LE
INTERVISTE DI PROGETTO BABELE
Un'intervista di Carlo Santulli con Antonio Manca Puddu
Antonio,
come potresti presentarti in cinquanta parole? Considerata,
grazie a Dio, la mia non corta vita sinora vissuta,
piuttosto movimentata e la gran mole di lavori da me
svolti in svariati campi, cinquanta parole non sono
certo sufficienti a descrivermi.
Hai
fatto uso della lingua sarda nei tuoi scritti? Che differenza
trovi tra lo scrivere in sardo ed in italiano? Talvolta ho fatto uso della lingua sarda nei miei
scritti, in particolare nella rivisitazione dei poeti
citati da Pasquale Tola nel suo dizionario biografico
degli uomini illustri di Sardegna, al fine di determinare
quale dialetto, dei tanti dai quali è costituita
la lingua sarda, avesse predominato. Il risultato è
prevalso a favore del logudorese puro, non imbastardito
da allocuzioni d'altre località e ciò
nel tentativo di varare ed ufficializzare un'unica lingua
sarda, lasciando libero l'uso di altri dialetti in ambito
locale. Così la lingua sarda è stata ufficializzata,
non ancora però per la stesura di atti ufficiali
e burocratici. Tuttavia, stante il campanilismo esasperato,
ci si trova di fronte ad una lingua sarda che pura non
è. Questo mi pone in imbarazzo, poiché,
essendo io di mera estrazione logudorese, spesso ritrovo
oggi nella lingua sarda termini non usati tradizionalmente
dalla mia famiglia, ma originari di una piccola regione
confinante, che certamente non può vantare la
diffusione sempre vantata dal logudorese. Di conseguenza,
ogni volta che mi accingo a scrivere qualcosa nel mio
dialetto, un blocco mi assale e non riesco a procedere
d'un rigo. Questo non mi accade traducendo da altri
dialetti sardi in lingua italiana. E devo aggiungere
che non soltanto conosco tutti i dailetti sardi, ma
anche gli usi e i costumi riferiti ai suddetti idiomi.
Essere sardo in letteratura, significa innanzitutto
non tradire le proprie origini, e così come avviene
in genere per i comportamenti prettamente sardi procedere
linearmente, senza sottintesi, e tenendosi sempre immersi
in quei sani principi che solo eccezionalmente si tradiscono.
Fra i nostri pastori e contadini, la parola spesa mantiene
inalterato il suo valore ed è sufficiente una
stretta di mano per stipulare un contratto che solo
Dio può sciogliere. E' ovvio che significa anche
decantare le nostre bellezze naturali, l'innata ospitalità
e cortesia. Gradiamo però essere ricambiati con
la nostra stessa moneta.
Voglio narrare un episodio significativo: siamo ad Orgosolo,
e francamente dopo tutto quello che è successo
in questo paese siamo un po' timorosi. E' piena estate,
con un'auto carica di bimbi, con mio gran disappunto
sono bloccato davanti ad un negozio di generi alimentari
dove contavamo acquistare qualcosa per rifociallarci,
ma l'orario di apertura meridiano è trascorso
e il negozio è chiuso. Transitano due pastori,
uno vecchio ed uno giovane, che si renodono conto della
nostra situazione. Chiede il vecchio: siete rimasti
senza mangiare? Annuiamo. Allora il vecchio, rivolto
al giovane: "Sia mai detto che gli ospiti di Orgosolo
lascino il paese affamati! Corri a casa e reca qui da
bere e da mangiare!"
Trascorso qualche minuto, il giovane fu di ritorno con
le braccia cariche di pane, vino e provviste caserecce
che riversò all'interno dell'auto. Feci l'atto
d'estrarre il portafogli: una mano di ferro m'afferrò
il braccio e due occhi di fuoco in un volto accigliato
mi scrutarono offesim entre il capo dondolava in segno
di diniego e le labbra mormoravano: "Non sia mai,
buon appetito e buon viaggio".
Da
che cosa nasce la tua ispirazione? C'è qualche
argomento, tematica, genere che trovi più congeniale
per esprimerti a pieno? Infinite sono le fonti di ispirazione. E' difficile
descriverne qualcuna. Certo è necessario non
possedere un animo coriaceo o refrattario. Anche lo
stormire di una fronda può fornirci uno spunto,
e ricordo che proprio così ho iniziato un mio
romanzo che dopo anni ancora si vende.
Ad eccezione di tematiche e generi che riguardino la
Sardegna e poi scrivere nell'isola, nonostante questa
abbia sempre fornito esempi mirabili è quasi
impossibile per uno zinco pallino qualsiasi, magari
con un capolavoro già pronto nella mente da sfornare.
A parte il fatto che i due colossi editoriali, Nuova
Sardegna e Unione Sarda, seguendo le orme dei grandi
giornali del Continente, hanno assorbito la produzione
minuta di quei libri che essendo ormai liberi dai diritti
d'autore, effettuano delle ristampe a bassi costi, assorbendo
così le risorse per l'acquisto, diciamo non in
monopolio, fatta eccezione per qualche tipografia che
si è ammodernata, le altre lavorano su tirature
di due/tremila copie con costi esorbitanti. Se a questo
aggiungiamo il problema della distribuzione è
facile capire perché all'autore resti poco più
dell'uno per cento (uno per cento!) ecco perché
gli autori sardi emigrano verso altri lidi (salvo i
pochi fortunati che possono usufruire di finanziamenti
regionali o comunque pubblici).
