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Il giorno più bello della mia vita io non c’ero
di Simone Bargiotti
Pubblicato su SITO
Anno
2013-
Emil
Prezzo €
12,00-
110pp.
ISBN
9788866800873
Una recensione di
Miriam Ballerini |
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Votanti:
27676
Media
80.02%
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Fin dalle prime righe, l’autore ci tiene a precisare che questo libro non è un romanzo, ma una biografia, un lungo soliloquio scritto in prima persona, lasciato scorrere con una libertà che a tratti sembra quasi incontrollata. Il titolo, originale e intrigante, mi ha subito colpito, ma non lo svelerò: per scoprire cosa significhi questo “famoso giorno”, bisogna immergersi nella lettura.Simone racconta la sua vita a partire dal momento in cui, dopo un crollo emotivo, decide di intraprendere un percorso di psicoterapia. La narrazione è schietta, a volte cruda, e non risparmia giudizi taglienti nel riesaminare il proprio passato. Senza filtri, l’autore mette a nudo il malessere che lo ha travolto, anche a costo di tralasciare il pudore per rendere il lettore partecipe del suo dolore.Al centro del racconto c’è il rapporto tormentato con la madre, descritta come una figura che, secondo Simone, non ha mai agito in buona fede, ma ha inflitto sofferenze consapevolmente. Del padre si parla poco, mentre i fratelli sono accennati, come ombre di un “passato che non passa”. Con uno stile fatto di frasi brevi e incisive, Simone ci conduce nel suo mondo, segnato da lezioni di vita apprese a caro prezzo: “Tanto la vita prima ti interroga, poi ti spiega la lezione”.Con questo libro, l’autore sembra essersi liberato di molti pesi, togliendosi sassolini dalle scarpe, ma lo fa con sincerità, spinto dal desiderio di raccontare se stesso, dare un senso alle sue esperienze e, soprattutto, offrire un aiuto a chi potrebbe riconoscersi nella sua storia. “Fate quello che vi piace, ragazzi. Se avete una grande passione o una grande predisposizione, sfruttatela”, scrive, rivolgendosi direttamente al lettore con un invito a inseguire la propria strada.Il percorso di Simone lo vede trasformarsi da un adolescente insicuro a un giovane sopra le righe, immerso in un mondo di relazioni fugaci e sesso come unica bussola, fino a raggiungere una maturità in cui comprende che la vera felicità nasce da emozioni autentiche. Toccare il fondo della propria anima lo ha spinto a risalire, rendendolo più forte: “Il delirio, quindi, è una risposta sbagliata a domande giuste”.Questo libro invita a riflettere sui rapporti familiari e interpersonali, mostrando come il nucleo familiare possa plasmare o ferire una personalità. È una lettura intensa, che spinge a interrogarsi sul peso del passato e sulla possibilità di rinascere dalle proprie fragilità.
Una recensione di Miriam Ballerini
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