In questo articolo, prenderemo in considerazione l’importanza delle opere in latino di Francesco Petrarca.
Sebbene oggi noi lo conosciamo per le sue opere in volgare, non meno importante però è stato il significato che hanno avuto al suo tempo gli scritti latini, anche se essi, a differenza di quelli in volgare, sono essenzialmente scritti culturali di analisi psicologica e polemici.
Negli scritti in latino si delineò, per la prima volta, un modo nuovo di sentire il rapporto tra il mondo a lui contemporaneo e quello classico.
Petrarca considerò il mondo greco e romano non più in antitesi con quello cristiano bensì come una preparazione e un completamento di esso.
Egli pensava che la salvezza dell’anima venisse sempre dalla fede, dalla piena accettazione della rivelazione di Cristo.
Tuttavia, il Petrarca riteneva che la sapienza fosse una preparazione alla fede e che la cultura e la persuasione logica siano in grado di rafforzare la fede.
Per il poeta tale sapienza si trovava già per volontà divina nei grandi autori del mondo classico, specialmente in Platone e Cicerone,nonché in tanti altri filosofi e scrittori antichi.
Tali autori pur senza credere in Cristo, per grazia divina, hanno potuto conseguire il massimo della sapienza e della saggezza che è possibile conseguire senza la fede, ragion per cui possono essere per i cristiani un modello di santità laica.
Da tale santità anche i cristiani possono imparare come discendere nelle profondità del proprio animo allontanando da sé stessi,come appunto il Petrarca tentò di fare nel Secretum, le lusinghe della lussuria della accidia e della vanagloria.
In questo modo il poeta iniziò veramente quel grande movimento di cultura che prende il nome di Umanesimo e che riempì tutta la nostra civiltà nel 400 e nel primo 500.
Egli propose i temi sui quali si esercitarono gli umanisti mentre dall’altra parte cominciò a studiare con più attenzione i classici antichi, sforzandosi di scrivere in un latino che non fosse più quello medievale ma fosse più possibile vicino a quello classico, richiamato in vita dopo tanti secoli.
Dopo queste brevi note introduttive, diremo qualcosa sulle principali opere in latino, cominciando dall’ Africa.
Questo scritto è considerato la maggiore delle opere latine in versi del Petrarca . Trattasi di un poema epico sul modello dell’ Eneide di Virgilio e sulla scorta del racconto che un grande storico latino ovvero Tito Livio aveva fatto della seconda guerra punica.
Petrarca lavorò a tale opera a varie riprese ma la lasciò incompiuta, tuttavia essa rivela grandi doti di verseggiatore anche se non è alla pari degli scritti in volgare perché il poeta difettava di sentimento etico.
I critici hanno apprezzato alcune pagine di tale opera che hanno carattere lirico e che riconducono in ultima analisi ai temi e alle sensibilità del” Canzoniere”.
Importanti sono anche le opere in latino in prosa con le quali il Petrarca si pose al centro di un vasto movimento culturale esteso a tutto il mondo occidentale.
Im primo luogo vi sono un gruppo di scritti ascetici, tra i quali spicca il Secretum, un dialogo composto tra il 1342 e il 1343.
In tale dialogo il poeta si pone a confronto con Sant’ Agostino alla presenza silenziosa della Verità. Il santo rimprovera al Petrarca i suoi peccati ed egli in un primo momento rifiuta di accettarli specialmente quando Agostino gli rimprovera l’amore per Laura ma a poco a poco Petrarca deve riconoscere la validità delle argomentazioni di Santo Agostino che gli mostra quanta debolezza quanti compromessi con sé stesso siano stati presenti nella sua vita interiore.
Tra l’altro Sant’ Agostino gli dimostra che falso e peccaminoso è anche il suo amore eccessivo per la gloria . Peccaminosa è anche quell’accidia, ovvero quel morboso scontento di sé e del mondo intero,quell’abitudine di abbandonarsi con tanto compiacimento all’autocommiserazione.
Il Petrarca scelse come suo interlocutore Sant’Agostino perché il santo da giovane aveva perseguito le attività culturali e i piaceri mondani.
