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«Le roman n'est plus l'écriture d'une aventure, mais l'aventure d'une écriture. » (Il romanzo non è più la scrittura d’una avventura, ma l’avventura d’una scrittura)
Jean Ricardou
« Le roman est l'expression d'une société qui change; il devient bientôt celle d'une société qui conscience de changer. » (Il romanzo è l’espressione di una società che cambia, diviene presto quella d’una società che ha coscienza di cambiare) (Michel Butor, Répertoire, II).
Cos’è, o meglio, cos’era il nouveau roman
Con nouveau roman s’intende una corrente letteraria che si è sviluppata in Francia dagli anni cinquanta, fino agli anni settanta del ventesimo secolo. Tale corrente assunse il nome anche di école du regard (scuola dello sguardo) per la tendenza, di alcuni dei componenti, a descrivere gli oggetti e l’intera realtà in modo minuzioso ed impassibile.
Per la verità, nessuno degli scrittori che sono stati inseriti in tale filone ha mai affermato di appartenere ad uno specifico movimento letterario.
Elementi unificanti, tra gli autori classificati sotto tale etichetta, sono il rifiuto di alcune caratteristiche del romanzo tradizionale, come il personaggio e il suo approfondimento psicologico, la nozione stessa di storia. Nel nuoveau roman, infatti la storia è quasi insistente, gli accadimenti sono ridotti al minimo o del tutto interiori.
I Fatti
Nel caso in cui, nella narrazione, sussistano dei fatti, essi sono presentati in modo talmente frammentato, sia sul piano temporale, sia su quello spaziale, che la ricostruzione dei nessi cronologici e causali della vicenda narrata, risulta, per il lettore, assai problematica.
L’assenza del narratore
È del tutto assente il narratore onnisciente e, quindi viene a mancare l’apporto, col suo commento, tale figura offriva all’intelligibilità della narrazione.
Il personaggio
Il personaggio, oggetto d’indagine psicologica nel romanzo tradizionale, perde qui la sua identificazione con uno specifico "carattere". Tutt’altro che solida e definita è la sua presenza. L’identità stessa del personaggio risulta, in alcuni casi, precaria.
Ciò che, nelle forme tradizionali di narrazione, ne consentiva l’individuazione: l’aspetto fisico, lo stato civile, i suoi ruoli all’interno della famiglia e della società, l’occupazione, nel nouveau roman tendono a sfumare.
A volte è un solo nome (magari improbabile) a indicarlo, se non un semplice pronome. Più che dalle sue attività, il personaggio è definito dalle sue passività: più che agire è agito.
Rifiuto del messaggio
Gli esponenti del nouveau roman rifiutano, inoltre, l’idea che la letteratura sia portatrice di un qualche messaggio per il lettore. Il quale, nelle intenzione di questi autori, alle prese con la difficoltà di decifrazione dell’immagine, spezzettata, ambigua, difficile da riconoscere, della realtà proposta nei loro scritti, nonché nel rifiuto della predeterminazione di significati che non nascano dalla serie dei rimandi interni al testo, è spinto ad attivarsi, a percorrere i possibili sviluppi offerti dall’intreccio dei segni e intensificare il numero delle possibili interpretazioni dei significati di quegli stessi segni che costituiscono queste opere, che vogliono essere "opere aperte".
Tendenze interne al noveau roman
Tra i nouveaux romancier si possono distinguere due tendenze abbastanza precise la prima, la cosiddetta école du regard , alla quale abbiamo accennato, che è caratterizzata da un modo di scrivere tendenzialmente strutturato, geometrizzante e oggettivo, incentrato soprattutto sulla descrizione.
A tale modo di scrivere si possono ricondurre, oltre a Alain Robbe - Grillet, autori come Claude Simon, Claude Ollier e Jean Ricardeau, inoltre, ravvicinabili a tale tendenza sono gli scritti del primo Butor.
