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John Polidori & George Gordon Byron - Biografie allo specchio
di Monia Di Biagio
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John Polidori & George Gordon Byron - Biografie allo specchio

Ma cosa c’entrano John Polidori & Lord Byron con la Letteratura sul Vampirismo? 

E’ Presto detto… Nel Maggio 1816, ricordato come "l’anno senza estate", Lord Byron, accompagnato dal medico Polidori, invitò a Villa Diodati: Percy Bysshe Shelley, la sua compagna nonché futura moglie Mary Wollstonecraft Godwin e Claire Clairmont, sorellastra di Mary e allŽepoca amante di Byron. A causa della pioggia incessante passano il tempo leggendo storie di fantasmi, come le “Fantasmagoriana” o il romanzo “Vathek di William Beckford”, finché Byron propone di fare una gara a chi riuscirà a scrivere il racconto di paura più bello. Soltanto due riescono a portare a termine la sfida: Mary scriverà il suo celebre “Frankenstein” e Polidori, partendo da un frammento di una storia di Byron, porterà a termine “Il Vampiro”. 

Ma come si sol dire: cominciamo dall’inizio e intanto a parlare un po’ meglio di questi due grandi Autori.

-Biografie allo Specchio-

-John William Polidori, (7 settembre 1795 – 24 agosto 1821) è stato uno scrittore inglese, di origine italiana, era difatti il figlio maggiore di Gaetano Polidori un immigrato politico italiano (segretario personale di Vittorio Alfieri) e Anna Maria Pierce, una governante. John Polidori è famoso per aver scritto il libro “Il vampiro”, il primo romanzo della letteratura moderna su questa creatura leggendaria.

-George Gordon Noel Byron, (Londra, 22 gennaio 1788 – Missolungi, 19 aprile 1824), sesto barone di Byron, da cui il nome Lord Byron, fu un poeta, politico e nobiluomo inglese.

-John William Polidori, nel 1810 iniziò a frequentare l’Università di Edimburgo. Nel 1815 si laureò in Medicina, alla precoce età di diciannove anni, con una “tesi sul sonnambulismo”.

-George Gordon Noel Byron, a causa della vita dissoluta del padre, il capitano John B. Byron, detto "The Mad Jack" ("Jack il Matto"), trascorse lŽinfanzia ad Aberdeen, in Scozia, presso la madre Catherine Gordon of Gicht, in ristrettezze economiche. Qui nacque in lui lŽammirazione per il paesaggio marittimo e montano, e la fede calvinista nella predestinazione della colpa. Cominciò a scrivere versi dodicenne, a causa dellŽinfatuazione per una cugina, Margaret Parker. UnŽaltra parente, Mary Ann Chaworth, lasciò nel suo spirito tracce indelebili. Entrò nel 1805 al Trinity College di Cambridge, e lŽanno dopo pubblicò in forma anonima “Fugitive Pieces”, ben presto ripudiati e riscritti nel 1807 col titolo di “Poems on various occasions”, sempre anonimamente. Nella terza ristampa, col titolo di “Hours of Idleness” (Ore dŽOzio), apparve il suo nome, e la bocciatura dellŽopera da parte della Edinbourgh Reviews gli ispirò “English Bards” and “Scotch Reviewers”, in cui attaccò senza pietà tutti gli autori del suo tempo, tranne Alexander Pope e la sua scuola. In questŽopera si delineano le sue qualità di scrittore: la satira feroce e la misantropia. Nel 1808 si trasferì nel castello di famiglia a Newstead Abbey, lasciatogli dal prozio William (1722 - 1798), detto "The Wicked" ("Il Malvagio"), e lŽanno seguente occupò il suo seggio alla Camera dei Lord. Dopodiché partì per un lungo viaggio allŽestero, come era usanza dellŽaristocrazia britannica. Accompagnato dallo Hobhouse salpò da Falmouth, il 2 luglio 1809: per Lisbona, poi Siviglia, Cadice e Gibilterra. Giunti a Malta il 19 agosto, vi soggiornarono circa un mese, prima di ripartire per Preveza, porto dellŽEpiro, raggiunto il 20 settembre 1809. Di lì a Giannina, ove incontrò Ali Pacha. Byron rientrò in Gran Bretagna nel luglio 1811, giusto in tempo per assistere nellŽagosto la madre morente. Presto si mise in luce per i suoi discorsi, tra cui quello famoso contro la repressione del luddismo del 1812, contemporaneo allŽuscita dei primi due canti del Pellegrinaggio del giovane Aroldo. Inaspettato arrivò il successo, a cui si accompagnò il trionfo mondano. Apice del suo periodo londinese fu la relazione con Lady Caroline Lamb, la dama più ammirata del momento.  Numerose le opere uscite dal giugno 1813 allŽagosto 1814: “The Giaour”, “The Bride of Abydos”, “The Corsari”, “Lara”, tutte improntate al melodramma romantico. LŽanno seguente sposa Anna Isabelle MilBanke, unŽereditiera dedita a studi di matematica. DallŽimprobabile unione, naufragata ben presto, Byron si attendeva forse una sistemazione sociale duratura. Ma già nel 1816, benché padre di Augusta Ada, destinata a diventare Lady Lovelace e intima di Charles Babbage, vide la moglie e la figlia abbandonare la sua casa, sotto lŽombra di fondatissimi sospetti di una relazione incestuosa con Augusta Leigh, figlia di un precedente matrimonio del padre, di cui qualcuno disse fu portata sotto i riflettori per tacitare unŽaltrettanto fondata accusa di rapporti omosessuali. Costretto dallo scandalo allŽesilio, il 24 aprile 1816, lasciò per sempre lŽInghilterra. Cominciando a viaggiare per l’Europa. Dopo un breve soggiorno in Belgio, per visitare il campo di Waterloo, accompagnato dallo Hobhouse si diresse in Svizzera, a Ginevra, dove abitò nella villa dellŽitaliano Diodati. Qui lo raggiunsero il poeta Percy Bysshe Shelley con la fidanzata Mary Godwin Wollstonecraft e la sorellastra di lei Mary Jane Clairmont, detta Claire. QuestŽultima lŽaveva già conosciuta in Inghilterra, poco prima di partire, e con lei aveva avuto un breve flirt; durante il soggiorno in Svizzera Claire rimane incinta del poeta. Nasce una bambina, Allegra, nel gennaio del 1817: Byron la mise nel convento di Bagnacavallo, in Romagna, in cui morì giovanissima. Visita il Castello di Chillon, dove lascia graffito il suo nome e, sempre nel corso del soggiorno ginevrino scrive “Il prigioniero di Chillon” (The prisonner of Chillon), uscito nel dicembre 1816, e “The dream” oltre ad alcuni capitoli dellŽAroldo e del Manfredi. QuestŽultimo probabilmente risente del Faust di Goethe, che aveva conosciuto poco prima, e che, secondo alcuni critici, evidenzia il bruciante dolore per la separazione da Augusta.