Il Secretum per la capacità di introspezione, per il coraggio con cui l’autore indaga nel suo intimo è tra le opere più significative del Petrarca inoltre tale opera è un aiuto insostituibile per chi voglia scendere nell’animo complesso tormentato e contradittorio dell’uomo e del poeta.
Opere ascetiche sono anche due piccoli trattati ( De ocio religiosorum e De vita solitaria ). In queste due opere si delinea il suo particolare ascetismo che non si identifica con quello medievale spesso negatore dei valoro terreni.
Per Petrarca l’ascetismo è incentrato su una vita basata sulla contemplazione, sulla rinuncia ai valori terreni vani e su uno sforzo di perfezionamento interiore che conduca a una tranquilla saggezza.
Un altro gruppo di opere latine è costituito dagli scritti polemici degli ultimi anni.
Citeremo le Invective contra medicum,nella quale il Petrarca consigliava il Papa Clemente VI di togliersi di torno troppi medici.
Ancora più importante è il Desuis ipsius et multorum ignorantia. Quest’ opera venne scritta contro alcuni giovani averroisti che gli avevano rimproverato la sua poca attenzione al pensiero di Aristotele.
Queste due operette sono molto importanti per comprendere l’atteggiamento culturale del Petrarca.
Così come lo sono anche le raccolte Epistolari che ci permettono di comprendere molto bene la sua personalità e il suo carattere.
Le lettere si dividono in quattro raccolte: le Familiares in 24 libri; le Seniles divise in 17 libri, le Variae circa 50; le Fine nomine costituite da 19 lettere.
La maggior parte delle lettere furono scritte a personaggi reali,tranne una minoranza che sono dirette a grandi uomini dell’antichità quali Cicerone Socrate Seneca ed altri ancora.
Esse perciò costituiscono un documento di carattere biografico di notevolissimo interesse , infatti, in esse il Petrarca confessa sentimenti affetti note intellettuali e costruisce un ritratto ideale di sé stesso che se non coincide in pieno con quello che egli realmente era, esprime chiaramente ciò che egli credeva di essere o voleva essere, oppure ciò che egli sembrava ai suoi contemporanei.
infine, vanno ricordati gli scritti eruditi: De viris illustribus, I Rerum memorandum libri, e i De Remedis utriusque Fortunae.
La prima opera è una raccolta di biografie di uomini illustri e ampliata a personaggi del Vecchio Testamento.
La seconda opera era parte di un disegno grandioso che avrebbe dovuto raccogliere aneddoti degni di ricordo di ogni età e di ogni genere.
La terza e ultima opera è un vademecum di rimedi da adoperarsi in casi svariatissimi nella buona e nella cattiva sorte.
Le ultime opere in latino del Petrarca che prenderemmo in considerazione sono il Bucolicum carmen e l’Epistolae metricae.
Il Bucolicum carmen è costituito da 12 ecloche composte tra il 1346 e il 1348 in cui riprendeva le tematiche di certa poesia latina, secondo la quale il poeta per esprimere i propri stati d’animo e i propri affetti più intimi inventa,sullo sfondo di descrizioni naturali, colloqui di pastori.
Ancora in verso sono le Epistolae maetricae, 60 lettere nelle quali sono presenti passi di alto lirismo come il saluto all’ Italia, l’amore per la solitudine, nonché confessioni di carattere intimo che permettono di accostare tale opera alle tematiche e all’ispirazione del Canzoniere.
Vogliamo concludere tale articolo evidenziando che il Petrarca,nelle sue opere, diede inizio a un modo nuovo di concepire l’attività letteraria.
Con lui finisce il modello del cittadino-scrittore che aveva caratterizzato l’età comunale.
Il poeta,era convinto che il corpo poteva abitare in qualunque città quello che contava è l’animo che può essere libero ovunque. Tale modello di vita venne attuato da Petrarca con notevole consapevolezza di sé e del suo valore intellettuale dal momento che fu sempre consapevole e orgoglioso delle sue qualità intellettuali.