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Grazia Deledda (1871-1936)
a cura di Tania Ianni
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Nel 1927 il Premio Nobel per la letteratura fu conferito alla scrittrice italiana Grazia Deledda (27 settembre 1871- 15 agosto 1936). La Deledda, nata in Sardegna - isola della quale è una delle voci letterarie più note - è l’unica scrittrice italiana, sinora, a essere stata insignita del più importante riconoscimento letterario a livello internazionale. Nata a Nuoro nel 1871, all’indomani della proclamazione dell’Unità di Italia, in una famiglia di ricchi contadini, riceve educazione scolastica solo fino all’età di circa dieci anni, in una lingua, quella italiana, che lei sente come straniera; in quanto, fino all’Unità di Italia, la comunicazione orale era prettamente in dialetto e con l’Unificazione, la lingua usata nelle situazioni formali diventa l’italiano; nel caso di Grazia Deledda, la lingua che nella sua famiglia e nel suo paese viene utilizzata è il lugodorese, un dialetto sardo, molto vicino al latino. La sua casa, situata su una strada percorsa da molti viaggiatori, diventa punto di sosta per molti di loro, e la piccola Grazia è affascinata dai racconti che essi fanno dinanzi al camino. Le sue letture comprendono i romanzieri russi, le opere di Carducci, di D’Annunzio; per quel che riguarda gli autori che hanno avuto influenza sulla sua scrittura, si devono citare innanzi tutto i siciliani Verga e Capuana, ma anche di Manzoni e Fogazzaro, per l’attenzione che lei pone agli stati di animo dei suoi personaggi. La sua produzione comprende più di 30 romanzi e circa 400 racconti, molti dei quali raccolti in 19 raccolte, oltre a molti articoli, alcune opere teatrali, un libretto di opera e alcune poesie. La prima opera pubblicata fu un racconto dal titolo “ Sangue Sardo”, nel 1887, su una rivista di Roma “ Ultima moda”, e tematizzava un triangolo di amore che finisce in modo infelice. La reazione dei suoi compaesani fu la critica mossa nei confronti della madre di essere irresponsabile; la Deledda decise allora di pubblicare le sue opere con uno pseudonimo. Alla prima opera narrativa ne seguirono altre: la raccolta di novelle “ Nell’azzurro”, e i primi romanzi come “ Amori fatali”(1892), “ Amore regale” (1891), “ Fior di Sardegna”(1892), “Anime oneste”, del 1895, alla cui prima edizione è premessa una lettera del letterato napoletano Ruggero Bonghi, in cui egli elogia sia la tipologia di personaggi scelta dall’autrice sarda, persone semplici, oneste, che non aspirano a diventare altro da loro stesse; sia la lingua scelta, priva di parole straniere, semplice, piana, sia l’ambiente scelto per ambientare la narrazione, la Sardegna, che lei mai nomina, ma che ama, essendovi nata. In seguito pubblica quei testi con cui è conosciuta dai lettori: “Elias Portolu”, del 1903,“; Canne al vento”, del 1913; “Marianna Sirca”, del 1915 ; nel 1916 dal romanzo “Cenere”,pubblicato nel 1903, è tratto un film di Febo Mari con Eleonora Duse nel ruolo della protagonista; “La madre”, del 1920; fino allo ultimo testo, autobiografico, apparso poco dopo la morte della scrittrice, nel 1936, dal titolo “ Cosima”, in cui rievoca sia lo sviluppo della sua vocazione letteraria, sia la storia della sua famiglia, tra i problemi di suo fratello, la morte di due sue sorelle, e la conseguente presa sulle sue spalle delle responsabilità familiari. In precedenza, nel 1899, si era trasferita dapprima a Cagliari e poi a Roma, in seguito al suo matrimonio con Palmiro Madesani, servitore civile della regione di Mantova, che aveva conosciuto a Cagliari, da cui ebbe due figli. Pur vivendo nella capitale di Italia, la sua isola natale, che spesso visitò dopo il trasferimento, rimase sempre il luogo da cui trarre ispirazione per le sue opere letterarie. In esse rivive , mitizzato, il mondo della sua terra natia, con le sue tradizioni, e che vede i personaggi di cui questo mondo è popolato, confrontarsi con i complessi problemi interiori, come nel caso di Elias Portolu, protagonista dell’omonimo romanzo, che s’innamora della fidanzata di suo fratello, e di cui sono evidenziati i pensieri e i contrasti interiori che lo animano, tra il senso del dovere, il rispetto delle tradizioni, e i propri desideri interiori. Un ultimo accenno va al testo che un altro autore italiano, suo contemporaneo, il siciliano Luigi Pirandello, scrisse nel 1912, basandolo sulla vita della scrittrice sarda, dal titolo “Suo marito”, un romanzo ambientato nello ambiente letterario romano. Nota: I testi della Deledda possono essere o acquistati in libreria, oppure scaricati dal sito www.liberliber.it, da cui può essere scaricato sia il testo di Pirandello, il romanzo “Suo marito”, sia il testo di “ Anime oneste”, edizione 1895, con la premessa di Ruggero Bonghi.
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Tania Ianni
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