-John William Polidori, nel 1816 entrò al servizio di Lord Byron come suo medico personale, nonché come suo segretario e lo accompagnò nei suoi viaggi attraverso lŽEuropa. 

Ed eccoci giunti alla risposta di cosa c’entrino Polidori & Byron con il terzo incomodo del Vampiro…

A Villa Diodati, la casa che Byron affittò presso il lago di Ginevra in Svizzera, i due incontrarono Mary Shelley, il futuro marito di Mary Percy Bysshe Shelley e la sorellastra di Mary (nonché amante di Byron) Claire Clairmont. Fu proprio in quella casa che, in una serata di giugno, lessero ad alta voce alcuni brani dallŽantologia dellŽorrore in tedesco “Phantasmagoria”. A causa di una tempesta i cinque scrittori furono costretti a rimanere in casa, così Byron suggerì di scrivere ciascuno una storia di fantasmi, per passare il tempo sino alla sera successiva: nacquero così “Frankenstein” e “Il vampiro”, questŽultimo ricalcato sulla figura dello stesso Byron. Evitando il personaggio crudele e sanguinario delle tradizioni popolari, Polidori modellò il proprio vampiro sul modello byroniano dellŽeroe tenebroso e maledetto, e lo chiamò "Lord Ruthven" come omaggio (il nome, infatti, era originariamente usato nel romanzo Glenarvon di Lady Caroline Lamb per un personaggio che era chiaramente lŽalter-ego di Byron stesso). Lord Ruthven non fu solo il primo vampiro della letteratura inglese, ma anche il primo vampiro del tipo più in voga oggi: aristocratico, inserito nellŽalta società e dotato di un perverso fascino nero. Il racconto venne pubblicato nel 1819 sul New Monthly Magazine erroneamente a nome dello stesso Byron, che successivamente pubblicò anche il frammento da cui Polidori aveva tratto ispirazione senza riuscire a far giustamente attribuire allŽamico il romanzo compiuto.

-George Gordon Noel Byron, nel 1817 si trasferì a Mira, un paese a 20 km da Venezia, dove risiedette per tre anni. TuttŽora è presente una targa per ricordarne la presenza, mentre la casa attualmente è adibita a locale pubblico. Qui apprese lŽarmeno, lŽitaliano e il veneto, e lavorò allŽAroldo, a Beppo, e ai primi due canti del Don Juan, che fecero furore in Inghilterra, pur se pubblicati anonimi nel 1819. A Venezia conobbe la diciottenne Teresa Gamba in Guiccioli, moglie di un ricco ravennate: Teresa divenne unŽinseparabile compagna, tantŽè che Byron si trasferì a Ravenna, dove scrisse altri tre canti del “Don Juan”, dedicandosi nel contempo al teatro di tipo alfieriano, come testimoniano “Marin Faliero”, “Sardanapalo” e “I due Foscari”, tutti del 1821. Fece anche un viaggio a Ferrara e visitò la Cella del Tasso dove si fece rinchiudere e dove scrisse il “Lamento del Tasso”.

