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Il fattore 21: Bret E. Ellis
di Leonardo Moro
Pubblicato su PB17
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Vita,morte e miracoli di Bret
Non parlerò di Lunar Park,ultima fatica letteraria di Bret E. Ellis. O meglio,non parlerò solo di Lunar Park.
Bret E. Ellis nasce nel 1964 a Los Angeles, studia al Bennington College. A soli “21” anni pubblica il suo successo planetario. “ Meno di Zero”. Un romanzo che parla del vuoto e dello smarrimento di una generazione ( quella anni 80’). Gli anni 80’ sono costellati da musica scadente, Mtv, coca, bisessualità. I personaggi di Ellis sono sempre dei ricchi-viziati. I suoi ragazzi non vanno da nessuna parte, hanno tutto, ma sono terribilmente infelici. Hanno smesso di credere anche nei sogni, perché probabilmente non né hanno bisogno. I suoi lavori sono pieni di ragazzi strafatti, televisori accesi e musica perennemente in sottofondo. Madri impegnate in qualcosa e padri impegnati in qualcosa.
Con “ Meno di zero” è nato un nuovo autore, secondo Fernando Pivano Bret E. Ellis è il perfetto continuatore di quella letteratura di cui lei ha tanto scritto e che tanto ha amato. Una letteratura fatta di Hemingway e Kerouac, in primis.
Prima di tutto, però, Bret E. Ellis è se stesso. Parla del mondo in cui vive, ci parla di quello che lo circonda. Le feste, i V.I.P., le attrici ( moglie ), le modelle ( amanti ), sono la cornice nella quale si muove. La disperazione e il vuoto diventano autenticità e grande capacità narrativa.
“Le regole dell’attrazione” ( 1987) è il secondo romanzo di Bret E. Ellis, continua sulla scia del suo precedente successo. Giovani allo sbando, belli, ricchi e dannati. Un malessere senza via d’uscita. Per Bret ci sono altre feste, altra coca, altre feste, altra coca, altri amici, altre feste, alcool, un padre che prima lo considerava una “ merda di talento” lo prende in considerazione( o almeno fa finta), ragazze facili, notti infinite, risvegli traumatici. Nasce anche una grande amicizia con Jay McInerney, un altro grande scrittore, molto vicino alle tematiche di Bret.
Ellis smarrisce completamente la bussola con “American Psycho” ( 1990 ). Vendite alle stelle, ma sale anche la fila dei suoi detrattori. Proteste, boicottaggio, femministe che scendono in campo. Tutti vogliono la testa di quel Bret E. Ellis.
Amercian Psycho è una storia violentissima. Patrick Bateman, il protagonista del romanzo è ispirato, secondo una recente intervista di Bret, alla figura di suo padre. Bateman ha un lavoro a Wall Street, è bello, ricco, tutte le donne lo vogliono, eppure è profondamente infelice. Inizia così ad uccidere, diventa un killer spietato.
Questo romanzo per Ellis, è un’arma a doppio taglio. Tutti associano il suo nome a questo libro, conclusione molto limitativa a mio giudizio. Bret ha scritto cose nettamente superiori a “American Psycho”, basti citare; “Meno di Zero”, “ Acqua dal sole”, e “ Lunar Park”.
Nel 1994, pubblica lo stupendo “ Acqua dal sole”, una raccolta di racconti quasi perfetta. Nei tredici racconti, ci sono delle stecche, ma quasi non si sentono, per la grande qualità della maggior parte dei racconti. Bret E. Ellis scrisse questo libro ai tempi di “ Meno di Zero”, ma rimase in un cassetto per molti anni. Si sente infatti la stessa freschezza e genialità di “ Meno di Zero”.
Arriva anche un passo falso. Si chiama “ Glamorama” (1999). Quasi ottocento pagine, ma si ha l’impressione che lo scrittore sia stato strafatto per quasi tutta la stesura del romanzo. Durante il tour promozionale, Bret sprofonda sempre di più nelle droghe. Muore pure. Solo per qualche secondo. Gli addetti stampa della sua casa editrice liquidano la faccenda con “ intossicazione alimentare”, ma non ci credono in molti.
Dopo, soltanto il silenzio. Molti dicono che Bret E. Ellis sia finito. Altri che abbia cambiato vita.
“Lunar Park” esce nel 2006 e a mio giudizio è il miglior lavoro di Bret. E’ il grande miracolo di questo scrittore, che dopo una morte apparente ha saputo risollevarsi e soprattutto, ha saputo reinventarsi, partendo dalla materia narrativa che gli è più cara. Se stesso.
Si immerge ( in prima persona) nel quotidiano, in una di quelle vite “ molto americane”, con due bambini, una moglie-attrice, un cane e un fuoristrada. Sgretola la quotidianità con visioni allucinate e dai contorni horror. Il primo capitolo “ Gli inizi” è forse il miglior capitolo che Bret abbia mai scritto, si immerge a pieno, in tutto quello che è stato, nei suoi libri, nella sua famiglia, nel suo stile di vita. E nella seconda parte del romanzo prova a cambiare, diventando ciò che gli altri vorrebbero che fosse. Naturalmente non resisterà. La sua natura da autentico outsider, avrà ancora la meglio.
La radice “ della dannazione” e del “ male” in Bret, sta tutta nel fattore “ 21”. L’età in cui venne pubblicato “ Meno di Zero”. Da allora niente fu più come prima. Molte invidie, amici sbagliati, troppa droga, un caratteraccio, e la rincorsa impossibile verso “la felicità”. O almeno verso un pezzetto di “ felicità”.
Impossibile da trovare, dal momento che aveva scelto di diventare uno scrittore e impossibile da trovare, perché era destinato a diventare il numero 1.
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