( ) Proprio per uscire dalla solitudine che isola
gli scrittori sardi, ho deciso di scrivere un saggio
a quattro mani con una persona veramente eccezionale.
Ma è stata un'esperienza difficilissima che non
mi sento di consigliare, troppi sono i compromessi e
le divergenze di vedute da appianare e solo se si è
legati da una salda amicizia si può sperare di
arrivare alla fine. Ed il risultato ci ha ampiamente
compensato ( )
Progetto
Babele si propone di aiutare gli autori esordienti ad
avere visibilità sul mercato. Che consiglio daresti
a chi vuole addentrarsi nel mondo della scrittura? Innanzitutto è doveroso riconoscere un gran
coraggio a chi si è accinto a costruire qualcosa
di simile. Forse lui e i suoi compagni neppure immaginano
quanto sia utile a chi forse, in embrione, nutre un
capolavoro ma non riesce ad affacciarsi a quel marchingegno
mostruosom visibile in tutto il mondo che è Internet.
Certo, è un lavoro difficilissimo da gestire,
perché trattasi di una giungla colma di cose
meravigliose e di orridi abissi nei quali precipitare.
Con il pregio in ogni modo di poter esternare il proprio
pensiero, limpido e pulito, cioè come sgorga
dall'animo e non condizionato da compromessi per essere
pubblicato, ma soprattutto, gratuitamente. Ricordo quanto
mi è costato affacciarmi a questo immenso schermo
che ricopre il globo terracqueo! ( ) Ecco allora,
sempre che il lavoro ne sia degno, intervenire Progetto
Babele. Il bello di PB è che tutti quelli che
entrano sono alla pari e si lavora mettendo ciascuno
a disposizione, gratuitamente, le proprie capacità.
Ma il più bello è che, pur essendo sparsi
per tutta l'italia ed uniti soltanto dal filo invisibile
di internet, l'affiatamento è fantastico e legato
da un profondo senso di mutuo soccorso morale ( )
Questo
numero di Progetto Babele è dedicato all'umorismo
letterario. Che idea ne hai? E' un genere vitale, secondo
te? Rientra nei tuoi interessi? Questo numero è dedicato all'umorismo, ed
io non posso che compiacermene. ( ) Sono favorevole
all'uso dell'umorismo, sempre che si resti nel lecito,
senza eccessi né volgarità. Grazie all'uso
dell'umorismo mi è stato persino possibile introdurre
dei raccontini "piccanti" persino in un libro
dedicato ai parrocchiani di una chiesadivenuta famosa
per essere stata frequentata da ben due presidenti della
repubblica.
Concorsi
letterari: sono utili o no? Qual e' la tua esperienza? Per chi intende dedicarsi allo scrivere, debbo innanzi
tutto far presente che è indispensabile che il
buon Dio ti abbia munito di quella virtù che
si chiama talento.
Dubitate di coloro che cercano di imbonirvi a frequentare
scuole di scrittura creativa, in quanto già nel
termine esiste una contraddizione ( )Certo la scrittura
può essere migliorata, arricchita studiando gli
stili di autori famosi del passato ( ) ma il mio
consiglio resta: non sprecate denaro per un corso che
al masimo potrebbe fare di voi dei bravi "scrivani".
( ) Se non possedete talento, attenzione a non
addentrarvi nel mondo dell'editoria, perché vi
trovereste circondati da individui senza scrupoli ,
pronti a vendervi ogni tipo di sogno, a partire dalla
miriade di concorsi letterari premiati con attestati
di carta e patacche di metallo argentato, organizzati
da individui privi di qualsiasi competenza letteraria
cono lo scopo di racimolare un po' di quattrini sfruttando
la vanità degli scrittori esordienti.
Ovviamente non tutti i concorsi sono fasulli, ne esistono
anzi di serissimi ai quali consiglio di partecipare,
dato che essi possono aiutare ad acquisire esperienza,
ad ottenere giudizi validi sul proprio lavoro ed anche,
a seconda della classificazione ottenuta, costituire
un buon biglietto da visita da presentare gli editori
presso i quali s'ambisce che siano pubblicate le nostre
opere.
( ) Basandomi sulla mia esperienza direi che sei
concorsi su dieci servono solo a rimpinguare le tasche
di chi li organizza. ( )
Per
concludere, una cosa che ti piace in Progetto Babele,
ed una che vorresti che cambiasse, nella rivista o nel
sito. ( )E' un progetto ambizioso, ma soprattutto
libero da qualsiasi influenza personale, vincolo politico
o commerciale. Un giornale virtuale nato per divertirsi
giocando con la letteratura, ma che sta gradatamente
crescendo e sta uscendo anche dal suo diafano supporto
per trasferirsi sulla carta patinata. Ovvio che per
i contenuti ci si è dovuti parzialmente adeguare
a qyelli che sono gli standard di internet ( )
La cosa che più apprezzo in PB, comunque resta
la concordia, l'affiatamento, l'amicizia, la sincerità
e la mancanza di invidia e di rancori che spontanei
albergano nell'animo degli associati. ( )