-John William Polidori, cessato il suo lavoro con Byron, tornò in Inghilterra e nel 1820 scrisse al priore di Ampleforth con lŽintenzione di intraprendere la carriera ecclesiastica, ma il prelato gli rispose con sdegno rifiutandolo a causa della sua scandalosa attività letteraria. Nel 1821, dopo aver scritto lŽambizioso poema religioso “The Fall of the Angels”, Polidori cadde in depressione e morì, in circostanze misteriose, probabilmente suicida. I diari di Polidori, contenenti numerosi aneddoti tratti dai suoi viaggi con Byron, vennero pubblicati collettivamente con il titolo “The Diary of John Polidori” a cura di William Michael Rossetti, che nel 1911 si appoggiò allŽeditore Elkin Mathews di Londra. Una ristampa di questo libro, con il titolo “The diary of Dr. John William Polidori”, (1816 - relating to Byron, Shelley, etc.) venne ripubblicato dalle Folcroft Library Editions nel 1975 e successivamente nel 1978 per le Norwood Editions.

-George Gordon Noel Byron, tra il 1820 e il 1821 entra nella carboneria attraverso i contatti del fratello di Teresa, il conte Gamba. Il fallimento delle agitazioni e la confisca dei beni dei Gamba, cui si aggiunse la separazione di Teresa dal marito, costrinsero i tre a rifugiarsi a Pisa, dove Byron giunse nel novembre dopo aver pubblicato “Cain”. A Pisa, oltre a “Werner or the Inheritance”, scrive “Deformed Transformed” e altri quattro canti del “Don Juan”. In seguito ad una rissa tra un suo domestico e un sottufficiale dei dragoni per questioni di uniforme di fronte al Caffè dellŽUssero, Byron è costretto a trasferirsi a Livorno. Nel 1822 trascorre un periodo a Porto Venere dove si dedica allo scrivere e alla pratica del nuoto di cui è appassionato cultore. Secondo un aneddoto avrebbe addirittura attraversato a nuoto il golfo, nuotando per otto chilometri fino a San Terenzo, per andare a trovare i coniugi Shelley, che già aveva incontrato a Ginevra. Ospite nella loro casa, inizia la pubblicazione di un periodico "Liberal" con Leigh Hunt, su cui appare “The Vision of Judgement”, in aspra polemica col Poeta Laureato Southey, che aveva pubblicato un omonimo lavoro in memoria di Giorgio III. Inutile parlare sia della sfacciata adulazione di questŽultima che della cinica versione byroniana. Sullo stesso Liberal venne pubblicato “Heaven and Earth - A Mistery”, che suscitò in Goethe il commento: "avrebbe potuto essere opera di un vescovo". Profonda infatti fu la conversione religiosa di Byron in seguito alle morti quasi contemporanee della figlia Allegra e degli Shelley. Byron abbandonò il Granducato di Toscana per Genova allorché i Gamba vennero espulsi, e convinta Teresa a tornare a Ravenna, benché reduce da una malaria nel 1823 egli sŽimbarcò con il conte Gamba e Trelawney per Cefalonia. Qui si andava formando tra aspre divergenze dŽidee una compagine inglese a sostegno della guerra dŽindipendenza greca contro lŽImpero Ottomano. Byron lasciò lŽisola su invito di Alessandro Maurocordato, liberatore della città di Missolungi. Sbarcò a Patrasso nel gennaio del 1824, dove visse gli ultimi mesi della sua esistenza, tra gli aspri contrasti dei ribelli. In seguito ad una febbre reumatica tramutatasi in meningite, morì a Missolungi delirando il 19 aprile. Con sé aveva il manoscritto dellŽincompleto “XVII canto del Don Juan”. La salma venne tumulata dapprima nella cappella di famiglia di Newstead, anche se già venduta nel 1818, poi i suoi resti vennero trasferiti nella Chiesa di Harrow on Hill.

Il vampiro (romanzo)
“Il Vampiro” è un breve racconto scritto da John Polidori pubblicato per la prima volta il 1 Aprile 1819 da Colburn sulla rivista New Monthly Magazine. Erroneamente il racconto fu attribuito a Lord Byron, il quale però smentì subito di esserne lŽautore. Ebbe comunque un immediato successo in Europa, soprattutto in Germania dove fu tradotto nello stesso anno, un poŽ meno in Inghilterra a causa della falsa attribuzione a Byron, che in quel periodo era sotto scandalo. Polidori riuscì a trasformare il vampiro del folklore nella forma che oggi è più conosciuta, ovvero quella del demone aristocratico che cerca le sue prede nellŽalta società.

-Personaggi-
Lord Ruthven - un nobile inglese, il vampiro
Conte di Marsden - il vampiro Lord Ruthven
Aubrey - un giovane gentiluomo, il protagonista
Ianthe - una giovane donna di cui Aubrey si innamora
La sorella di Aubrey - futura sposa del Conte di Marsden
-Adattamenti cinematografici-
 
Tre film hanno narrato la genesi dei romanzi “Frankenstein” ed “Il Vampiro”: “Gothic” di Ken Russell (1986), “Haunted Summer” di Ivan Passer (1988) e “Remando al viento” di Gonzalo Suárez (1988).

(Notizie Storico-Biografiche & Immagini raccolte su Internet)

A cura di Monia Di biagio



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