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XXVII ( CXXXVI )
Musica del silenzio, acuto fischio, lieve brezza. Ebbrezza e poco altro. Curioso mestiere, questo, di mettere parole in fila, di gettarle in un sacco e scuotere forte, fino a che non si cominci a sentirle, debolmente, suonare. E poi lasciarle danzare, sul bianco, inutile, foglio, al ritmo vorticoso di incogniti pensieri, sull’onda immemore delle forme perdute dei sogni.
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