Un altro modo di scrivere, invece, tende a dissolvere i momenti descrittivi, narrativi e analitici del testo nel flusso , privo di ordine, della parola orale. È caratterizzato, inoltre, dal dialogo, dal monologo interiore, dalla sottoconversazione e dal soliloquio. Di esso si avvalgono Nathalie Sarraute e Robert Pinget.
Questi ultimi hanno in comune tale tecnica con autori esterni al nouveau roman, come Samuel Beckett e Jean Cayrol.
Alcuni dei principali autori
Per presentare brevemente le caratteristiche di alcuni degli esponenti di tale tendenza narrativa, iniziamo da Alain Robbe – Grillet, di cui ricordiamo i romanzi La gomme (1956), La Gelosia (1957), La casa d’appuntamenti (1966). In tali opere, come già abbiamo visto, la realtà è descritta in maniera fredda e oggettiva, senza nulla concedere alla psicologia dei personaggi. Ad Alain Robbe - Grillet si deve anche il saggio Una via per il romanzo futuro (1956) che può essere considerato il manifesto di tale corrente letteraria. Di Robbe – Grillet si deve ricordare anche l’attività di sceneggiatore, attraverso la quale si stabilito uno stretto rapporto tra il nouveau roman e il cinema. A questo proposito non si può dimenticare la sceneggiatura del film L’anno scorso a Marienbad (1969, con la regia di Alain Resnais).
Appartenenti a un filone diverso del nouveau roman, come sappiamo, sono i romanzi di Nathalie Sarraute (Ritratto di ignoto, 1956; Il Planetario, 1959).
Altro autore di rilievo è Michel Butor di cui ricordiamo Il Passaggio (1954) , La Modificazione (1957), [recentemente ristampata dalla casa editrice Fandango]. Butor ha anche svolto una importante attività critica. Nel suo saggio Il romanzo come ricerca (1955) dà compiuta espressione agli intenti di tale corrente letteraria.
Anche la critica letteraria è stata influenzata dalla problematica sollevata dagli autori del nouveau roman. In particolare la cosiddetta nouvelle critique. Sulla scorta di tale esperienza letteraria, tale corrente critica ha affrontato, alla fine degli anni sessanta, un più vasto dibattito sul fenomeno della produzione letteraria.
In conclusione, sulla base anche di tale influsso sulla critica, si può da un lato negare che lo specifico del nuoveau roman sia stato, innanzi tutto, quello di essere una scuola destinata ad operare nello stretto ambito della scrittura romanzesca, dall’ altro si può affermare che il lascito di questi autori sia stata una riflessione critica intorno agli spazi che la letteratura poteva ancora occupare nella situazione storico – sociale propria degli anni successivi alla seconda guerra mondiale.
Non deve stupire, quindi, che le problematiche sollevate dal nouveau roman, travalichino lo stretto ambito della scrittura romanzesca, per costituire un momento importante del dibattito letterario, tipico di quegli anni, intorno al linguaggio e alla critica in generale.
In estrema conclusione, vorremmo richiamare l’attenzione di chi è scrittore, o aspira a diventarlo, sui due motti che abbiamo posto in apertura del presente articolo e che troviamo ancora degni di una attenta riflessione.
Le risorse, reperite sulla rete, utilizzate per la stesura del presente articolo sono:
https://it.wikipedia.org/wiki/Nouveau_roman
https://www.didatticanda.it/Sarraute/Il%20nouveau%20roman.htm
https://www.adrianopiacentini.it/NouveauRoman.htm
https://www.site-magister.com/nouvrom.htm (in lingua francese)
Ci siamo serviti, inoltre, di:
Enciclopedia Europea, vol. 8, voce Nouveau Roman, pag. 37
G. Macchia - M. Colesanti - E. Guaraldo - G. Marchi- G. Rubino - G. Violato; Letteratura Francese: il novecento, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 1998, pp. 660 – 682
A cura di Paolo Parasassi
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