segreti nascosti. Tutto questo al cinema è compito dell’attore, mentre altri si occupano della storia, delle inquadrature e dell’azione. Sandro invece fa tutto da solo, e lo fa in modo eccellente. Il finale è perfetto. Per continuare il paragone, una scena da grande film. E l’epilogo, quando tutto è tornato tranquillo, dà veramente soddisfazione. Malgrado la storia sia choching, si resta molto soddisfatti per Ulisse e Vincenzo, che alla fine hanno la loro bella rivincita. Questa Rossa Rosa Bianca, se potesse contare su qualche sponsor che la pubblicizzi, potrebbe sbancare. Perchè è il tipo di libro che va di moda, che leggono tutti, sebbene si capisca che è opera di un vero scrittore. Io lo consiglio caldamente, perché è un libro serio, che tratta argomenti seri, inserendoli in una trama che lo rende godibile e accattivante. Certo, bisogna esser pronti ad affrontare… la Vita, quella vera, pericolosa, che esiste, anche se vorremmo spesso dimenticarla. Non è un libro da spiaggia, ma può raggiungere anche quel tipo di pubblico. Ci riuscirà?